“Abbiamo ascoltato con attenzione l’intervento del Ministro sullo stato attuale della Giustizia in Italia, importante il riconoscimento del ruolo dell’Avvocatura, ma molto c’è ancora da fare”, così Mirella Casiello, presidente dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura (OUA), ha commentato l’intervento che il Ministro della Giustizia Andrea Orlando ha tenuto in Parlamento, alla vigilia dell’inaugurazione del nuovo Anno Giudiziario che si terrà a Roma domani, venerdì 23 gennaio.

“Purtroppo, negli ultimi 20 anni, abbiamo assistito a causa di una visione distorta ed economicista della Giustizia a uno svilimento del ruolo dell’avvocato con gravi conseguenze per i cittadini – ha proseguito la Casiello – si è addirittura teorizzato, di fatto, una giurisdizione di seria A per le imprese e una di serie B per tutti gli altri. Con questo Ministro si è avviata un’inversione di rotta, ma ora è necessario proseguire con decisione tenendo la barra dritta su alcuni principi: universalità del sistema e modernizzazione della macchina giudiziaria”.

“Sappiamo che ci sono criticità che devono essere affrontate al più presto, in primo luogo la questione delle risorse, ancora fortemente insufficienti nonostante l’ingiustificabile aumento del contributo unificato a danno dei cittadini – ha sottolineato il Presidente OUA – non è possibile, infatti, continuare ad aumentare i costi e contemporaneamente assistere a una riduzione degli investimenti a scapito della tutela del diritto di difesa”. “Ecco alcune priorità: una riforma organica della giustizia, approfondendo il confronto con gli avvocati  – ha concluso la Casiello – quindi, per dare alcuni spunti: la riduzione dei riti, la riorganizzazione degli uffici, la messa a regime del processo telematico in tutti i tribunali, la diffusione delle best practices, lo smaltimento dell’arretrato. E nel penale, solo per citare alcuni nodi irrisolti: obbligatorietà dell’azione penale, archiviazione, laddove possibile, dei reati minori ecc. Tutti interventi urgenti, ma che devono essere affrontati senza cadere nell’emergenzialismo e nel sensazionalismo, cattivi consiglieri di ogni riforma”.

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