NAPOLI. Fuoco e passione al Museo del Tesoro di San Gennaro: apre i battenti (fino a febbraio 2014) una mostra dedicata al Vesuvio e al Santo Patrono della città, ‘le due anime di Napoli’,  due entità, una soprannaturale e una naturale, che hanno influito in modo determinante sull’indole, il carattere e i destini di un popolo e di una città.

In collaborazione con l’Osservatorio Vesuviano, l’esposizione documentaria associa alcune opere d’arte che fanno parte del patrimonio del primo osservatorio vulcanico al mondo voluto da re Ferdinando II, al culto di san Gennaro e quindi agli oggetti preziosi a lui donati dai fedeli, già presenti nel consueto itinerario museale. Quindici gouaches raccontano invece le varie eruzione del Vesuvio, a partire da quella seicentesca (che Micco Spadaro rappresentò nel suo capolavoro), immagini dipinte come ‘istantanee’ d’epoca, utili oggi anche alle ricerca degli scienziati. E’ possibile ammirare anche antichi strumenti di rilevazione, come il primo sismografo al mondo di Luigi Palmieri, minerali e stampi di conio realizzati con la lava incandescente. Tra i volumi più antichi e rari una ‘seicentina’ (1633) che fa riferimento al culto di San Gennaro, che morì nel 305,  già seguito nell’ottavo secolo d.C. La mostra si annuncia come una delle mete più frequentate del turismo natalizio, anche sulla scorta del successo dell’esposizione del Tesoro di San Gennaro in corso con grande successo a Roma. A Napoli il binomio tra il suo patrono e il Vesuvio si ripete da secoli. Anticamente, quando la città si trovava in pericolo per l’eruzione del vulcano, il popolo chiedeva che il busto del santo e le ampolle col suo sangue fossero esposti e portati in processione. Anche oggi il fenomeno dello scioglimento del sangue è vissuto come buon auspicio dalla popolazione ed attira folle di fedeli e turisti nel Duomo. Da domenica 17 novembre attive nel museo anche visite guidate a cura di Cultura Felix con biglietto integrato.

Di Golem

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