“Dialogare si può, e si deve, per quanto riguarda gli interventi sulla giustizia contenuti nel “decreto del fare”. Il nodo della mediaconciliazione non è irrisolvibile. Sul punto il Congresso di Bari ci ha consegnato una posizione matura e responsabile e quella mozione rappresenta la posizione ufficiale dell’Avvocatura.
Da quella posizione, condivisa da una larghissima maggioranza del Congresso, intendiamo ripartire per proporre modifiche e aggiustamenti a Governo e Parlamento”.
Lo dichiara il segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense, Ester Perifano, che continua: “Notevoli perplessità suscita, invece, il ricorso allo strumento dell’astensione, peraltro prolungata , che propone l’OUA.
E’ una risposta inadeguata ai gravi problemi della categoria, nel passato si è rivelata del tutto inefficace e contribuisce a rafforzare la fama ingiustificatamente negativa della quale gode la categoria. Si parta dalla condizione imprescindibile che non è ammissibile l’onerosa obbligatorietà del tentativo di conciliazione, perchè crea un ingiustificato ostacolo alla tutela giurisdizionale dei diritti, peraltro per odiosi motivi di censo, oltre ad essere contraria alla nostra Costituzione e un unicum nel panorama europeo, e se davvero si vuole diffondere la cultura della mediazione occorre farlo con misure concrete, ma non contro i cittadini. Se le imprese non investono per la giustizia troppo lenta, lasciamo che per tutte le controversie devolute al Tribunale delle imprese sia introdotta la conciliazione obbligatoria.
Come pure, nel rispetto dei principi in materia di concorrenza, si liberalizzino le indennità e se ne preveda il pagamento solo a risultato acquisito. E’ incomprensibile che ai professionisti si imponga la libera contrattazione e ad alcune imprese ( come devono essere considerati gli Organismi di Conciliazione) si riservino ingiustificati vantaggi e, addirittura, indennità amministrate.
Oltre alla RCA Auto, vanno escluse altre materie, come i contratti bancari,  la responsabilità professionale medica, le divisioni e le successioni ereditarie e la diffamazione a mezzo stampa.Stabiliamo, infine, che andranno in conciliazione solo le controversie al di sotto di un certo limite, ad esempio 25.000 euro.”
“La mediazione non risolverà i problemi della giustizia in Italia – conclude Perifano – e comunque occorre modificarla e ricorrere anche ad altri sistemi, come la negoziazione assistita ed , eventualmente, camere arbitrali su base volontaria”

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