Molti consumatori hanno ormai imparato che la fedeltà a un gestore di energia non paga, un po’ come accade da tempo nel settore della telefonia. Anzi, sfruttare la concorrenza tra gli operatori può consentire ottimi risparmi a chi ha voglia e tempo di spostarsi tra le tariffe dei vari gestori. In questo modo, potremo sempre muoverci per trovare le offerte per l’energia elettrica più convenienti. Con un fastidio minimo risparmiare sulla bolletta dell’energia elettrica sarà molto facile.
L’unica pecca di questo ragionamento è il fatto che più del 50% del peso della bolletta dell’energia elettrica non abbia nulla a che fare con noi, bensì con oneri e tasse varie che fanno lievitare la nostra spesa energetica: per verificare questo è sufficiente visitare il sito dell’Autorità per l’Energia, in cui vengono evidenziate le componenti che caratterizzano la bolletta dell’energia elettrica.

Il Governo dovrebbe al più presto intervenire per ridurre quelle che sarebbero gli elementi più semplici da tagliare. Questa dovrebbe veramente essere una priorità assoluta, se si pensa il reale risparmio sulla bolletta dell’energia elettrica che produrrebbe l’eliminazione di tasse e oneri, anche solo per mettersi in linea con l’Europa. La questione peggiore è che, nonostante sia sceso il costo delle materie prime e i consumi siano ai minimi storici, infatti, le bollette dell’energia elettrica non accennano a diminuire come dovrebbero.

Al contrario, oneri e tasse continuano a crescere. A fare peggio di noi, in Europa, per quello che riguarda i rincari in bolletta, sono stati solo Cipro, che ha visto lievitare le tariffe del 21%, e la Grecia, dove i prezzi sono saliti del 15%. Da noi, al contrario, l’aumento della bolletta dell’energia elettrica ha subito una crescita di solo il 10% dal 2009 alla fine del 2012. Per ovviare a questa situazione imbarazzante, l’Autorità per l’Energia ha effettuato una riduzione dell’1,1% sulla componente dell’energia elettrica, portando nelle tasche degli italiani la bellezza di 6 euro all’anno.

Il mini-taglio, passato praticamente inosservato, è però stato legato a una riduzione più sostanziosa sulla bolletta del ga che permetterà invece di tagliare 46 euro all’anno. Come risultato totale, la diminuzione recente delle componenti materia prima di gas ed energia elettrica, sommato ai ritocchi compiuti dall’Autorità per l’Energia, ha portato uno sgravio di circa 140 euro annuali negli ultimi 12 mesi, su tutte le forniture energetiche.

Sfortunatamente l’abbattimento degli oneri e delle tasse non è competenza dell’Autorità per l’Energia. Si tratta di una serie di voci di spesa che si sono ingrossate di anno in anno, in barba al mercato che invece imponeva una discesa dei prezzi. Ma proviamo ad analizzara attentamente le varie spese che appesantiscono la bolletta dell’energia elettrica; resta il fatto che i servizi di vendita, ovvero quelli veramente legati al mercato, pesano meno del 50%.

Tutto il resto è suddiviso tra servizi di rete (trasporto dell’energia elettrica, distribuzione locale dell’energia elettrica, gestione del contatore, ecc.) e imposte /oneri generali, che rappresentano rispettivamente il 13,34% e il 21,43% su quello che ogni anno paghiamo sulla bolletta dell’energia elettrica. Se il significato di tasse è ovviamente chiaro, per oneri generali intendiamo tutta una serie di piccole percentuali che vengono utilizzate per sostenere spese statali che, a differenza delle tasse, hanno un nome e un cognome.

Ad esempio, gli incentivi alle fonti rinnovabili costano a ciascuno di noi quasi 93 euro all’anno. Altri 4,6 euro all’anno siamo costretti a pagarli per la messa in sicurezza del nucleare e per lo smantellamento delle centrali nucleari di Latina, Caorso e Trino vercellese; ben 7,44 euro all’anno servono invece ad agevolare le imprese manifatturiere a forte consumo energetico. Altri 2,18 euro all’anno, infine, permettono alle Ferrovie dello Stato di godere di una tariffa energetica speciale, visto l’utilizzo massiccio che effettua dell’energia elettrica.

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