Il golfo di Napoli, sul cui sfondo si erge il Vesuvio, è tra gli spettacoli più famosi del pianeta. Cartoline (milioni!) sono state spedite con questo panorama unico al mondo, dove il mare è quasi a ridosso di questo splendido vulcano attivo. Il Vesuvio, il vulcano più fotografato, dipinto, narrato, studiato, monitorato e temuto. Il complesso vulcanico più antico del napoletano nasce nel quaternario, circa 400.000 anni fa, mentre il gran Cono Vesuvio, 1281 metri sul livello del mare, si forma in seguito. Da diversi anni vi è il Parco Nazionale del Vesuvio che si occupa di tutelare, valorizzare un territorio ricco di bellezze, tanto da essere riconosciuto Riserva Mondiale del MAB-UNESCO. L’area protetta Somma-Vesuvio si pone al centro di un territorio ricco di luoghi turistici come gli scavi di Pompei, Ercolano e Oplonti, le ville del Miglio D’Oro (anch’esse nella riserva MAB- UNESCO) e il Golfo di Napoli.

E’ uno tra i più piccoli parchi d’Italia con i suoi 8.482 ettari ma anche il più abitato con circa mezzo milione di residenti: nel perimetro del Parco insistono, infatti, tredici comuni. “È stato, per anni, considerato -si legge in una nota dell’Ente Parco – l’ombelico del Mediterraneo, il centro della cultura europea. Qui, con Carlo III di Borbone, l’archeologia ha visto la sua nascita con l’inizio degli scavi di Ercolano e di Pompei e qui, con Ferdinando II, è sorto il primo osservatorio vulcanologico del mondo”. La sede dell’Ente Parco Nazionale del Vesuvio è nel Palazzo Mediceo di Ottaviano nel cuore dell’area protetta.

La Storia
Il Vesuvio è un vulcano che alterna periodi di grande attività vulcanica a intervalli in cui pare dormiente. In più di un’eruzione ha fatto danni enormi, la più tristemente famosa è quella del 79 d.C., dove furono distrutte e sepolte Ercolano, Stabia e Pompei. Si ricorda anche quella che nel dicembre del 1631 distrusse la maggior parte dell’abitato intorno a sé e uccise ben 40.000 persone. L’ultima eruzione avvenne nel marzo 1944, furono distrutti vari centri abitati, le ceneri arrivarono fino in Albania e i metri cubi di lava che si riversarono nel napoletano furono ventuno milioni.

Il Vulcano
Il monte Somma fu in parte distrutto dalle eruzioni di circa 25.000 anni fa e al suo interno è poi sorto il Gran Cono Vesuvio formando il tipico vulcano “a recinto”. Il monte Somma e il Gran Cono sono separati da un avvallamento detto Valle del Gigante, che a sua volta è suddivisa in Atrio del Cavallo a ovest e Valle dell’Inferno a est. Nel Vesuvio vi sono varie bocche eruttive, e sono presenti diverse fumarole, segni evidenti del suo riposo attivo. Il Monte Somma che ha un diametro di base di quindici chilometri e ha la sua vetta più alta con Punta Nasone di 1132 metri sul livello del mare e tutto l’orlo craterico, della parte settentrionale, è un susseguirsi di cime che prendono il nome di cognoli. La parte meridionale del vecchio recinto ora non esiste più e al suo posto, una valle denominata Valle delle Ginestre. Nasce anche una sorgente detta dell’Olivella, evento non comune in un comprensorio vulcanico (quota 350 metri sul livello del mare) alle pendici del Vallone Sacramento nel comune di Sant’Anastasia. Nel corso dei secoli, l’acqua della sorgente ha scavato due grosse cavità di grande interesse biologico e geologico.

La Fauna
Il Parco è localizzato lungo le rotte migratorie che dall’Africa arrivano in Europa, nel territorio sono censite ben 150 specie di avifauna. Tra le specie che trovano ristoro nell’area protetta e poi ripartire per altre destinazioni, da evidenziare: Il Falco di palude, Il Grillaio, la Ghiandia marina, il Gruccione.
Il Corvo Imperiale, un uccello che può arrivare a un metro e 30 cm di apertura alare, è presente con due coppie; lo sparviere, un rapace, che si era estinto nel 1970 nell’area vesuviana, ora è tornato a nidificare con almeno due coppie; Il Picchio rosso maggiore, il Picchio verde e il colombaccio in questi anni sono aumentati di numero, proprio grazie alla tutela del territorio. Troviamo anche Il Falco pellegrino, il Falco pecchiaolo, il Succiacapre, il Codirossone e la Monachella.
I mammiferi sono presenti con ventinove specie come il Tasso, la Donnola, la Faina, la Volpe, il Gatto selvatico; ma il piccolo Moscardino, il Ghiro e il Topo Quercino sono tra le presenze più rilevanti.
I Pipistrelli contano una quindicina di specie, tra questi il raro Molosso del Cestoni, unico rappresentante europeo della famiglia dei molossidae. Vi sono due specie di anfibi: la rana verde minore e il rospo smeraldino e otto specie di rettili tra cui il rarissimo Cervone.
Vi sono quarantaquattro specie di farfalle, insetti che fungono da importanti indicatori biologici di qualità ambientale che sono tra i primi a scomparire se l’ambiente si deteriora. Da segnalare il Macaone e la rara Charaxes jasius, tra le più belle farfalle italiane, che frequenta le aree del Parco dove cresce il Corbezzolo. La microfauna è ricca e interessante con ben 1229 specie di Antropodi. Nel corso degli studi dell’Ente Parco sono state descritte tre nuove specie di coleotteri sconosciute al mondo della scienza.

