Marina, Marina, Marina, ti voglio al più presto sposar. Era il 1959 quando Rocco Granata proponeva al pubblico questa canzone: la canzone che gli avrebbe regalato la fama in tutto il mondo. Se il nome Rocco Granata non vi dice niente, non preoccupatevi, non siete soli: qui da noi, in Italia, non lo conosce quasi nessuno.

Rocco, però, è una star in Belgio, uno degli artisti più acclamati a Bruxelles e dintorni, al punto che alla sua vita è stato addirittura dedicato un film (intitolato, naturalmente, Marina), diretto da Stijn Coninx. Divo all’estero e praticamente ignoto in Italia: il destino di Rocco, oggi 75enne, è stato quello di ricalcare l’evangelico Nemo propheta in patria.
La sua, però, non è una storia isolata: sono molti, infatti, gli artisti nostrani che hanno avuto un successo eccezionale fuori dai confini nazionali rimanendo sconosciuti (o quasi) al di qua delle Alpi.

E’ il caso, per esempio, di Robertino. Se vi state chiedendo chi sia, vi diamo un indizio musicale: Con un bacio piccolissimo / con le labbra tue di zucchero / con un bacio piccolissimo / tu m’hai fatto innamorar. Nato a Roma nel 1947, Robertino, il cui nome vero è Roberto Loreti, ha incontrato il successo in Italia negli anni Sessanta, per poi essere progressivamente dimenticato. Si è rifatto con gli interessi, però, all’estero, specialmente nell’Europa dell’Est e, sorprendentemente, in Scandinavia (al punto che il suo sito Internet è tradotto, oltre che in inglese, anche in norvegese). Protagonista di film in lingua tedesca (Im schwarzen Rößl), si è esibito praticamente in tutto il mondo, dall’Australia al Messico (dove è soprannominato Senor Simpatia), dal Giappone agli Stati Uniti (dove è stato ospitato dell’Ed Sullivan Show e ha cantato al Madison Square Garden), dal Canada alla Russia (dove è conosciuto come La voce dello spazio, poiché suoi grandi fan erano i cosmonauti Jurij Gagarin e Valentina Tereskova). Nella sola ex Unione Sovietica ha venduto poco meno di sessanta milioni di dischi, mentre in Italia è costretto ad accontentarsi di essere ospitato per dieci minuti a I fatti vostri: stranezze dei percorsi artistici.

Molto amata in Cina è, invece, Emma Re, all’anagrafe Silvia Cortella, quarantunenne torinese che deve il proprio successo in Estremo Oriente al presidente della tv di Stato, che rimase ammaliato dalla sua voce dopo aver ascoltato un suo Cd in un ristorante di Pechino.  Era il 2007, e da allora Emma ha entusiasmato i fan asiatici: unica occidentale invitata a esibirsi durante le cerimonie di apertura dell’Anno Olimpico, ha realizzato la colonna sonora di The legend of Bruce Lee, kolossal televisivo da cinquanta puntate; e, visto che la legge fino a quel momento impediva a un’artista non cinese di entrare in una produzione di stato, quella legge è stata cambiata apposta per lei. Insomma, Emma è ambasciatrice culturale cinese: eppure in Italia il suo nome è pressoché sconosciuto.

Un percorso simile a quello della vicentina Rosanna Zambon, sbarcata negli anni Sessanta, ancora adolescente, a Tokyo, al seguito di due zii. Con loro iniziò a cantare, facendosi notare da Hide Demon, interprete giapponese che la volle immediatamente con sé. E così, mentre nella coppia nasceva l’amore, il duo Hide to Rosanna conquistava il successo, come dall’altra parte del mondo accadeva ad Al Bano e Romina. La Zambon, assolutamente sconosciuta in Italia, diventò una popstar nel Sol Levante. Quando Hide morì, a soli 47 anni, Rosanna scelse di rimanere in Giappone, con i suoi figli: ancora oggi è richiestissima in televisione.
Ci sono poi casi in cui il successo all’estero è quasi completamente casuale. Basti pensare alla storia di Laura Bono, vincitrice di Sanremo Giovani nel 2005 con il brano Non credo nei miracoli. La canzone, ai tempi, venne immediatamente apprezzata in Finlandia (dove seguono assiduamente il Festival), al punto che venne chiesto all’etichetta discografica della Bono di importarla. Nel giro di pochissimi giorni, arrivò un successo inaspettato, che portò la varesina Laura a essere ospitata al Grande Fratello finlandese, a registrare un duetto con la star locale Tomi Metsaeketo, a esibirsi alla cerimonia di apertura dei Mondiali di atletica leggera a Helsinki dell’agosto del 2005 e a suonare addirittura davanti alla Presidente della Repubblica Tarja Halonen. Mentre in Italia si disimpegnava tra piccoli club e locali, insomma, Laura è diventata una star in Finlandia, al punto che nel 2008 il suo secondo album, S’intitola così, pur essendo in lingua italiana è stato pubblicato solo lì.
E poi certo, ci sono i casi più famosi di Al Bano, Toto Cutugno, Pupo e i Ricchi e Poveri. In questo caso non si tratta certo di artisti che in Italia sono sconosciuti, ma semplicemente snobbati, spesso osservati con la puzza sotto il naso e trattati con i guanti in lattice, come per non sporcarsi. Mentre mietono successi su successi nell’Europa dell’Est o in Sudamerica, in patria devono fare i conti con l’altezzosità di chi li cataloga come musicisti di serie B. In un Paese che, forse, non sa capirli, come non ha capito Rocco, Robertino, Emma, Rosanna e Laura.

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