Argomento spinoso: la divinità. Subito dopo Pasqua, mi sembra questa una definizione abbastanza attinente. Si impongono varie premesse. Innanzitutto, quale è il “movente”, diciamo così, che mi spinge a scrivere un articolo come questo.

Va ricercato nella volontà di non far finta di niente, non restare indifferente di fronte a temi importanti, decisivi, anzi, della nostra esistenza, quali i concetti di “Eterno”, di “Infinito”, di “Sofisticato equilibrio” dell’Universo e della vita sulla Terra (e probabilmente su altri Pianeti). Ebbene, sarà un mio limite, ma, in proposito, non riesco a prescindere dal riferimento alla Divinità, tant’è che, come in altre occasioni ho manifestato, considero anche l’Ateismo, improntato a dottrine filosofiche e il Primato, da molti considerato, delle Scienze, modi di vedere Dio, modi di seguire la propria strada verso Dio, in base alle irrinunziabili regole del Libero Arbitrio, sul quale, di qui a poco, dirò qualcosa.
E’ anche un modo, quindi, questo, di intavolare una discussione, una volta tanto, su questioni non destinate a “passare di moda” dopo 15 giorni.
Parliamo qui anche dei limiti di questo mio… trattatello.

Non intendo in alcun modo chiamare in causa (né confrontarmi con essi) i Dottori della Fede, i Dottori della Chiesa, così come i Dottori dell’Islam, delle Religioni orientali e di qualsiasi altra Religione, tribale, animista, o Scienza, Filosofia, non-Religione.
Dico solo che, quale che sia la visione di Dio o non-Dio, essa deve essere capita anche dall’ultimo uomo della strada. Se così non fosse, lasciando stare, per l’amor di Dio (qua ci vuole), la solita sciura intervistata, secondo la quale Gesù nacque a Roma nel ‘700 avanti Cristo (questo ahimé è un altro problema), se così non fosse, dicevo, se solo eletti sacerdoti potessero sapere e capire che cosa si nasconde dietro i paraventi dei riti sacri, o profani (come quelli delle scoperte scientifiche), saremmo messi male. Ricordate quanto si è scritto e si è visto circa l’idolatria dei tempi antichi (o l’occultismo di oggi)? Non devo aggiungere altro.
Bene, io mi considero tale, uno degli ultimi uomini della strada, nondimeno ritengo di essere nel mio buon diritto allorché dico la mia circa la Divinità.

Secondo limite: non intendo spostarmi minimamente dal dantesco
State contenti, umana gente, al quia;
ché se potuto aveste veder tutto,
mestier non era parturir Maria;

Ma ciò di cui, significativamente, è in modo particolare, convinto Dante, e parliamo di Dante! Sia pure in un’ottica di assoluto riferimento cattolico è che:
Vuolsi così colà dove si puote
ciò che si vuole, e più non dimandare;
”.
Va bene, allora, restarcene al “quia” e al “più non dimandare” purché tutto questo sia sfrondato dallo strapotere della Chiesa che, nei secoli ha oppresso, saccheggiato, annientato intere popolazioni e civiltà in nome di Gesù Cristo, attuando il contrario dei quello che Gesù Cristo aveva predicato.
Resto, così, nella piena osservanza del pensiero di Dante Alighieri, che aveva visto e previsto, se possiamo agevolmente collocarlo nelle vesti di Guelfo bianco, a costo di essere esiliato da Firenze e diventare nemico di tutti i fiorentini (grande preveggenza anche in questo), i gravi danni dello strapotere “in nome di Dio”.
Colloco, inoltre, il fluire di quanto vado elaborando e proponendo, su due ben precisi binari:

Il primo riguarda la volontà di Dio ( e la sua stessa Entità, visti i risultati a tutt’oggi, delle Dottrine Religiose, alle quali ho fatto sopra, rapido cenno): Essa è assolutamente IMPERSCRUTABILE, come ci hanno sempre insegnato ,e come è insito nelle nostre conoscenze di base. Da qui non possiamo spostarci, non abbiamo nessun mezzo per farlo.
Il secondo è l’assoluto rispetto del LIBERO ARBITRIO (qui ci ritorno): Esso è, a mio avviso, il dono principale di Dio all’Umanità, ed è, in ogni caso un PATRIMONIO imprescindibile dell’Umanità stessa.
Un’ultima annotazione prima di andare oltre, di passare all’articolo vero e proprio:
Le GUERRE di RELIGIONE sono (oltre che molto spesso, alibi, pretesti per ottenere altro, come la Storia di tutti tempi ci insegna) un obbrobrio che l’Umanità si trascina appresso da sempre, attraverso i Secoli (non tragga in inganno l’antichità), come l’IMPERIALISMO.

