L’Associazione nazionale avvocati italiani, in occasione della sua entrata in vigore, ribadisce l’illegittimità della mediaconciliazione obbligatoria.
“Il legislatore si è ostinato a riproporre la obbligatorietà della mediaconciliazione che si era già rivelata un fallimento nel nostro Paese – ha dichiarato il presidente Anai Maurizio De Tilla – . La obbligatorietà è rifiutata in Europa, dove si implementano solo la conciliazione endoprocessuale e quella facoltativa”.
“La ribadita obbligatorietà – ha continuato De Tilla – è viziata da incostituzionalità perché preclude l’accesso immediato al giudice e sicuramente allungherà i tempi delle controversie in quanto impone di portare in “mediaconciliazione” vertenze di un certo rilievo (quali divisioni, successioni, diritti reali, responsabilità medica, danni per diffamazione, etc.) che spesso le parti, nonostante ripetuti tentativi, non hanno potuto conciliare e che possono decidersi solo in via giudiziaria, eventualmente anche con un accordo che deve maturare nel tempo.
Già in passato, la preventiva conciliazione obbligatoria si è rivelata di nessun effetto per le cause di lavoro e di locazione. Ed è stata abrogata”.
L’ANAI ritiene che non ci sia una diversa prospettiva e che si è messo in atto uno strumento del tutto inefficace e privo di alcuna conseguenza pratica.
“La giustizia ha bisogno di altro – ha concluso De Tilla – : l’estensione in tutti gli uffici giudiziari del processo telematico, un effettivo ufficio del giudice, l’assenza di sprechi e il corretto impiego delle risorse destinate alla giustizia, la introduzione del giudice laico con requisiti di indipendenza, professionalità, continuità ed equa remunerazione”.

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