La Flora
Vi sono circa 700 specie vegetali sul Vesuvio, vi sono boschi di Leccio su vari versanti del cratere, l’acero napoletano (specie endemica) della Campania, e l’ontano napoletano (specie endemica) dell’Italia meridionale peninsulare. Vi sono anche castagni, noccioli e pinete composte di pino domestico consociato con pino marittimo, e, nelle aree più aride, è presente il pino d’Aleppo. Sono presenti ben 200 specie di funghi di cui alcune rare, vi sono ben ventitré specie di orchidee che in primavera colorano il sottobosco con tinte delicate, dal bianco al rosa, dal lilla alla fucsia. La macchia mediterranea è molto presente, tra le tante piante spiccano le Ginestre.

Prodotti Agricoli
Il territorio vesuviano è particolarmente fertile, e il clima mediterraneo è molto favorevole per la crescita di diversi tipi di frutta Nel sito del parco sono segnalati ben dodici prodotti, tra dolci e vini. “La vite occupa il posto più importante tra le produzioni agricole vesuviane; fu introdotta in Campania dai Greci oltre 3.000 anni. Oggi i vitigni maggiormente diffusi alle falde del Vesuvio sono il Piedirosso, o “Pere ‘e Palummo”, e la Falanghina, che insieme realizzano al vino Vesuvio rosso e rosato D.O.C.; invece il vitigno Coda di Volpe, chiamato localmente “caprettone”, derivante dalle antiche viti romane della Campania Felix, dà origine al vino bianco D.O.C. tipico della zona. Dai vitigni, Piedirosso e Coda di Volpe si ricava il famoso “Lacrima Christi”. Un cenno particolare merita l’uva Catalanesca, antico vitigno che si produce soprattutto sul versante sommano; importata nel 1450 dalla Catalogna, è utilizzata principalmente come uva da tavola ma vi si può ricavare anche l’omonimo vino, oggi prodotto esclusivamente per consumo familiare” (tratto dalle note del Parco). La Pastiera di grano, albicocca vesuviana, ciliegia dal monte, nocillo, miele, pane, pizza di scarola, stoccafisso e baccalà, pasta e il pomodorino piennolo, un prodotto DOP. Il pomodorino ha un gusto particolare dolce-acidulo, molto stuzzicante, è conservato in dei fasci appesi, tipica conservazione di questa terra. Il pomodorino è utilizzato anche per insaporire le pizze, il gusto finale è particolare, un sapore che racchiude la bellezza di questa terra, dolce quasi come il miele e acidulo come la difficoltà della vita, questo strano connubio conferisce un sapore unico e sopraffino.

Sentieri nella natura e percorsi nell’arte
Sono presenti ben dieci sentieri, dal più facile al più difficile, con una lunghezza complessiva di cinquantaquattro chilometri di camminamento e lungo i sentieri sono evidenziate (nella cartellonistica) le parti naturalistiche, storiche e geologiche. Il più famoso è il sentiero che porta fino al gran Cono, ma sono tutti molto interessanti, come la terrorizzante “ Valle dell’Inferno” un percorso di nove chilometri, di difficoltà notevoli, dove si osserva dai sentieri bassi l’imponenza del monte Somma e del Vesuvio. L’area è densa di tradizioni popolari, diverse sono a sfondo religioso e vi sono varie strutture storiche: masserie ben conservate a Massa di Somma; un quartiere medievale a Pollena Trocchia; varie presenze di ville patrizie a Boscoreale; la chiesa di “Ave Gratia Plena” eretta nel 1688 a Boscotrecase; gli scavi di Ercolano; il castello di Ottaviano; il centro storico di Sant’Anastasia; il Santuario di San Giuseppe con facciata neoclassica a San Giuseppe Vesuviano; la chiesa di San Sebastiano Martire del 700, unica struttura scampata all’ultima eruzione, a San Sebastiano al Vesuvio; il Casamale, zona storica, circondato da mura Aragonesi a Somma Vesuviana; il Tempio dell’Immacolata del 1758 a Terzigno; Villa delle Ginestre (che ospitò Giacomo Leopardi) a Torre del Greco. Solo per fare qualche esempio, in realtà i punti d’interesse sono molti di più.

Dove dormire
Nel sito del Parco sono indicati quattordici posti tra alberghi, agriturismi e Bed&Brekfast.

Per informazioni
Contattare tutte le mattine dei giorni feriali L’Ente Parco allo 0818653911 o visitare il sito del Parco al seguente link: http://www.parks.it/parco.nazionale.vesuvio/index.php

Si ringrazia la dottoressa Paola Conti dell’Ente Parco per la cortese collaborazione e per la concessione delle bellissime foto che corredano questo articolo.

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