Prendiamo i giovani, gli adolescenti di qualsiasi Religione, non si scannerebbero mai in una guerra scatenata per il loro Credo (se non ci fossero altri che li inducessero), e non provocherebbero guerre per qualsiasi altro motivo, secondo me; farebbero, certo, in modo di tenere sotto controllo le nascite (inevitabile contraltare del porre fine alle guerre), ma questo è un altro discorso.

Ed ora? Sarei pronto ad iniziare, ma… con tutti questi ceppi, queste direttive e questi limiti, dove andiamo a parare? Che cosa posso ancora dire?
Beh stiamo parlando di Divinità, chiedo scusa al lettore, anche delle incertezze e del ripetermi in alcuni punti, ma non è cosa da poco:
Tempo fa scrissi su un mio blog, il seguente post che suscitò un vespaio di polemiche:
DIO LO VUOLE!
Frase abusata come diktat. Odiosa in questo senso e fonte di innominabili nefandezze.
Ma… io credo fermamente che non bisogna aver paura delle parole; è l’uso che se ne fa che può, talora, far paura.
Ho scritto una volta (www.literary.it) un pezzo che si intitolava “cosa nostra” e si riferiva a come fosse “cosa nostra” la nostra storia, le antiche vestigia, i borghi medioevali, i racconti, le leggende e così via; motivo di grande onore per noi italiani, in contrapposizione alla “cosa nostra” che si è affermata nella dizione consueta della pubblicistica, che è motivo di grande vergogna.
Niente paura. Ci sono troppi Padreterni in giro perché mi avventuri in un proclama, col rischio di ricavarci tormenti infernali.
Provo, allora, a farne un uso anomalo: Non è che una mia opinione. Forse è così:
forse DIO VUOLE che io ci creda, a modo mio; che ciascuno, a modo suo, ci creda o non ci creda; che i cattolici rigorosamente osservanti, in linea generale, credano in modo fermo nella S.S. Trinità e gli altri Cristiani secondo le varie peculiarità;
VUOLE che il mio amico Ibrahim creda in Allah; che il nostro comune amico Samuele creda in E-lion; che il mio amico Kalim creda nella Trimurti; che suo cugino Kim onori Buddha come unico, vero maestro della Divinità, e l’altra cugina Irina sia devota discepola del venerabile Dalai Lama; che un amico nativo del continente australiano creda negli spiriti dei deserti e delle foreste, e Occhio che Ride, un altro amico nativo del continente americano creda in Manitou, così come altri parenti e amici del circolo polare nel Grande Spirito del mare;
VUOLE che Wong, ricercatore, creda esclusivamente nell’infallibilità della scienza, come suo cugino Andy, astrologo, nei quattro elementi, e il comune amico Giacomo, filologo, sia puramente e semplicemente ateo;
VUOLE che l’amico Carlo creda nella evoluzione storica della società, mentre sua moglie Astrid, solo nella Ragione e il giardiniere Will… ah quello crede solo nel sesso.

Ha sempre voluto questo ed ogni altra fede, degli avi, dei pagani, dei maghi, degli Dei nordici e mediterranei, forse degli alieni.
TUTTO IL RESTO è opera sciagurata (più spesso) o meritoria (meno spesso) dell’Umanità.
DIO creatore di tutte le cose, lo è anche delle imperfezioni, del male e di quanto di più sublime ci sia al Mondo: il libero arbitrio dell’Umanità.
Quest’ultima quindi, è grazie a lui miserabile, inaffidabile, eppure grazie a lui pensa.
Tutto quindi scorre, opera dell’Umanità e della volontà di Dio.
Come spiegare viceversa, e come sarà mai possibile spiegare l’esistenza stessa del Mondo?

Ora io qui rileggo e confermo parola per parola ciò che a suo tempo scrissi.
Vorrei solo considerare questo un punto di partenza, partire da qui, per chi, come me è nato e si è nutrito nella cultura cattolica, per porre alcune domande, ed essere capace di porle (se Dio mi aiuta, appunto); tutto qui.
Tutto, appunto il Creato, ha inizio molto ma molto tempo prima della nascita di Gesù Cristo. Dobbiamo considerare, allora, come Dio sia sempre esistito dalla notte dei tempi.
Se è vero questo, perché Gesù (non mi addentro, per carità, nell’esprimere un’opinione, circa il suo carattere divino che, se Dio, in quanto Onnipotente, avesse voluto o ha voluto, avrebbe o ha, certamente realizzato), non può essere considerato semplicemente una persona eccezionale, “quasi” figlio di Dio, come lui stesso si dichiarava, il primo Santo della Chiesa, qualcuno davanti al quale prostrarsi, al quale rivolgere preghiere e basta.

