Il selfcontrol è un termine accattivante per un concetto all’apparenza austero che sta ad indicare quello che in italiano viene definito come autocontrollo, ovvero il controllo di se stessi. Ma dire che bisogna controllare se stessi può sembrare un concetto molto astratto e vago, che spesso può essere considerato in modo semplicistico e riduttivo. Sappiamo davvero cosa dobbiamo controllare di noi stessi? Ed è poi vero che dobbiamo effettivamente controllare qualcosa? E fino a che punto può essere utile?


Analizziamo dunque il selfcontrol in tutti i suoi vari aspetti, anticipando che nel prossimo articolo parleremo di un tipo di autocontrollo in particolare.

Cosa controllare?
Qualsiasi macchinario o computer dovessimo controllare, lo potremmo fare in diversi modi e da diversi punti di vista. Se questo è valido per strumenti relativamente semplici confrontati con l’uomo, pensate a quanti controlli si possono fare su ciò che potremmo definire la concomitanza tra il più contorto degli elaboratori e il più articolato dei macchinari: noi stessi.
Quante variabili comprende dunque il concetto di autocontrollo?
Le prime idee che ci vengono in mente quando pensiamo al selfcontrol, probabilmente sono il controllo delle pulsioni (aggressive o sessuali), e il controllo di quegli istinti che ci fanno agire senza ragionare sulle conseguenze. Un altro aspetto di quelli più noti potrebbe essere il controllo delle tentazioni provenienti dal mondo esterno, come i vizi di consumo.
Ma l’autocontrollo dovrebbe essere attuato in molti più aspetti. Esso è infatti ciò che ci può calmare nei momenti di stress emozionale; è ciò che ci può aiutare a tenere a bada i nostri stati interiori, così da affrontare le situazioni in modo più equilibrato; è ciò che ci aiuta a prendere coscienza del nostro corpo facendolo funzionare come desideriamo; è ciò che può rendere possibile il non cadere nelle tentazioni provenienti dal nostro mondo interiore, ovvero la spesso viziata, superegoica e pericolosa considerazione di noi stessi. Infine l’autocontrollo è anche ciò di cui abbiamo bisogno per tenere a bada l’autocontrollo stesso.

Cosa è esattamente il selfcontrol
Da quanto detto fino adesso l’autocontrollo può sembrare davvero tedioso, nonché complesso nella sua vastità di “tagliandi e certificazioni”, ma se proviamo a pensare ad un comune denominatore, possiamo semplificarlo nella seguente definizione: l’autocontrollo è quella forza che ci serve per rimanere in equilibrio, su quello che pensiamo, quello che facciamo, quello che sentiamo, quello che siamo e quello che crediamo di essere.
In effetti l’autocontrollo è proprio paragonabile alla forza, ma una forza meno appariscente rispetto a quella fisica, una forza rivolta all’interno, una grande forza direzionata verso il proprio mondo interiore.
Vedere l’autocontrollo come forza riempie questo concetto di nuovo fascino e valore, e al tempo stesso ci incoraggia, perché qualsiasi tipo di forza può essere sviluppata.

Sviluppare il selfcontrol
Proprio come un equilibrista si allena a camminare sul filo, così da diventare sempre più bravo, lo stesso può essere fatto con l’autocontrollo, ci si può allenare giornalmente così da percorrere questa strada con scioltezza crescente.
Ovviamente come il neo equilibrista non proverà da subito a percorrere alti e lunghi percorsi senza rete, ma sceglierà un allenamento a difficoltà crescente, lo stesso dovrà farà il neo selfcontroller. E’ infatti impossibile controllarsi perfettamente da subito su ogni cosa: bisogna cominciare a piccoli passi, divenendo di giorno in giorno sempre più bravi a controllare il proprio sé.
Il primo passo da fare è proprio concentrarsi su una cosa alla volta, e non pretendere di strafare, rischieremmo solo di avere brutte delusioni controproducenti. Non possiamo quindi smettere di fumare, metterci a dieta, imparare a gestire le nostre emozioni, imparare a darci una giusta valutazione, in un’unica volta. Dovremo iniziare dapprima con quello che per noi è più semplice, pian piano alzare il tiro, fino ad arrivare a poter mettere in atto più autocontrolli alla volta.
Se non sappiamo da dove iniziare, niente paura: il selfcontrol è paragonabile ad un muscolo, e in quanto tale possono essere messi in atto esercizi generici per sviluppare questa forza, proprio come gli esercizi in palestra con i pesi ci aiuteranno nella vita di tutti i giorni a sollevare mobili e valigie.
Alcuni di questi esercizi sono incentrati sulla pazienza, come ad esempio: leggere il passo di un libro al contrario tutti i giorni, e/o scrivere ogni sera molto lentamente per 50 volte frasi riguardanti i propri propositi (tra cui l’impegno di imparare ad allenare il proprio autocontrollo, la propria determinazione e la propria volontà).
Vi sono altri espedienti che possono essere usati sia come esercizi giornalieri sia utilizzati in momenti di particolare necessità di controllo: sono soprattutto gli esercizi di canalizzazione della propria concentrazione, come ad esempio guardare senza distrarsi un oggetto molto piccolo.
Inoltre è possibile imparare a controllare le proprie sensazioni fisiche e corporee, questo viene fatto per esempio dai praticanti di arti marziali quando si allenano nei kata, o quando fanno esercizi di meditazione; ma vi sono esercizi di questo tipo che possono mettere in atto tutti, come per esempio lavarsi con l’acqua fredda.
Vediamo ora come applicare l’auto controllo ad alcune situazioni della nostra vita.

