Un “appello fermo” all’Esecutivo e al nuovo Parlamento affinché, “senza indugio” dispongano la “necessaria e congrua proroga” del termine di entrata in vigore della revisione della geografia giudiziaria, prevista per il 13 settembre 2013.
A quella data, sarà interrotta l’attività di 31 tribunali e di 220 sezioni distaccate.

La richiesta è stata avanzata formalmente dal CNF con una lettera recapitata oggi al ministro guardasigilli, dopo una valutazione attenta, nella seduta amministrativa di venerdì 22 marzo, dei possibili scenari conseguenti ai numerosi ricorsi di incostituzionalità della normativa che pendono dinanzi alla Corte Costituzionale.
Questioni di opportunità, dunque, suggerirebbero di attendere gli esiti dei giudizi costituzionali per evitare possibili, se non addirittura probabili, impasse istituzionali;
e, nel frattempo, di promuovere un progetto di revisione della geografia giudiziaria che garantisca il pieno esercizio della funzione giurisdizionale

Il Cnf ricorda infatti che l’8 ottobre 2013, cioè appena poco più di 20 giorni dopo l’entrata in vigore della soppressione delle sedi giudiziarie, sarà discussa davanti alla Consulta la questione di legittimità del decreto legislativo 155/2012 (Nuova organizzazione dei tribunali ordinari e degli uffici del pubblico ministero), sollevato dal Tribunale di Pinerolo. Si tratta, peraltro, della prima di una nutrita serie di questioni pendenti presso la Consulta.
Non solo. I giudici del lavoro stanno affrontando numerosi ricorsi da parte di dipendenti amministrativi contro le procedura di interpello.

Mentre, dunque, vi sono molte questioni pendenti davanti ai giudici di merito e di legittimità, “circostanza ancor più discutibili e grave”, vengono autorizzati trasferimenti di giudici togati dagli uffici sopprimendi ad altre sedi extradistrettuali.

Una accelerazione che il CNF non apprezza, condividendo preoccupazione e disagio che affligge gli operatori di giustizia e i cittadini dei territori interessati: “In questo modo, da un lato l’accesso alla giurisdizione viene compromesso ben prima delle soppressioni e, dall’altro, si calpesta il diritto dei cittadini di quelle circoscrizioni ai servizi loro dovuti”.

 

Ieri intanto il Coordinamento nazionale degli Ordini Forensi Minori, in difesa degli uffici giudiziari e degli Ordini forensi soppressi ha chiesto alla Corte costituzionale di decidere entro il mese di luglio i numeroti giudizi di legittimità costituzionale.
Nella richiesta sono state evidenziate le mille ragioni che inducono a ritenere estremamente urgente la decisione della Consulta, dicono gli Ordini forensi minori.
Pendono davanti alla Corte ben tre giudizi e stanno per giungere alla piazza del Quirinale almeno altre sette ordinanze di altrettanti Giudici ordinari. Si attende , inoltre , l’esito delle eccezioni sollevate in diversi altri procedimenti pendenti anche davanti a numerosi Tribunali Amministrativi Regionali.
Le eccezioni di illegittimità costituzionale della Legge 148 e dei Decreti
legislativi 155 e 156 , sollevate dall ‘ Avvocatura e supportate da svariati pareri di illustri Costituzionalisti , pure firmatari dei ricorsi , sono peraltro numerose e attengono , principalmente , allo stesso procedimento di formazione dei provvedimenti che hanno violato le norme di cui agli articoli 3 , 24 , 25 , 72 , 76 , 77 , 81 , 97 della Costituzione.
È, quindi, estremamente verosimile che la Corte dichiari , per più di una ragione , l’illegittimità della manovra e annulli le norme censurate.

“La soppressione dei presidi – osserva il Presidente Walter Pompeo – è, però , fissata per il 13 settembre 2013: estremamente urgente , quindi , la trattazione delle questioni di legittimità costituzionale allo scopo di evitare che i presidi vengano, prima, soppressi e chiusi , poi reistituiti e riaperti. Con immenso danno e per l’immagine dello Stato e per la Finanza pubblica . Ma non va trascurato che i Comuni e gli Uffici accorpanti stanno affrontando ingenti spese per rinvenire nuovi edifici, adeguare quelli esistenti, traslocare mobili e attrezzature; il tutto in aperta violazione della stessa Legge 148 la quale ha fatto divieto di assunzione di nuovi o maggiori oneri a carico della Finanza pubblica allo scopo di darvi attuazione. E il Comune di Tolmezzo ha già interessato la competente Corte dei conti.”

 

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