AAAA network sostenibile cercasi. Novità sul fronte dell’edilizia sostenibile. Arrivano dalla Armostrong Buildings product, leader europeo nella produzione di controsoffitti e pavimenti per edifici commerciali, ospedali e scuole. L’azienda per capirci è la stessa che ha realizzato il nuovo edificio Unipol a Bologna oppure la torre Unicredit a Milano.

La proposta della compagnia francese è quella di creare un network “green” completamente made in Italy nel settore edile che consenta il riutilizzo dei vecchi pannelli di rivestimento dei tetti di vecchi istituti scolastici, nosocomi o ancora capannoni industriali o uffici da rifare. Il modello è quello che hanno già realizzato in Inghilterra e che permette alle aziende che ristrutturano di non accollarsi gli elevati costi di smaltimento del materiale edile di scarto destinato peraltro alla discarica perché non biodegradabile.

Come crescere restando nella culla
L’innovazione proposta da Armstrong parte dalla realizzazione di un nuovo pannello che si chiama PERLA OP 0.95 e che ha appena fatto conseguire all’azienda il “Cradle to cradle” (che significa letteralmente “Dalla culla alla culla”), una nuova certificazione mondiale “verde” che viene conferita a processi di riciclo e in genere a prodotti a impatto zero. Perla Op 0.95, infatti, è un pannello che viene realizzato reimmettendo in produzione i vecchi pannelli scartati e non più utilizzabili attraverso un complesso processo produttivo che peraltro riutilizza anche la carta da riciclo (giornali, cartoni, ecc.).
«In questo modo – spiega Jeremy Sumeray, Senior Segment Manager, Sustainability di Armstrong Buildings Products – possiamo realizzare nuovi pannelli che hanno un contenuto riciclato che parte dal 32% ,ma può arrivare fino all’80%. Tutto dipende dalla qualità dei pannelli vecchi».

Il modello inglese
In Inghilterra l’azienda ha già realizzato un network di aziende attivo diversi anni. «Negli ultimi 15 anni – continua Sumeray – abbiamo già riciclato 15 milioni di metri quadrati di vecchi pannelli. Tuttavia questo discorso è fattibile soltanto con pannelli da riciclo costruiti successivamente al 2000 perché da quella data è entrata in vigore una normativa che impone l’uso di pannelli biosolubili. Quelli precedenti non ci garantiscono gli standard qualitativi e di sostenibilità che ci siamo imposti».

 
Come evitare lo smaltimento
All’indomani della certificazione “Cradle to cradle” il progetto del network sostenibile sbarca anche in Italia. L’azienda, che ha una sede anche a Pontarlier, in Francia, punta a replicare l’esperienza inglese anche nel nostro paese. L’invito è rivolto a tutte le aziende che si occupano di installazione / distribuzione di controsoffitti sul territorio, in linea di massima aziende edili o commercializzatori. I vantaggi per chi aderisce si riferiscono alla riduzione fino all’8% dei costi operativi dal momento che i pannelli non dovranno più essere smaltiti a carico delle aziende e men che meno non saranno più conferiti in discarica. Ciò perché verranno ritirati gratuitamente da Armstrong ma solo per quantitativi minimi di 2mila metri quadrati. L’edificio realizzato con i nuovi pannelli green, inoltre, acquisterà valore di mercato sia per quanto riguarda il prezzo di vendita (fino a + 7,5%) che per il prezzo di affitto (fino a + 3%).

 
Il Mezzogiorno? In ritardo, come sempre
«Non appena sarà avviato il network – chiarisce Alessandro Buldrini: Country Sales Manager per Armstrong Buildings Products – potremo abolire la quantità minima da ritirare. Per garantire il rispetto di tutti gli standard green il network dovrà avere dei limiti geografici necessitati dal fatto che non abbiamo uno stabilimento produttivo in Italia. Ritirare infatti pannelli nelle regioni del sud del Paese, allo stato attuale, sarebbe penalizzante e non più sostenibile per l’eccessivo utilizzo di carburante».

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