Il selfcontrol applicato alle diverse situazioni
E’ tipico pensare all’autocontrollo come quella virtù che ci dà la forza di non arrabbiarci nei momenti in cui ci sentiamo aggrediti. Effettivamente questa è una delle capacità che riescono ad avere le persone che hanno imparato a controllare il proprio sé, ma questa può nascere anche come un’imposizione iniziale, nella quale pian piano potremo divenire sempre più abili.
Legato a questo aspetto può essere l’imparare a chiedere scusa. Sarebbe infatti di grande sviluppo per il nostro selfcontrol, non solo imparare a non arrabbiarci per le provocazioni degli altri, ma chiedere loro scusa nel caso queste siano nate da una nostra mancanza o responsabilità. Questo modo di comportarci può sviluppare una nostra maturità mentale. Inoltre questo può provocare una catena positiva di comportamenti adeguati, diventando di buon esempio per gli altri. Oltretutto il volere essere di buon esempio per gli altri può diventare un incentivo per sviluppare il nostro selfcontrol.
E’ comune anche pensare all’autocontrollo come quella virtù che ci tiene lontani da tentazioni che gratificano momentaneamente per mirare invece a una gratificazione più lontana, ma più grande e/o duratura. Vi sono ovviamente delle tecniche anche applicate a questo tipo di situazione.
La prima è l’evitamento, evitare ciò che ci può indurre in tentazione è ovviamente un buon metodo per non cadere nella trappola. Ma lì dove sia impossibile evitare oggetti di tentazione, si possono usare altre due tecniche:
– la distrazione, forse la tecnica più utile per imparare a controllarsi nelle tentazioni, ovvero distogliere l’attenzione dall’oggetto bramato, concentrandosi su altre cose, così da riuscire a trattenere la propria impulsività;
– l’intellettualizzazione (neutrale o negativa), cioè analizzare l’oggetto della tentazione da un punto di vista totalmente differente rispetto a quello per il quale diventa desiderabile, punto di vista che può essere neutrale o addirittura negativo così da far passare completamente la voglia.

 

Chi per esempio cede troppo spesso alla tentazione di bere birra, dovrebbe concentrare la propria attrazione, invece che sul gusto sulla freschezza e sullo stato di piacevole ebbrezza che ne ricava, sul modo in cui viene fabbricata (intellettualizzazione neutrale), o sugli effetti collaterali negativi che possono derivare (intellettualizzazione negativa).
Le tecniche appena descritte vengono attivate spontaneamente da coloro che hanno il desiderio di controllarsi, e diventano sempre più naturali in coloro che le esercitano perché motivati.

Perché sviluppare il selfcontrol
Ora che abbiamo parlato del selfcontrol dettagliatamente, una domanda nasce spontanea, è veramente utile svilupparlo?
Molti psicologi americani erano dell’idea che sviluppare l’autocontrollo non fosse utile, in quanto dava limiti alla persona e non la faceva puntare in alto.
In realtà si è scoperto che l’autocontrollo è alla base della salute psichica, infatti non permette allo sconforto di prendere il sopravvento ed evita cadute psichiche troppo dolorose. Inoltre chi ha autocontrollo riesce ad avere una vita migliore, nonché un perpetuo miglioramento della propria persona. Infine chi ha un buon autocontrollo riesce ad avere dei maggiori successi sia a livello scolastico (potendo contare su una capacità di apprendimento migliore) sia a livello professionale, infatti sviluppa tutte quelle doti adatte per poter affrontare il mondo del lavoro in modo equilibrato (con se stessi e con gli altri).
Queste scoperte contraddicono totalmente l’iniziale convinzione degli psicologi del… Nuovo Mondo.

Controllare l’autocontrollo
Prima di concludere, bisogna fare una specificazione importante: autocontrollo non vuol dire soltanto tenere a bada i propri impulsi, istinti, emozioni, sensazioni ma vuol dire anche riuscire a non tenerli a bada quando è opportuno manifestarli.
E’ quello che a inizio articolo abbiamo chiamato il controllo dell’autocontrollo, che in realtà già è compreso nella definizione di selfcontrol, infatti il controllo non è solo in contenimento, a volte è in sprigionamento.
Usare il proprio autocontrollo per sprigionare se stessi è necessario nei momenti in cui sarebbe utile saper lasciarsi andare. Alcune persone devono imparare a farlo, devono imparare a controllare l’autocontrollo. E gli esercizi indicati sono adatti a tutti in tutti i casi.
Quel che è alla base di questa dote è dunque proprio il saper stare in equilibrio, senza eccedere né da una parte, né dall’altra. Il solo sporgersi, da un lato o dall’altro, rischia di trasformare l’equilibrio in una situazione di pericoloso bilico.

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