Originario dei paesi della macchia mediterranea, il corbezzolo ( Arbutus Unedo) cresce spontaneo in Corsica, Sardegna, Irlanda e Algeria. Fiorisce in autunno avanzato producendo dei fiori riuniti in grappoli che danno  i frutti l’anno successivo, così, nella pianta , sono presenti i fiori bianchi e i frutti di colore rosso che, insieme al verde delle foglie, ricordano il tricolore italiano.

Il frutto è una  bacca commestibile simile ad una grossa ciliegia dalla polpa gialla e la superficie granulosa.Il miele di corbezzolo è uno dei prodotti tipici della Sardegna, assai ricercato sia per l’ottima qualità, sia perché rappresenta l’ultimo prodotto delle api prima dell’inverno. Ciò giustifica il prezzo spesso elevato.

Il corbezzolo ha origine molto antica, tanto che viene persino citato in un passo dell’Eneide. Molto interessante l’origine del nome di questa pianta. Fu Plinio il Vecchio a citarlo come unedo, dal latino unum edo (cioè “ne mangio uno solo”). Si attribuisce questo nome al fatto che le creste del frutto sono piuttosto dure e, mangiarne più di uno senza sbucciarlo diventa davvero fastidioso. In italiano il corbezzolo viene normalmente chiamato anche “fragola marina”(Cerasa marina in marchigiano) un po’ per la forma e un po’ per la localizzazione tipica dell’area marina, o lacustre. In molte lingue ritorna la somiglianza con le fragole, sia per quanto riguarda la lingua inglese che quella francese (strawberry tree in inglese) Pare si conosca questa pianta anche con il nome di ”albero tricolore” in riferimento alla concomitanza del colore verde delle foglie, bianco dei fiori e rosso dei frutti.

Una curiosità: questa pianta è coltivata lungo la passeggiata Guncina, nei pressi di Bolzano. Si racconta che sia stata proprio la principessa Sissi a volere che si piantassero corbezzoli in questa particolare area: la posizione risulta per altro ottimale poiché ampiamente soleggiata anche nella stagione invernale. Ovidio narra, nei Fasti che, Carna, ninfa gelosa della sua verginità, fu sedotta con uno stratagemma da Giano che, per ricompensarla del bene perduto, le concesse il potere di vegliare sui cardini degli usci e che, proprio con un ramo di corbezzolo, la verga Janalis, Carna aveva la capacità di cacciare i demoni e gli spiriti malefici.

Da un punto di vista fitoterapico, il corbezzolo ha un’ ottima azione astringente e antidiarroica utile in caso di colite e infezioni delle vie urinarie. La proprietà antisettica e antibatterica è utile in caso di cistiti e prostatiti. Il miele di corbezzolo, un po’ amarognolo, è eccellente come balsamico e antinfiammatorio in caso di tosse e raffreddore

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