ROMA. Il prossimo 11 dicembre a Roma (alle ore 16), alla Sala delle Colonne della Camera dei Deputati, la Fondazione Integra, una realtà nata nel 2008 da un gruppo di consorzi e cooperative impegnate nel sociale e nell’assistenza sociosanitaria, presenterà “Io sono io e tu sei tu”, un docufilm della regista Tiziana Bosco che racconta la vita dei migranti ospitati nel Centro Accoglienza Richiedenti Asilo (Cara) di Mineo.

L’iniziativa è realizzata con il patrocinio del Ministero dell’Integrazione e vedrà la partecipazione del ministro Cecile Kyenge. La giornata prevede la proiezione del docufilm e, successivamente, un dibattito moderato dal giornalista del Tg1 Francesco Giorgino. Saranno presenti in sala il sottosegretario al ministero della Giustizia, Giuseppe Berretta, il sindaco di Catania, Enzo Bianco, la regista Tiziana Bosco, Daniele Ciprì, che ha diretto la fotografia del film, uno degli attori protagonisti, Marcello Mazzarella, e la rapper Baby K. Parteciperà anche una delegazione della squadra di calcio del Cara formata dagli stessi migranti e recentemente iscritta al campionato siciliano di terza categoria. L’anteprima di Roma rappresenta il primo passo di un percorso che proseguirà con la proiezione del docufilm in numerose scuole siciliane e culminerà con una partita di calcio tra una selezione di personaggi dello spettacolo e una di migranti del Cara di Mineo che si giocherà a Catania in aprile. Obiettivo del progetto è da un lato sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dell’immigrazione e incoraggiare un dibattito politico sul problema dell’accoglienza, dall’altro la realizzazione di un centro di prima accoglienza per minori a Lampedusa e una comunità alloggio per minori non accompagnati a Catania. Raccontando la vita all’interno del Cara, il documentario mostra un modello di accoglienza positivo che, grazie al lavoro di diverse realtà associative, di cooperative, di donne e uomini, non solo soddisfa necessità basilari come cibo e alloggio, ma offre agli immigrati la possibilità di studiare e imparare un mestiere, il che garantisce una  maggiore integrazione e facilita il percorso di inserimento in una comunità e in un territorio con tradizioni, culture, lingua e normative diverse da quelle di origine dei migranti. Il film diretto da Tiziana Bosco è stato girato lo scorso autunno al Cara di Mineo dopo due mesi di interviste agli operatori e agli ospiti del centro. Si tratta di un docufilm, metà documentario che descrive il funzionamento del centro, e metà finzione con la storia di un giornalista che viene mandato a fare un’inchiesta presso gli immigrati. La storia racconta il rapporto tra il giornalista, da poco vedovo, e il figlio che si rifiuta di parlare da quando gli è morta la mamma, ma anche il percorso di un uomo che ha pregiudizi nei confronti degli immigrati e che li vedrà svanire conoscendoli più da vicino. Il racconto ribalta infatti il concetto di accoglienza facendo in modo che sia la comunità di stranieri ad accogliere e aiutare il bambino italiano. Il film è stato realizzato con la collaborazione degli immigrati ospiti del Cara di Mineo, che lo hanno interpretato, hanno realizzato i costumi e hanno aiutato la piccola troupe di professionisti, tra cui gli attori Marcello Mazzarella e Luigi Burruano, nonché il pluripremiato direttore della fotografia Daniele Ciprì.

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