Guardare le email, gli sms e i social media, via smartphone spesso prima di essersi alzati dal letto. Per i giovani under 30 è di fatto il rituale che inaugura la giornata. Secondo uno studio condotto per conto di Cisco Systems da InsightExpress in 18 paesi su 1800 studenti universitari e giovani professionisti di età compresa tra 18 e 30 anni, la “Generazione Y” di Internet considera ormai parte integrante della propria vita la possibilità di connettersi sempre e ovunque attraverso i dispositivi mobile.

Basti pensare che un intervistato su 4 (il 29%) controlla il proprio smartphone in modo cosi costante da non sapere quante volte lo fa. Globalmente, 1 su 5 lo utilizza per controllare le email, i messaggini e i social media almeno ogni 10 minuti mentre un terzo lo fa almeno ogni 30 minuti.

Gli smartphone sono utilizzati ovunque, anche nei posti più privati rendendo di fatto la linea di demarcazione tra il lavoro e la vita sociale/familiare sempre più sottile. Le persone controllano gli aggiornamenti di lavoro e comunicano ad ogni ora e da qualsiasi posto immaginabile. L’ampia disponibilità di applicazioni rende inoltre i dispositivi veri e propri strumenti da usare per fare acquisti, informarsi, gestire il conto in banca.

Oltre la metà degli interpellati dall’indagine ha dichiarato di utilizzare le applicazioni mobile principalmente per il gioco e l’intrattenimento. Uno su quattro (il 27%) le utilizza invece principalmente per motivi di lavoro. A sorpresa tuttavia, tra tutte le applicazioni scaricate quotidianamente, solo poche vengono utilizzate regolarmente: la maggior parte degli intervistati della Generazione Y (il 60%) ha dichiarato di utilizzare regolarmente meno di 10 app per smartphone mentre solo 1 intervistato su 5 (il 20%) accede abitualmente a un numero più elevato di applicazioni: dalle 10 alle 25 in media.

Non stupisce quindi il fatto che la generazione nativa di internet sia per sua natura portata ad aspettarsi sempre più servizi via web, di qualsiasi natura. Ad essere messe a dura prova sono di fatto le amministrazioni pubbliche. Mentre infatti le imprese commerciali di natura privata sono da tempo consapevoli dell’evoluzione della domanda dei nuovi utenti, la Pubblica Amministrazione, stretta anche da vincoli di spesa, continua ad essere in affanno.

Lo dimostra anche l’ultima ricerca di Contact Lab, società specializzata in digital marketing, che ha messo sotto la lente l’utilizzo da parte degli utenti Internet italiani dei servizi online della Pubblica Amministrazione e il loro grado di soddisfazione (Il report è scaricabile gratuitamente all’indirizzo http://www.contactlab.com/utenti-web-e-PA-online) .

Tre utenti Internet italiani su quattro hanno infatti utilizzato nel corso dell’ultimo anno almeno un servizio online della PA, ma non sempre in modo soddisfacente. Tra gli utilizzatori di almeno un servizio la percentuale dei soddisfatti è del 63%, in crescita al 66% tra il pubblico femminile. Tra i servizi più diffusamente utilizzati dall’utenza italiana presa in esame al primo posto troviamo quello relativo alle tasse (34% dei rispondenti), che comprende ad esempio il calcolo del bollo dell’auto, la verifica sui pagamenti effettuati ecc., seguito dal turismo (promozione del territorio, pro loco ecc.) al 31% e dalle opportunità online messe a disposizione dall’università e dagli enti del lavoro (centri per l’impiego, servizi INAIL ecc.) con un 25%.

Su un campione di 25mila partecipanti all’indagine, tre utenti Internet su quattro hanno utilizzato almeno una volta un servizio di pubblica amministrazione online. Non emergono differenze tra le diverse aree geografiche del Paese né per quanto riguarda il numero medio di utilizzatori né sul livello di soddisfazione.

