Il cardinale Angelo Bagnasco è un signore che campa con i nostri soldi e per lavoro va in giro con i suoi amici vestiti di nero a dire agli altri come devono comportarsi.

Non è sposato, crede che il presepe sia una ricostruzione storica e vive contro natura professando la castità. Ma Bagnasco ha un grande sogno, quello di obbligare il mondo intero a sposarsi e a fare figli, così, per vedere che succede.

Proprio qualche giorno fa, in chiusura di una messa propagandistica, ha esortato il Senato della Repubblica Italiana a votare il DDL Cirinnà sulle unioni civili con scrutinio segreto.  Con grande sorpresa dei pochi elettori rimasti, sono giunte subito risposte chiare dal parlamento: “come regolare il dibattito del Senato lo decide il presidente del Senato. Non il presidente della Cei” (Luciano Pizzetti, Sottosegretario ai rapporti), “grave ingerenza della Cei negli affari dello Stato” (Sergio Lo Giudice, Senatore PD), “Bagnasco, ma vattela a pija ‘nder culo” (Armando Pettinari, portiere Montecitorio).

Dopo queste secche e decise risposte un surreale silenzio avvolge la sala e come un presagio di sventura, un timido rumore si fa strada da lontano. Un suono costante e dal ritmo sghembo ci guida alle ultime file. Laggiù, nel buio tra i banchi deserti, percepiamo una presenza, un deforme ammasso di carne guasta che rotola su di sé. Ah no, scusate, è Calderoli che applaude.

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