A qualche minuto dal suo annuncio l’Expo 2015 è passata da evento più importante di tutti i tempi a bersaglio ufficiale del tiro allo sputo. Nata per sensibilizzare il mondo sul tema della nutrizione, la manifestazione si distingue in modo irreparabile in tutti i settori.

La costruzione della piattaforma e dei padiglioni è stata appaltata a società sotto inchiesta dalla procura di Milano per turbativa d’asta. Tra queste la Mantovani Spa, il cui amministratore delegato è stato arrestato per associazione a delinquere. Ma a parte questo sarà inaugurata nei tempi stabiliti dai preventivi, senza che i processi in corso ne turbino minimamente lo svolgimento. In realtà la vera eccellenza dell’Expo è rappresentata dalla comunicazione, a partire dalla grafica web realizzata da un branco di gibboni col diploma da geometra. Un collage senza prospettiva e con foto di persone ritagliate che fluttuano nel limbo dei padiglioni è il risultato di questo singolare esperimento “zoomediatico”.

Stimolati da una dieta a base di oppiacei, i gibboni hanno scritto anche i testi di presentazione, scambiando il David di Michelangelo con quello di Donatello proprio sull’homepage di uno dei siti più visitati nell’ultimo anno. L’involontaria tecnica virale ha raggiunto il picco con le traduzioni in inglese e in francese, affidate all’interprete più rapido sulla piazza: Google translator, senza  costo ma irrispettoso della grammatica. Il gran finale è poi il padiglione riservato all’Italia, ridotto per mancanza fondi a un trullo di cartapesta su una distesa di polenta. Per rappresentare senza fraintendimenti il nostro Paese verrà proiettato ininterrottamente “Il Padrino” di Coppola su vhs registrato da Rete4. 

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