Velsen è una piccola città nel nord dell’Olanda con meno di 70.000 abitanti . Una piccola, anonima cittadina europea come tante altre, se non fosse che in questa remota località olandese è stato firmato uno dei trattati europei meno noti e più controversi degli ultimi anni : il Trattato di Velsen, appunto.

Quasi totalmente ignoto al grande pubblico, il trattato di Velsen (allegato a questo articolo), è stato firmato il 18 ottobre 2007 dai paesi dotati di forze di polizia militari (come i Carabinieri ): Francia, Spagna, Portogallo, Olanda e Italia , con la successiva adesione della Romania (2008). Composto di 42 articoli, il trattato disciplina i compiti e i poteri delle “Forze di gendarmeria europea” : l’ Eurogendfor (EGF),   nato nel silenzio assoluto dei media. In Italia il trattato è stato ratificato con la legge n.84 del 14 maggio 2010, dopo l’approvazione all’unanimità alle camere, ed è entrato in vigore il 12/06/2010. Più che un esercito unitario dell’Ue, Eurogendorf è un corpo di polizia militare sovranazionale, in grado di intervenire in aree di crisi, sotto la direzione dell’Onu, della Nato, dell’Ue o di coalizioni costituite di volta in volta.

Fin qui non ci sarebbe niente di strano, se non fosse che la nuova polizia europea non agisce esclusivamente in scenari di guerra o in contesti militari. Come si legge nell’articolo 4. del trattato l’EGF può: «condurre missioni di sicurezza e ordine pubblico; guidare e supervisionare le forze di polizia locali nello svolgimento delle loro mansioni, ivi comprese l’attività di indagine penale; assolvere a compiti di sorveglianza pubblica, gestione del traffico, controllo delle frontiere e attività generale d’intelligence; svolgere attività investigativa in campo penale, individuare i reati, rintracciare i colpevoli e tradurli davanti alle autorità giudiziarie competenti; proteggere le persone e i beni e mantenere l’ordine in caso di disordini pubblici». La Gendarmeria europea dunque può assumere tutte le funzioni delle normali forze dell’ordine (carabinieri e polizia), indagini e arresti compresi, ma con molti più poteri. Gli articoli 21, 22 e 23 dell’accordo di Velsen dichiarano praticamente inviolabili locali, beni e archivi e ogni conversazione dell’ EGF che non può essere intercettata né sottoposta a provvedimenti di ordine giudiziario nei paesi ospitanti (art.29).

Non trattandosi di un vero e proprio esercito, l’Eurogendorf non risponde a nessun Parlamento degli stati firmatari, né tanto meno al Parlamento europeo, ma è gestito da due organi centrali, uno politico e uno tecnico. L’organo di direzione politica è il CIMIN, che sta per “Comité InterMInistériel de haut Niveau”, composto dai rappresentanti dei ministeri degli Esteri e della Difesa dei governi aderenti. L’ organo tecnico è invece il “Quartier generale permanente” (PHQ),la cui sede è in Italia, precisamente nella Caserma Chinotto a Vicenza.

Eurogendorf è dunque una forza militare sovranazionale che può sostituirsi alle forze di Polizia locali, per tutelare l’ordine pubblico con la consapevolezza che al termine dell’ingaggio, dovrà rispondere delle sue azioni al solo comitato interno. Il rischio è che Eurogendorf venga usato per reprimere le manifestazioni di protesta nelle piazze dei paesi europei, come probabilmente è già accaduto in Grecia lo scorso ottobre dove sono state avvistate per la prima volta truppe di Eurogendorf, sbarcate a Igoumenitsa con tanto di stemma ufficiale. Sono in molti a credere che la nuova forza armata europea abbia inaugurato nelle piazze greche la sua attività in una sorta di battesimo del fuoco. Nonostante le smentite e le rassicurazioni che si sarebbe trattato solo di un’operazione di routine, programmata da tempo, il dubbio resta : perché proprio in Grecia e perché proprio a ridosso degli scioperi del 19 e 20 ottobre?

Senza evocare scenari da fantapolitica e senza paragonare l’EGF, quasi intoccabile e autoreferenziale, con inquietanti strutture come l’OVRA di Mussolini o il KGB sovietico, l’uso di una forza del genere nelle piazze in una situazione di crisi economica, politica e sociale come quella che stiamo vivendo, non sarebbe una scelta auspicabile. A livello di strutture militari il paragone più calzante è, probabilmente, quello fra l’EGF e la NG, la National Guard degli Stati Uniti: un corpo militare cui contribuiscono tutti gli stati federali per difendere l’unione e che può essere utilizzato, in casi eccezionali, per mantenere l’ordine pubblico. Ebbene proprio l’utilizzo della Guardia Nazionale nella piazza, contro il popolo americano, fu causa di uno degli episodi più tragici della storia degli USA: il massacro dell’Università di Kent del 1970. Durante la guerra in Vietnam, in occasione dell’invasione statunitense della Cambogia, scoppiarono manifestazioni in tutto il paese. Ma nell’Università di Kent, nell’Ohio le proteste si trasformarono in una strage. Il 4 maggio 1970 la Guardia Nazionale dell’Ohio sparò sulla folla uccidendo 4 studenti e ferendone 9, di cui uno rimasto paralizzato. Un rischio che l’Europa non può permettersi, a maggior ragione in un momento di fragilità politica come è quello attuale. Il prezzo da pagare potrebbe essere la fine stessa del progetto unitario, già messo a rischio dalla crisi e percepito ormai, da una fetta sempre più consistente di opinione pubblica, solo come un’espropriazione di sovranità nazionale oltre che di alcuni diritti acquisiti.

Ciò che sorprende maggiormente di tutta la vicenda è lo straordinario silenzio mediatico che si è creato attorno alla nascita di Eurogendorf, soprattutto in Italia, paese che ospita il quartier generale della nuova forza armata e che darà il maggior contributo di uomini e mezzi. Eppure il cambiamento in atto presto sarà visibile: l’arma dei Carabinieri dal 2014 non esisterà più e tutti i suoi ufficiali saranno assorbiti dall’ Eurogendorf mentre i non graduati andranno a far parte della Polizia di Stato. Tutto questo senza alcun tipo di dibattito pubblico sui media nazionali e senza che l’opinione pubblica ne sappia nulla o quasi. Mentre la crisi morde l’Europa e la costringe a spingere sull’acceleratore dell’unificazione sarebbe necessario il massimo dell’attenzione e dell’informazione su questi temi per evitare che, mentre siamo presi dai nostri piccoli o grandi problemi quotidiani, sorga, a nostra insaputa, il nuovo Leviatano dell’Europa unita, pronto a divorare, assieme alla sovranità degli stati che ha ormai inglobato, anche tutti quei diritti conquistati nel tempo e che ci siamo abituati a dare per scontato.
Trattato di Velsen per l’istituzione della forza di Gendarmeria europea, 18 ottobre 2007

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