Le donne, che usano questi servizi più degli uomini (58% contro il 42%), sono anche le più soddisfatte (66% contro 58%). Anche nel caso dei servizi on line della PA, tuttavia, i giovani under 35 si confermano i più attivi: da soli rappresentano la metà (49%) degli utenti. Tra loro due utenti su tre si ritengono soddisfatti, giudizio probabilmente legato a scuola, università o biblioteca. La fascia under 24, in particolare, è quella dove rileviamo la massima concentrazione di utilizzatori e nello stesso tempo la percentuale maggiore di utenti soddisfatti.

L’abitudine all’utilizzo dei servizi online della pubblica amministrazione si intensifica tra quegli utenti internet più evoluti ovvero chi utilizza i dispositivi mobile (smartphone e tablet) per informarsi o acquistare online. Una tendenza che dovrebbe spingere la PA a rendere disponibile app dedicate generando un ulteriore meccanismo di soddisfazione.
Ma è proprio sul futuro che si concentrano le aspettative: tanto più che sull’Agenda Digitale gli italiani rivelano di volerne sapere di più.
Secondo la ricerca “Gli Italiani e l’Agenda Digitale”, realizzata da ISPO per conto di Cisco Italia, più della metà dei cittadini (52%) si aspetta dalla digitalizzazione un cambiamento tangibile nella loro vita. Tra gli ambiti che potranno migliorare vengono citati: la comunicazione (67% degli intervistati), la scuola (65%), l’accesso alle informazioni e ai contenuti culturali (64%), la modalità di interazione con la Pubblica Amministrazione (61%), il Servizio Sanitario (60%).
Dalla digitalizzazione del Paese i cittadini italiani si aspettano anche ricadute in termini di impatto ecologico e sociale: il 48% degli intervistati ritiene che possa contribuire a migliorare la qualità dell’ambiente e dell’aria, mentre il 52% si aspetta un miglioramento della qualità della vita, incidendo positivamente anche sul suo costo.

Nonostante ciò, tuttavia, il tema dell’Agenda Digitale è, per ora, appannaggio di una minoranza informata: se l’85% degli opinion maker intervistati ne ha sentito parlare, solo il 66% di questi dichiara di sapere bene di cosa si tratta e l’83% ritiene che la questione digitale sia di primaria importanza per la modernizzazione del Paese, mentre il 63% della popolazione ammette di non averne mai sentito parlare. Anche se la volontà di saperne di più di certo non manca: vuole essere aggiornato sui progressi dell’agenda (il 49% sul totale del campione, che diventa il 73% tra i 18-34enni, il 65% tra i 35-44enni). I canali più desiderati per informarsi sono il telegiornale (35%) per i più maturi e lo stesso sito Internet dell’Agenda Digitale (22%) per i più giovani.
A prescindere dalle informazioni in possesso, tuttavia il giudizio degli opinion maker e dei cittadini tende a convergere su un punto: la PA deve assumere un ruolo da protagonista per la modernizzazione del Paese e la digitalizzazione dei servizi è la via per garantire tale sviluppo.

Dalle interviste emergono non solo desideri e aspettative ma suggerimenti ben precisi per far evolvere la PA: le iniziative finora attuate hanno rafforzato negli utenti il desiderio di avere servizi digitalizzati “end-to-end”, che consentano di effettuare l’intera procedura richiesta attraverso lo strumento telematico (in questo senso si sono espressi l’80% dei cittadini e il 92% degli opinion maker).
Tanti i benefici attesi: la trasparenza (94% per gli opinion maker e 82% per i cittadini), i risparmi sia per lo Stato che per il cittadino (89% per gli opinion maker e 79% per i cittadini), la riduzione del digital divide (85% per gli opinion maker e 74% per i cittadini). Ed è su questo punto che chi uscirà vincitore dalle urne elettorali, al di là delle dichiarazioni di intenti, dovrà dimostrare impegno: il decisore politico è considerato come attore di primaria importanza per la diffusione delle tecnologie digitali e gli opinion maker sollecitano interventi governativi capaci di concretizzare e rendere fattibili i contenuti dell’Agenda Digitale. Altrimenti destinati a restare sulla carta.

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