Questo il giudizio pubblicato oggi dalla Corte europea per i diritti umani sul caso Tymoshenko contro Ucraina (la sentenza è leggibile in inglese in allegato).
Yulia Tymoshenko è stata primo ministro in Ucraina nel 2005 e dal dicembre 2007 al marzo 2010. I fatti che la riguardano risalgono all’aprile del 2011, quando fu accusata di irregolarità riguardanti un contratto concernente l’importazione di gas. Nell’ottobre del 2011 fu arrestata, quindi condannata a sette anni di detenzione e a tre anni di interdizione dai pubblici uffici.
Durante tutto il processo la Tymoshenko fu lasciata in carcere preventivo perché i giudici respinsero ogni sua richiesta di rilascio. 
Nonostante le sue denunce di numerosi problemi di salute (allergie, gastrite cronica, sciatica e diversi e gravi problemi alla schiena, oltre che problemi vascolari che la portavano ad avere emorragie subcutanee), Yulia nel periodo di detenzione, non solo non riuscì mai ad avere qualche facilitazione, ma anche a ricevere le cure mediche appropriate.
Tra il febbraio e l’aprile del 2012 riuscì ad essere visitata da un team di medici tedeschi che raccomandarono per la prigioniera alle autorità cure mediche specializzate. Dopo varie peripezie, Yulia Tymoshenko è stata dismessa il 30 ottobre 2012, ma è tutt’ora detenuta presso la struttura di Kharkiv.
Oggi la Corte ha riconosciuto che la sua detenzione preventiva nel carcere di Kyiv e nella Colonia di correzione Kachanivska in Kharkiv è stata assolutamente inadeguata alle sue condizioni di salute, ma si pronuncerà con una decisione a parte sul trasferimento nell’ospedale di Kharkiv deciso contro la sua volontà e sulle ferite causate dal trasferimento sulle quali non è mai stata fatta piena luce. 
La pronuncia non ha esplicitamente affermato che la detenzione è servita ad escludere la Tymoshenko dalla vita politica del paese (ci sono stati anche pareri dissenzienti tra i giudici della Corte Ue), ma comunque la sua cercerazione preventiva è stata arbitraria e illegale, dal momento che l’unica accusa era un comportamento poco rispettoso nei confronti dei giudici nazionali.
CASE_OF_TYMOSHENKO_v._UKRAINE.pdf

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