Nel 2013 oltre 600mila provvedimenti giudiziali nativi digitali, 2milioni800mila atti scansionati, 43 milioni di euro risparmiati. Circa 30mila gli avvocati che hanno depositato telematicamente almeno un atto, 200mila in possesso di indirizzi di posta elettronica certificata.
Tribunali e studi legali alla sfida del Processo civile telematico.
Il 30 giugno prossimo il PCT sarà obbligatorio per i depositi dei ricorsi ingiuntivi, scambio di memorie tra avvocati, depositi di atti nelle procedure esecutive e fallimentari.
Una sfida per gli operatori della giustizia che, se vinta, sarà a tutto vantaggio della più efficiente amministrazione della giustizia.
E’ con l’intento di collaborare a questo obiettivo che il Consiglio Nazionale Forense ha organizzato oggi a Roma un incontro con i presidenti e i referenti informatici dei Consigli dell’Ordine del Mezzogiorno, per un confronto con i responsabili della informatizzazione del sistema giudiziario del ministero della giustizia (la direttrice della DGSIA Daniela Intravaia e l’ingegnere Giulio Borsari) e del Dipartimento della funzione pubblica della presidenza del Consiglio (Pia Marconi).
Per il CNF presenti Carlo Allorio, coordinatore della commissione informatica, e Lucio Del Paggio e Carla Broccardo (coordinatore e consigliere della Fondazione per la informatica del CNF).
Le due amministrazioni presenti all’incontro e il CNF collaborano nell’ambito del GOL, Giustizia on-line, per la diffusione della informatizzazione nelle otto regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia).
Il progetto Gol prevede una riprogrammazione dei fondi strutturali nell’ambito del Piano di Azione per la coesione di circa 7 milioni di euro.
Una boccata finanziaria importante in un settore, ha detto Intravaia, vittima della “spending review”.
Nell’ambito del progetto “il CNF vuole promuovere la formazione degli avvocati in ambito telematico. Sarà creata una rete tra referenti informatici dei Consigli dell’Ordine e saranno organizzate sessioni formative nelle singole regioni interessate al progetto”, ha detto Allorio.
I dati della DGSIA, riferiti all’ultimo anno, sono “impressionanti” e testimoniano che la giustizia telematica non è all’anno zero, ma chiede ora uno sforzo da parte di tutti gli operatori: il 67% dei tribunali e il 38% delle Corte di appello sono “attivati a valore legale”, dove cioè il deposito telematico ha sostituito interamente quello cartaceo.
Nel 2013, oltre 659mila provvedimenti giudiziali nativi digitali, 319mila depositi in via telematica, oltre 12 milioni di comunicazioni e notificazioni telematiche dalle cancellerie verso gli studi legali.
Massimo Terzi, presidente del Tribunale di Verbania, ufficio esempio di best practice, ha stimato in circa 60 milioni all’anno gli accessi risparmiati alle cancellerie giudiziarie nella ipotesi di completa informatizzazione di tutti gli uffici giudiziari.
Tempo risparmiato e dunque risorse- finanziare e umane- recuperate, da impegnare utilmente nel recupero dell’efficienza del sistema