L’Avvocatura avverte il Governo: soltanto 25 milioni i risparmi reali a fronte delle stime del ministero della Giustizia che parlano di 80 milioni. A Trento calcolato il costo ambientale: circa 700 mila kilogrammi di Co2 in più all’anno.
 Risparmi inferiori a quelli stimati dal Governo, ulteriore perdita di efficienza del servizio giustizia ed elevati costi a carico della collettività, in termini non solo di minor tutela dei diritti ma anche di maggiori esborsi per accedere al servizio giustizia.

E’ l’allarme che l’Avvocatura rimette al Governo, dopo aver raccolto dati e incrociato cifre e numeri.
“Fin da quando è stata approvata la Manovra che ha conferito la delega al Governo per la revisione della geografia giudiziaria, il Cnf ha sostenuto la necessità che i cittadini possano usufruire di una giustizia di prossimità efficiente e razionale e ha sempre rilevato che per affrontare una questione così importante è necessario disporre di tutti i dati e i numeri utili, dichiara il presidente del Cnf Guido Alpa.  E i risultati ai quali è giunta  la commissione interna all’uopo istituita conferma la bontà del nostro approccio. La giurisdizione costituisce una componente irrinunciabile di ogni sistema democratico. Tramite essa si realizzano almeno due diritti costituzionali: quello alla difesa e quello all’uguaglianza. I diritti dei cittadini non sono merce  e l’auspicato obiettivo della corretta allocazione delle risorse e dell’efficienza, che l’avvocatura condivide,  deve tener conto dei costi gravi di una riduzione della loro tutela”.
Il calcolo dei costi del Cnf
L’allarme lanciato dall’Avvocatura parte da uno studio complesso sui flussi dei procedimenti giudiziari e sui costi (raccolti direttamente sul territorio dalle commissioni di manutenzione stante il silenzio dell’amministrazione centrale, al netto delle spese del personale) di 48 tribunali sub-provinciali sui 57 in odore di soppressione.
Lo studio è stato condotto dalla commissione del Cnf per la revisione della geografia giudiziaria, coordinata da Enrico Merli, che ha evidenziato come finora  il Governo non abbia applicato al comparto della Giustizia i criteri della spending review previsti dalla legge di Stabilità (n.98 del 2011). Inoltre il Governo, rileva il Cnf, si accinge a operare “tagli trasversali” senza aver prima determinato i costi standard e i fabbisogni standard nella Giustizia,come invece è avvenuto nella Sanità e in altri settori della Pubblica Amministrazione.

Dall’incrocio dei dati è emerso che:

  1. RISPARMI REALI. Contro gli 80 milioni di risparmio stimati dal ministero  della giustizia, a fronte della eventuale chiusura di 48 tribunali sub-provinciali (su 57 in totale) e 160 sezione distaccate, il risparmio reale sarebbe di poco più di 41 milioni, (sommando i circa 25 milioni di euro derivanti dalla soppressione di 48 tribunali ed i circa 16milioni derivanti dalla soppressione delle sezioni distaccata).

Governo =  -80 milioni euro                                                                 Cnf= -41 milioni di euro

Volendo calcolare il risparmio relativo alla chiusura dei 37 tribunali, individuati applicando i criteri legislativi previsti dalla delega n. 148/2011, il risparmio sarebbe di 17 milioni, al quale andrebbero sommati i circa 16 milioni relativi alle 160 sezioni distaccate, per un totale di circa 33milioni di euro (37 tribunali+ 160 sezioni distaccate); cifra sempre ben lontana dalla stime governative.

  1. EFFICIENZA REALE. Sia in materia civile che in materia penale i procedimenti esauriti nei 48 tribunali sono superiori a quelli sopravvenuti.

Civili sopravvenuti: 209.181                                                       Civili esauriti: 213.481
Penali sopravvenuti: 276.160                                                      Penali esauriti: 281.050

  1. COSTI TRASCURATI. Nei calcoli, il ministero ha OMESSO di conteggiare gli investimenti che servirebbero per garantire il passaggio di personale e attività ai tribunali provinciali.
    Uno studio condotto sulle 4 sezioni distaccate del tribunale di Trento ha fatto anche emergere che: a fronte di un costo attuale-strutturale di  90mila euro (dunque di possibile risparmio) la collettività (cittadini e personale giudiziario) spenderebbe  2milioni446mila920 euro (in termini di spostamenti). L’impatto ambientale, calcolato in emissione di Co2 derivanti dagli spostamenti necessarie per raggiungere la sede provinciale, sarebbe di circa 700mila Kilogrammi di anidride carbonica.

Il Cnf  peraltro ha iniziato una grande campagna di mobilitazione sul territorio e di comunicazione su questo delicatissimo tema, recandosi in alcune sedi emblematiche per raccogliere le testimonianze degli interessati al fine di realizzare alcuni video che saranno pubblicati sul sito www.consiglionazionaleforense.it.
Mobilitazione che culminerà  in  un evento nazionale per rappresentare ai massimi vertici istituzionali il lavoro dell’Avvocatura.
Rientra in questo impegno istituzionale, volto a sensibilizzare l’Esecutivo su alcune scelte che, pur dettate da pressanti esigenze di natura economica, rischiano di trasformarsi in un costo pesante per la collettività, la tutela dei diritti e anche per l’efficienza dello stesso servizio Giustizia, il Protocollo siglato con l’Associazione nazionale dei Comuni.

Con la firma del protocollo l’Anci e il Consiglio nazionale forense intendono porre alcune richieste all’Esecutivo quali : avviare il controllo di gestione ai fini della trasparenza della spesa corrente  che viene oggi addebitata automaticamente ai Comuni; applicare il criterio dei costi standard e non piu’ quello della spesa storica per valutare l’efficienza del servizio; adottare un modello di misurazione dei fabbisogni standard; avviare un’analisi del territorio per calcolare i costi della revisione giudiziaria.

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