Pregare (con sentimento, non con pigrizia) è cosa buona perché combatte la superbia e lascia ben sperare di ottenere qualcosa, è come lo studio nelle scienze, per chi sa di non poter mai dire di “sapere tutto”, e che c’è sempre qualcosa da imparare; ma non è un insieme del pensiero e dell’anima esclusivo di ciascuno nel proprio credo religioso, è un momento magico per tutti.
Io prego Gesù Cristo perché lo sento più vicino a me, come S. Antonio, o Santa Rita, o la Madonna, non altro.

La Madonna, vergine e madre, perché? Perché due bravi giovani che si amavano, Maria e Giuseppe, dovrebbero aver vissuto tutta la loro vita nella “castità”, quando è la Religione Cristiana stessa, che predica l’amore? Perché Dio Padre dovrebbe aver disprezzato il concepimento attraverso la delicata e sofisticata fecondazione dell’ovulo, che lui stesso ha creato, preferendo qualcosa di estemporaneo e di oscura comprensione? Perché in un’epoca e una civiltà in cui le famiglie numerose erano una fortuna privata e una delizia per le nazioni, Gesù non poteva avere fratelli e sorelle? E perché Gesù stesso ha dovuto avere una vita da single, fino a 33 anni, allorché andò incontro alla sua ben nota drammatica morte, in una società dove usava fidanzarsi e sposarsi in età appena postadolescenziale e chi non lo faceva era considerato, quantomeno, ambiguo? Perché doveva, a sua volta, non avere figli? E questo tanto più nella sua veste di Sommo Maestro.
Non tento neanche di dare qualche risposta a queste domande, ma a chi risponde, mi riservo di replicare ed, eventualmente, rivolgere altre domande.
Sarò un “eretico”? Beh non dovrebbe più tanto preoccuparmi nel XXI secolo. Neanche la Chiesa dovrebbe essere più tanto preoccupata, se non forse, per il mantenimento del suo potere.
Parliamo di POTERE allora.

“Io credo in Dio Padre onnipotente, Creatore del Cielo e della Terra” non sarebbe sufficiente che si fermasse qui il “Credo” preghiera cardine della Cristianità, ma anche Preghiera Ecumenica?
“ Credo nella Chiesa Una Santa Cattolica Apostolica Romana” ecco che qui si perde l’ecumenismo a favore del “Potere materiale e spirituale” perché? Ed è giusto questo?
Gesù Cristo disse “date a Cesare quel che è di Cesare” ma non disse né “ sia il mio Vicario sulla Terra, egli stesso Cesare”, né “lasciate che Cesare rubi impunemente quello che non è suo ma frutto della vostra sacrosanta fatica”.
Ora io non mi aspetto dal prete sul pulpito di sentir dire: “ribellatevi fratelli ad ogni angheria consumata sulle vostre spalle! Noi vi appoggiamo e vi aiuteremo ad avere giustizia per la vostra vita e per i vostri discendenti.” Questo mi farebbe esclamare “Ecco la voce di Dio!” Ma… lasciamo perdere, non è questo che mi aspetto.
Ma non mi aspetto neanche di sentir dire (e invece, spesso, tra le righe si sente): “fratelli siate bravi cittadini comunque, sottoponetevi a qualsiasi sacrificio e pagate le tasse senza battere ciglio, che più voi ne pagate, meno ne paghiamo noi.” oppure “Obbedite senza pensare e criticare, così possiamo fare meglio nostri comodi.” et similia.

Il colonialismo, le espansioni territoriali dei Paesi forti e ricchi anche attraverso le “Missioni” e gli “Aiuti umanitari” sono stati in gran parte fondati sul messaggio evangelico di portare in giro per il Mondo la parola di Dio. E se fosse stato male interpretato il pensiero, come trasmesso dagli uomini, circa il proselitismo, trasformato in lavaggio del cervello, oppressione, eliminazione fisica anche, di chi non vi si adeguasse? Se Gesù Cristo avesse voluto semplicemente dire qualcosa di così bello ed elementare nel suo significato, quanto complesso e faticoso nel mettere in atto? Bisogna comportarsi bene e rispettare gli altri. Tutto qui.

Ci sarebbero anche altre domande, ma mi fermo qui per non appesantire troppo, e lascio tutti credenti e non credenti con questi interrogativi, di fronte ai quali l’unico atteggiamento inaccettabile è quello che, ritornando a Dante Alighieri (scusate il riferimento ripetitivo, ma non credo sia possibile muoversi in qualsiasi direzione, senza avere una guida), ci vedrebbe nel girone dei fastidiosi insetti, e cioè quello dell’ignavia e dell’indifferenza.

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