Italia come il Ghana e la Macedonia, la corruzione nel nostro Paese provoca la perdita del 16% degli investimenti all’estero. Per dirla con il comico Maurizio Crozza, è arrivato “il temibilissimo libro Bianco” sulla corruzione.   Il dato forse più triste che emerge dallo studio è che sfiducia e pessimismo sono i sentimenti che imperano tra i cittadini italiani; il che sta a significare che la lotta alla corruzione è praticamente nulla nel nostro Paese. Il picco delle denunce per corruzione si è infatti avuta nel 1995, sulla scia di tangentopoli, quando furono denunciate 3000 persone.
Nel 2009 i casi di corruzione sono stati 311, mentre nel 2010 si è scesi a 223; le persone denunciate nel 2009 sono state 1,821 mentre nel 2010 1.226. E questo non perchè la corruzione è stata effettivamente combattuta e contrastata, semplicemente perchè è entrata nello “stile di vita”.
 Il rapporto presentato oggi dalla commissione governativa collocano l’Italia al 69° posto con un trend in peggioramento; Garofoli ha dichiarato che il raffronto tra i dati giudiziari e quelli relativi alla percezione del fenomeno corruttivo induce a ritenere la sussistenza di un rapporto inversamente proporzionale tra corruzione praticata e corruzione denunciata e sanzionata.
Quello che però si chiede ogni cittadino italiano è: se il fenomeno è stato studiato, analizzato, se adesso anche la commissione governativa riconosce che la corruzione è il primo problema di questo Paese perchè radicato nelle sue radici, ramificato come un cancro mortale, che cosa si aspetta a prendere provvedimenti?
Rapporto sulla Corruzione, ROma 22 ottobre 2012

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