NEW YORK. Sarà perché Quentin Tarantino si è sempre dichiarato appassionato del genere; sarà perché erano produzioni ben girate e ben recitate, o perché sposavano magistralmente violenza e ironia, fatto sta che negli Stati Uniti si avverte nostalgia per i memorabili ‘Spaghetti western’, un genere che nel cuore del pubblico non è mai veramente passato di moda e che, con buona dose di approssimazione, è stato identificato con alcuni film-cult di Sergio Leone come la ‘trilogia’ del Dollaro e C’era una volta il West. Negli Usa, tuttavia, la critica più referenziata non ha dubbi: i capolavori, in quello sterminato filone (oltre 500 pellicole prodotte dagli anni Sessanta alla fine dei Settanta) del western all’italiana erano molti di più. E oggi, oltreoceano, c’è anche una gran voglia di tornare ad applaudirli. È in questo contesto che s’inserisce l’iniziativa del prestigioso Film Forum di New York, l’unico cinema multisala autonomo e no-profit della Grande Mela, per mettere in cartellone – fino al 21 di giugno – una ventina tra i più leggendari ‘B-western’, assieme agli indimenticabili film del maestro Leone. Un programma curato con attenzione dall’esperta Giulia D’Agnolo Vallan e dal direttore della programmazione del Film Forum, Bruce Goldstein, presentato in collaborazione col CSC – Cineteca Nazionale di Roma e con il sostegno dell’Istituto Italiano di Cultura di New York.

E così la rassegna ‘Spaghetti western’, ancora prima di debuttare in sala, è stata preceduta da critiche entusiastiche sulle prime testate americane: ”Un’esperienza illuminante per coloro che conoscono solo i contributi, fondamentali al genere, di Leone”, scrive Steve Dollar sul Wall Street Journal. ”Il più grande genere di tutti i tempi”, sottolinea la rivista Usa Film Comment. ”Film formidabili, che colpiscono visivamente, meravigliosamente recitati, violenti, sconcertanti e che continuano ad ispirare”, aggiunge l’americano Alex Cox, regista di Dritti all’Inferno, il suo film-omaggio al western spaghetti, oggi professore di cinema all’Università del Colorado. In un suo editoriale pubblicato sul New York Times dal titolo Once Upon a Time in Italy, Cox definisce il cartellone messo insieme dal Film Forum una ”dream list”, un elenco da sogno, dei migliori lavori firmati, non solo da Leone, ma anche da registi come Sergio Corbucci, Carlo Lizzani, Damiano Damiani, Giulio Questi e Tonino Valeri. Non manca infatti Django, di Corbucci, a cui si rifarà l’attesissimo film di Quentin Tarantino Django Unchained. Di Corbucci anche Navajo Joe, Grande Silenzio, Il mercenario, film in programma nel corso della lunga rassegna assieme, fra gli altri, a Se sei vivo, spara di Questi, Tepepa e Quien Sabe? di Damiani e a La resa dei conti di Sergio Sollima.

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