Oggi è il 25 aprile, si celebra la liberazione dal nazifascismo in Italia, ma ormai i giovani nemmeno lo sanno.
Sembra quasi che l’idea di Berlusconi, di festeggiare insieme la liberazione e i cosiddetti ragazzi della Repubblica di Salò si sia avverata.
Che idea! Possiamo definirla l’idea base del periodo berlusconiano che non sembra sia finito.
Ci sono i cattivi che sembravano buoni, i comunisti, ci sono i partigiani assassini che impiccano il Duce in modo selvaggio, ci sono ingenui ragazzi che aderiscono alla Repubblica sociale in nome di un ideale nobile…nobile? avete visto 900?
E poi quelli che hanno permesso a Berlusconi di stare lì per anni erano per caso i nazifasci?
Però l’idea era quella e arrivò fini al punto che un ragazzo di Salò divenne ministro per gli italiani all’estero.
Si sono sbagliati forse era per gli italiani al confino. La filosofia era quella: tutti colpevoli, tutti assolti!
Ma il senso del 25 aprile resta ed è la LIBERAZIONE, da un governo totalitario e servo, dai nazisti, da una massa di fanatici assassini come la Mas o come quelli che imperversavano al servizio di industriali e latifondisti.
Ci liberarono dal corporativismo, dalla retorica del potere, dalle parentele conniventi, dai filosofi servi, dai politici ambigui e grazie alla Resistenza riuscimmo a non farci asservire dagli americani.
Cosa rimane oggi di tutto ciò? Forse solo la memoria degli storici e non più il senso di liberazione di quei giorni.
Eppure oggi, 2014, vi sarebbe bisogno di una nuova lotta di liberazione degli italiani onesti, come onesti erano la gran parte dei partigiani e dei militari che rifiutarono nazisti e fascisti.
Da cosa ci dobbiamo liberare oggi? facciamo un piccolo elenco.

  1. Dai politici ormai stantii, nomi? Sempre i soliti a destra e sinistra: Berlusconi, D’Alema, Monti, che è stato velocissimo, Brunetta, Pecoraro Scanio, Alemanno, Polverini, che oggi ci ammoniva in Parlamento, come se niente fosse accaduto anche recentemente, Anna Finocchiaro che pretende qualcosa anche dopo aver perso le elezioni siciliane, di tanti altri, Brunetta ad esempio che si vantò di essere quasi un Nobel, ma di tanti altri ancora, diciamo il 90%, di De Mita, ancora candidato alle europee, senza far torto a nessuno e senza dimenticare Fini e Bertinotti per par condicio insieme a Casini.
  2. Delle pubblicità stupide che fanno scadere l’offerta la domenica o ti vogliono dare una gomma da masticare come fosse dinamite, o che propongono di mangiare la loro carne perché è buona: non ci credono nemmeno loro?
  3. Dei talk show fatti non per far capire ma per soddisfare il proprio ego e quindi dei Vespa e dei Santoro, ma anche dei Ballarò dove vanno sempre gli stessi e anche dei Report ma per il motivo che dopo non succede mai niente e questo aumenta la nostra frustrazione;
  4. Delle gare canore dove la canzone è un optional e anziane signore settantenni fanno finta di scendere da potenti moto e di trasmissioni come il Grande Fratello o l’isola dei famosi dove l’umanità dà il peggio di sé;
  5. Degli ignoranti che non azzeccano un congiuntivo manco a pagarli e dei professori che se ne compiacciano dicendo che “l’italiano si è evoluto”;
  6. Degli industriali italiani che dopo aver investito in finanza e non in produzione chiedono supporti e ogni giorno ci dicono che la colpa non è stata loro, ma allora dov’erano?
  7. Di chi non paga le tasse facendo si che questo paese è l’unico al mondo dove i commessi pagano più tasse dei proprietari e dove una imprenditrice afferma, senza essere arrestata, che per andare a far vacanza a Cortina deve “necessariamente” evadere”;
  8. Di quelli che occupano il posto per gli handicappati, “tanto sono tutti falsi”; di quelli che sorpassano a destra; di quelli che non si mettono nella corsia giusta al semaforo e ti tagliano la strada e di quelli che usano il cellulare alla guida e perché no? Di tutti gli stronzi in generale;
  9. Alla fine di tutti gli onesti così si avvera quello che dice il ragazzino nel film tratto da “Io speriamo che me cavo”: “Professò, li vedete quelli? Dicono che il paese è loro”. “E tu cosa ne pensi?”, chiede il Professore. “Chi io? Dico se è o’ vuosto tenitavello sta chiavica”.

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