PARIGI. “Forse sono stato colpevole per Maria Schneider, ma non potranno condannarmi per questo”: è la confessione shock di Bernardo Bertolucci a Parigi durante la masterclass sul cinema organizzata alla Cinémathèque française, che fino al 13 ottobre dedica all’opera del regista una retrospettiva. Commentando con il direttore della cineteca, Serge Toubiana, e davanti a una sala gremita – tra i presenti anche l’ambasciatore d’Italia a Parigi, Giandomenico Magliano, e la direttrice dell’Istituto italiano di cultura, Marina Valensise – i retroscena di Ultimo tango a Parigi (1972), Bertolucci si sofferma in particolare sulla scandalosa scena del burro tra la Schneider e Marlon Brando, a suo tempo censurata (in Italia dopo varie traversie giudiziarie il film finì al rogo), che fu il motivo della rottura tra lui e la Schneider.  “L’idea di come girare questa scena è venuta a me e a Marlon Brando mentre stavamo facendo colazione seduti sulla moquette dell’appartamento parigino e ad un certo punto lui ha cominciato a spalmare del burro su una baguette: subito ci siamo dati un’occhiata complice – ha detto il regista -. Abbiamo deciso di non dire niente a Maria per avere una reazione più realistica”. Alla domanda se non ritenga che sarebbe considerato “immorale al giorno d’oggi” comportarsi così sul set con i propri attori, il regista ha risposto ironico di “non essere un uomo di oggi”. Per poi ritornare serio: “Maria voleva fare cinema a tutti i costi, era molto giovane, aveva appena vent’anni all’epoca del film – ha raccontato Bertolucci -. Per tutta la sua vita poi è stata molto rancorosa sia nei miei confronti che nei confronti di questo film. Rancorosa perché si è sentita sfruttata. E’ purtroppo quello che spesso succede quando si è dentro un’avventura che non si comprende. Lei aveva un’intelligenza istintiva. Non aveva i mezzi per filtrare quello che gli è successo”. E ha concluso: “Forse sono stato colpevole per Maria Schneider ma non potranno condannarmi per questo”. Nonostante le sia valsa la celebrità planetaria, Maria Schneider, ha dichiarato in più occasioni che la famosa scena di sesso anale non era nella sceneggiatura e potendo avrebbe voluto non girarla perché l’ha considerata una manipolazione, una violenza e un’umiliazione. Seguirono scompensi psicologici e anni di dipendenza da stupefacenti. Solo alla sua morte prematura, nel 2011, a 58 anni, dopo una lunga malattia, Bertolucci ha ammesso per la prima volta che avrebbe voluto “chiederle scusa”. E’ solo una parte delle verità nascoste. Bertolucci per esempio non ha accennato al fatto che la sceneggiatura, scritta da lui stesso assieme a Kim Arcalli, era inizialmente concepita come una storia d’amore omosessuale tra Paul, un uomo di quarant’anni (interpretato da Marlon Brando), e un giovane ventenne che si concludeva con una separazione. Una storia scomoda che gli autori preferirono modificare. Nel corso della lectio parigina il regista parmigiano ha sottolineato l’importanza dell’innocenza (violata, a suo dire, per fini artistici) di Maria Schneider per la riuscita della scena della sodomia, ma ha dimenticato di riconoscere la consapevolezza e l’intuizione artistica della stessa attrice nel far cambiare il finale del film imponendone uno più estremo: l’uccisione a colpi di pistola di Marlon Brando passato alla storia come la sequenza del tango. Forse alla prossima masterclass si saprà qualcosa in più.

In allegato “La ragazza del film” di Maria Pia Daniele
https://www.goleminformazione.it/articoli/la-ragazza-del-film.html

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