Una lucida analisi quella della “Dittatura dei banchieri”, il libro di Emiddio Novi presentato a Roma nei locali dell’associazione L’Universale.

Novi attacca, senza sconti, la turbofinanza come negazione dell’economia reale, del lavoro produttivo, della stessa democrazia. La dittatura dei banchieri, per l’autore, non è altro che dittatura banchieriun manipolo di “oligarchi che esercita un dominio irrazionale, illimitato, prevaricatore, odioso”. Dei temi affrontati dall’opera, hanno discusso, insieme con l’autore, il giornalista Giorgio Vitangeli, il sindacalista Nazzareno Mollicone, l’editore Pietro Golia e Roberto Zazza, avvocato e presidente del Forum delle Professioni. 

Per Novi “Siamo in un mercato universale che abbatte tutti i confini,  che con la globalizzazione vuol rendere tutti gli uomini uguali nella povertà, nella perdita della libertà e della loro identità e storia. Alla fine, questo mercato non realizza proprio il modello della società sovietizzata, burocratizzata, priva di sogni e di speranza?
E cosa resta di veramente antagonista al mercato universale se non i popoli, la loro identità, la loro religione e le tradizioni e le comunità solidali?”  Una denuncia chiara ed inequivocabile del disastro provocato dalla turbofinanza e dalla globalizzazione che stanno distruggendo le Nazioni, espropriando le sovranità e negando  identità e culture.

“La Dittatura dei banchieri – L’economia usuraia, l’eclissi della democrazia, la ribellione populista“, Edizioni  Controcorrente è, appunto, una diagnosi del disastro che si sta consumando davanti i nostri occhi. Novi ripercorre le fasi più drammatiche del governo Monti. “Mario Monti ha applicato all’Italia la linea tedesca: estremo rigore, politiche punitive verso i ceti popolari e i ceti medi, difesa delle banche e della finanza. 

L’Italia non ha il problema del deficit di bilancio, ma semmai quello tra il debito sovrano e il prodotto interno. E, nella situazione data, l’unica possibilità che si offre al Paese è quella di un sostegno da parte della Banca Centrale Europea. La manovra del governo provoca un calo dei redditi dell’0,5 per cento, un blocco della crescita, anzi l’inizio di una recessione”. Le politiche di bilancio restrittive imposte dalla Germania al governo Monti hanno indebolito i ceti medi produttivi. “Fino ad ora, afferma Novi, la Germania è il paese che si è giovato di più della moneta unica. Anzi, il suo sistema produttivo è stato modellato proprio sui vantaggi derivanti dell’euro. La sua crescita è stata fondata sulle esportazioni interne all’eurozona”.
Ma per Novi anche il Governo Letta sta operando sulla scia del Governo Monti. “Anche il nuovo Governo Letta, dice Novi, rientra nel contesto del Governo Monti. Il Premier Letta è un membro dei circoli Bilderberg ed Aspen, centri studi che appoggiano la grande finanza. Ma Letta ha una funzione meno pesante e punitiva della politica di governo subalterna alla Bce e alla Germania, mentre il Governo Monti si muoveva senza alcuna flessibilità politica economica”. Per Novi questa maggiore flessibilità è stata concessa all’Italia perché “Dopo l’affermazione del M5S di Grillo sia a Bruxelles che a Francoforte hanno capito che una politica di rigore, depressiva e recessiva molto spinta può provocare una frattura sociale tale da mettere a rischio il sistema tradizionale dei partiti”.

Novi si spinge oltre. E denuncia un sistema di megaevasioni fiscali da 1000 miliardi di dollari l’anno, passato sotto il silenzio della stampa e denunciato soltanto dal Financial Times. “Il Congresso Americano ed il Financial Times, illustra lucidamente Novi, hanno denunciato lo scandalo dei paradisi fiscali europei. Non sono le Cayman il vero paradiso fiscale ma l’Europa. Le normative della Comunità Europea in materia fiscale consentono a paesi europei come l’Olanda, l’Austria, l’Islanda di far pagare alle multinazionali americane ed europee soltanto lo 0,05% di tasse. Un vero e proprio paradiso fiscale europeo che permette l’evasione di miliardi di dollari di tasse alle multinazionali americane ed europee”. Per Novi la globalizzazione ha prodotto un mostro, il turbocapitalismo finanziario e corsaro. “Questo Turbocapitalismo sta creando un anomalo sistema comunista, che vede i popoli impoveriti, ingrigiti, rassegnati, dominati da burocrazie tecnocratiche e bancocentriste, da una nomenclatura senza anima e senza cuore, che amministra il governo e governa per conto di un politburo invisibile. Ma  il muro di menzogne, di iniquità e di neoschiavitù imposto ai popoli prima o poi crollerà”.
E’ vero, stiamo attraversando una fase di eclissi della democrazia, di perdita della sovranità nazionale, monetaria e popolare. È  vero, è un momento di difficile comprensione. Ma la soluzione c’è:  “l’unica risposta antagonista alla dittatura dei banchieri, dice Novi, è il populismo”.

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