Tra le eventualità più temute al giorno d’ oggi, rientra senz’ altro quella di ricevere una lettera di licenziamento. Con questo tipo di comunicazione, infatti, si ratifica all’ impiegato la cessazione del rapporto di lavoro, e conseguentemente anche l’erogazione del salario.

Si tratta quindi di un avvenimento sconvolgente, che comporta drastici cambiamenti nella vita di un lavoratore anche quando se ne è al corrente con relativo anticipo: l’impatto pratico ed emotivo di una lettera di licenziamento diventa ancora più significativo se invece il suo arrivo è imprevisto o, fattore ancora più importante, immotivato.

Se difatti si è di fronte a un licenziamento non giustificato da determinate premesse, lo stato italiano tutela il lavoratore, che è autorizzato a procedere per vie legali e ad avviare una causa per licenziamento illegittimo.

Licenziamento: quando è che si può definire illegittimo

In primo luogo, va anticipato che la cessazione del contratto di lavoro da parte dell’azienda sottoscrivente è contemplata, ma a tutela del lavoratore deve essere svolta sotto precise condizioni. Una prima condizione è che la decisione di interrompere il rapporto lavorativo sia comunicata per iscritto, ovvero a mezzo lettera: la seconda è che in tale lettera siano illustrati i motivi che giustificano questa grave risoluzione. In generale, infatti, un licenziamento è illegittimo se:

– in caso di licenziamento disciplinare, se il comportamento addotto a motivazione non è abbastanza grave da motivare una misura così estrema, oppure la causa indicata è proporzionata, ma si rivela non corrispondente a verità.  

– in caso di licenziamento economico, se non ve ne era davvero la necessità, o se non è stato fatto quanto possibile per ricollocare il lavoratore, o se non si è applicata equità nella scelta del dipendente da licenziare.

Causa per licenziamento illegittimo: tempi e costi

Nei casi sopra illustrati, il lavoratore ha diritto di procedere per vie legali. Il tempo a disposizione per impugnare il licenziamento è entro 60 giorni dalla data di ricezione della lettera: dopodiché, entro 180 giorni da questo primo passo legale, si deve presentare ricorso alla cancelleria del giudice per richiedere la dichiarazione di illegittimità del licenziamento. Trattandosi di un vero e proprio procedimento legale, la causa ha dei costi che, per via della particolare natura del contezioso in questione, cercano di agevolare il dipendente, e sono così ripartiti:

– Marche da bollo e altri diritti non sono contemplati per cause di lavoro.

– Il contributo unificato (obbligatorio quando si introduce una causa di qualunque tipo) è dimezzato (o addirittura annullato se il nucleo familiare del lavoratore nell’anno precedente ha avuto un reddito inferiore ai 34.400 €).

L’onorario dell’avvocato del lavoro è a carico del lavoratore, motivo per il quale esistono sindacati convenzionati. Contrariamente a quanto avviene generalmente, per cause di lavoro in caso di perdita il lavoratore non è (sempre) tenuto a farsi carico anche delle spese legali sostenute dall’ azienda: si considera infatti che al momento dell’avvio della causa, egli non sia al corrente di alcuni fattori determinanti che solo il datore di lavoro può conoscere.

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