Berlusconi non aveva mentito né alla Questura di Milano, né agli italiani. Il Parlamento, questo Parlamento, aveva fatto bene a credergli e a votare compatto che sì, Karima el Varough, detta Ruby Rubacuori, in effetti era la nipote dell’allora presidente egiziano. La prova è l’ingenuo servizio di Paolo Berizzi su “La Repubblica”.

Nel lungo articolo si dà conto dell’ultimo anno di vita della bella egiziana (se è la nipote di Mubarak dovrà pur essere egiziana anche se nata in Tunisia!), trascorso, a quanto pare, tra il Messico e gli Emirati Arabi, tra un albergo a 5 stelle e una discoteca, a cercare di spendere i 2 milioni di euro che porta sempre con se. Ma dove li avrà presi tutti ‘sti soldi, si chiede il povero Berizzi, mica possono essere frutto di piccoli risparmi? E, in effetti, poche 21enni al mondo riescono a risparmiare sulla paghetta settimanale un paio di milioni di euro. Quindi il sospetto del cronista de “La Repubblica”, implicitamente ricade su Berlusconi. Il malizioso ritiene che l’ex cavaliere possa aver pagato il silenzio di Ruby al processo che lo vede imputato di prostituzione minorile.

Ma perché mai avrebbe dovuto farlo, benedetto Berizzi! L’ex senatore ha già una condanna in via definitiva per frode fiscale, e non gli è successo e non gli succederà nulla perché non siamo mica come quei barbari di alemanni che, per condanne simili, si dimettono da tutte le cariche, rinunciano all’appello e se ne vanno in galera.  Anzi, l’ex Presidente del Consiglio è ancora saldamente al Governo, tramite il suo portaborse fiorentino, fate voi se si tratta di Verdini o del suo (di Berlusconi) amico Renzi. Insomma, l’incandidabile e ineleggibile Berlusconi non avrebbe avuto alcun motivo per dare tutti quei soldi a Ruby. Perciò non resta che una soluzione: i due milioni di euro sono frutto della generosità dello zio Mubarak che, poveretto, qualche soldino da parte per la vecchiaia deve pure avercelo messo! E siccome è bene quello che finisce bene, pare che la ex escort stia per aprire un resort in Messico. Che è molto diverso da una ex mignotta che si apre una trattoria alla periferia di Roma come “Adua e le sue compagne” negli anni ’60. L’Italia cambia verso, anche nel linguaggio. Solo gli stronzi, rimangono sempre gli stessi!

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