Indagato per estorsione, spaccio di banconote false, bancarotta fraudolenta, aggressione a pubblico ufficiale, corruzione, ricettazione, evasione fiscale e domani chissà.


Il variegato curriculm di cui sopra potrebbe appartenere a un qualunque esponente della nostra classe politica si tratta, invece, del biglietto da visita di Fabrizio Corona. Oltre alle foto segnaletiche, l’amichetto “platonico” di Lele Mora coltiva un hobby secondario: una nutrita collezione di flop commerciali. Per battere tutti i record di fallimento lo scarface di Catania investe tempo e soldi (degli altri) su vari supporti mediatici. I pezzi più prestigiosi della raccolta includono una web tv nata morta, le memorabili canzoni “Corona non perdona” e “Pazzesco”, e ben tre libri che si sospetta contengano pagine bianche, ma nessuno ha mai controllato per smentire. A questa raccolta differenziata di vuoti a perdere si aggiunge l’autorevole rivista di Gossip “Corona Star’s”, il cui titolo sgrammaticato cela in realtà un enigma dai risvolti massonici. Il periodico dalla grafica infantile apre meno di un anno fa ed è già sulla rampa verso lo sfascio totale. È vero che la trovata del giornale per illetterati in un Paese di analfabeti avrebbe potuto rivelarsi vincente, ma il suo direttore ci ha dato giù di punteruolo ed ha affondato la nave poco dopo il varo. Allo schizofrenico paparazzo riconosciamo un indubbio merito: quando fallisce, fallisce alla grande. 

 

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