Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge che completa il percorso avviato nel mese di luglio finalizzato al riordino delle province e all’istituzione delle città metropolitane. Il numero delle Province si ridurrà da 86 a 51, comprese le città metropolitane.
  Questo il testo del comunicato di Palazzo Chigi:

Il Consiglio dei Ministri ha condiviso la proposta dei Presidenti delle Giunte e dei Consigli, all’interno della Conferenza Stato-Regioni, sul taglio ai costi della politica regionale. La proposta garantisce il dimezzamento dei costi, per un risparmio complessivo di circa 40 milioni di euro l’anno.

All’inizio di ottobre il Consiglio dei Ministri con il decreto legge sul contenimento della spesa dei Consigli regionali e sulla riduzione dell’apparato politico ha affidato alla Conferenza Stato-Regioni il compito di individuare le Regioni più “virtuose” per quanto riguarda la retribuzione del corpo politico regionale e i finanziamenti ai gruppi consiliari (cfr. comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 48 del 4 ottobre 2012). L’intervento, mirato a ridurre gli sprechi e gli usi impropri delle finanze pubbliche a livello locale, ha creato le condizioni per una gestione amministrativa e contabile efficienti, rispettose della legalità e trasparenti.

La Conferenza Stato-Regioni ha indicato nell’Umbria la regione più virtuosa per quanto riguarda la retribuzione dei Presidenti di Giunta, l’Emilia Romagna per quanto riguarda i consiglieri regionali e, per i finanziamenti ai gruppi consiliari, ha indicato la Regione Abruzzo.

La scelta del Consiglio di condividere la proposta della Conferenza rende superflua l’adozione di un provvedimento espresso. Le Regioni dovranno adeguarsi ai nuovi standard entro il 30 novembre.

 

 

RIORDINO DELLE PROVINCE

 

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto-legge che completa il percorso avviato nel mese di luglio, finalizzato al riordino delle province e all’istituzione delle città metropolitane.

La riforma si ispira ai modelli di governo europei. In tutti i principali Paesi Ue, infatti, ci sono tre livelli di governo. Il provvedimento consente inoltre una razionalizzazione delle competenze, in particolare nelle materie precipuamente “provinciali” come la gestione delle strade o delle scuole. Con il decreto approvato le province sono state ampiamente ridotte.

Dal 1° gennaio prossimo le giunte delle province italiane saranno soppresse e il Presidente potrà delegare l’esercizio di funzioni a non più di 3 Consiglieri provinciali.

Il numero delle province delle Regioni a statuto ordinario si ridurrà da n.86 a n.51 (ivi comprese le città metropolitane)

Il riordino delle province è stata l’occasione che ha spinto numerosi Comuni a chiedere lo spostamento in un’altra provincia, confinante con quella di appartenenza, per ragioni di maggiore affinità territoriale e socio-economica.

Sempre dal 1° gennaio 2014 diventeranno operative le città metropolitane, che sostituiscono le province nei maggiori poli urbani del Paese realizzando, finalmente, il disegno riformatore voluto fin dal 1990, successivamente fatto proprio dal testo costituzionale e, tuttavia, finora incompiuto.

Per assicurare l’effettività del riordino posto in essere, senza necessità di ulteriori interventi legislativi, il Governo ha delineato una procedura con tempi cadenzati ed adempimenti preparatori, garantiti dall’eventuale intervento sostitutivo di commissari ad acta.

Resta fermo il divieto di cumulo di emolumenti per le cariche presso gli organi comunali e provinciali. Resta altresì ferma l’abolizione degli Assessorati. Infine gli organi politici devono avere sede esclusivamente nelle città capoluogo

Il riordino delle Province è il primo tassello di una riforma più ampia che prevede la riorganizzazione degli uffici territoriali di governo (prefetture, questure, motorizzazione civile etc etc) in base al nuovo assetto. Dunque anche gli altri uffici su base provinciale saranno di fatto dimezzati. Al termine di questo processo sarà possibile calcolare gli effettivi risparmi che comporterà l’intera riforma.

 

Infine, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri il Consiglio ha nominato a componenti del Consiglio di giustizia amministrativa per la REGIONE SICILIANA l’avvocato Giuseppe BARONE (Sezione giurisdizionale) e l’avvocato Antonino LO PRESTI (Sezione consultiva).

 

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