Il ministero della Giustizia con una circolare dell’ufficio legislativo chiarisce la durata del tirocinio professionale stabilita dal decreto liberalizzazioni (legge 1/2012): i 18 mesi valgono per chi ha iniziato dopo il 24 gennaio di quest’anno.

Secondo l’Associazione Nazionale Forense, però, l’interpretazione di via Arenula tradisce lo spirito della legge perché restrittiva e discriminatoria.

“Il Ministero della Giustizia sul tirocinio per i praticanti avvocati ha alimentato una confusione della quale non si sentiva il bisogno. Il parere emesso dagli uffici di via Arenula sulla norma contenuta nel decreto “liberalizzazioni” relativa alla fissazione dei termini massimi di durata del tirocinio per l’accesso alle professioni è incomprensibilmente discriminatorio, perché va a determinare casi di praticanti iscritti dopo il 24/1/2012 che riuscirebbero a sostenere l’esame di avvocato con un anno di anticipo rispetto a chi, invece, si è iscritto anche solo pochi giorni prima di tale data.”
Lo dichiara Ester Perifano, segretario generale A.N.F, che aggiunge – “Un’interpretazione formalistica, che più che spiegare, contraddice un provvedimento che era stato annunciato per facilitare il percorso di inserimento nel mondo del lavoro e che invece rischia di essere l’ennesima beffa per migliaia di giovani.
I giovani tirocinanti non solo si affacciano alla professione forense in uno dei momenti più difficili per la categoria, ma rischiano con questa interpretazione del Ministero della Giustizia di trovarsi pure a combattere una sorta di guerra tra gli ultimi.”
“Questi giochini nei riguardi dei giovani professionisti sono inaccettabili – conclude Perifano – ci auguriamo che il Ministro della Giustizia faccia al più presto un passo indietro, e restituisca alla norma il suo intento originario che era a favore dei giovani e del lavoro.”

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