SALERNO. Foto in bianco e nero, bandiere corrose dal tempo, maschere antigas, piastrine di riconoscimento, bombe ripescate dall’oblio, ritagli di giornali e avvisi del Comune di Salerno sul ripristino delle cisterne e dei pozzi privati, e, ancora, divise militari dei tedeschi e degli Alleati. Sono solo alcuni dei cimeli conservati nel museo Lo Sbarco e Salerno Capitale, inaugurato questo pomeriggio, nei locali della Regione Campania, in via Generale Clark a Salerno, dal Sottosegretario di Stato, Giampaolo D’Andrea, dal rettore dell’Università degli Studi di Salerno, Raimondo Pasquino, dal Console americano a Napoli Donald Moore e dal Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, Ottavio Lucarelli. Il Museo, fortemente voluto da Nicola Oddati, presidente dell’associazione Parco della Memoria della Campania e dal giornalista Eduardo Scotti, propone un percorso storico tra reperti, cimeli e filmati inediti sull’Operazione Avalanche del 9 Settembre 1943, una delle più grandi operazioni anfibie della storia, e sulla stagione di Salerno Capitale d’Italia, dal febbraio 1944 a luglio del 1944. La Mostra permanente, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, è stata illustrata dalla storica Gabriella Gribaudi. “Una delle anime di questa mostra – spiega Scotti – è stata la signora Graziella Di Gasparro che da decenni si batte affinché vengano ricordati i tanti morti della provincia di Napoli e Caserta”. “Mio padre – ricorda la signora – era un civile che si ribellò ai nazisti e fu ucciso il 1 novembre 1943 con un colpo alla nuca. Io avevo solo dieci anni e ricordo perfettamente quel momento che mi ha segnato per sempre. Nel nostro comune, Conca della Campania, morirono quaranta persone che nessuno ricorda più, neanche con un monumento. La memoria, invece, è fondamentale affinché eccidi del genere non accadano mai più”.

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