Elisa è una ragazza di 29 anni, occhi azzurri e grandi come il cielo, una gran voglia di vivere. 
Elisa non è disabile in conseguenza di malattie genetiche, né per un incidente; era sana, sanissima, solo che al momento del parto, sua madre è stata lasciata in travaglio troppo tempo ed Elisa è rimasta asfittica per alcuni minuti. Gli effetti dell’asfissia sono stati negati dallo staff medico per tutto il primo anno di vita, quando purtroppo i danni al sistema nervoso sono risultati assolutamente evidenti: Elisa non riusciva a camminare. L’errore medico è stato poi riconosciuto con tanto di risarcimento.

Oggi quello che chiede Elisa è di vedere riconosciuti i suoi diritti, impresa ardua (a volte?) in questo nostro Paese. 
Ha scritto a Babbo Natale: non cerca il principe azzurro, non vuole il telefonino di ultima generazione e non cerca neanche il lavoro dei suoi sogni che sarebbe quello di mettere in piedi un’agenzia di viaggi specializzata per portatori di handicap. Perché nonostante quello che in tanti promettono, lei ha sperimentato sulla sua pelle che quelle che per molti sono strutture adatte, nella realtà non lo sono affatto e che le barriere architettoniche purtroppo non si abbattono con la sola forza del pensiero…

Caro Babbo Natale,
Mi chiamo Elisa e sono una ragazza disabile sulla sedia a rotelle, ho la laurea triennale in Scienze del Turismo, parlo 5 lingue, e mi mancano pochi esami al conseguimento della laurea specialistica in Lingue e Culture per il Turismo … Non mi posso lamentare, ho tanto, non ho bisogni particolari, vorrei solo  più attenzione  e rispetto per la condizione in cui mi trovo,  cioè l’essere disabile motoria.

Non desidero il nuovo IPhone 5, né viaggi di piacere, e tantomeno ori o tesori. Ho tutto, tutto quel che mi serve per vivere una vita dignitosa, ho una bella famiglia, un fratello eccezionale, due genitori che da sempre hanno fatto di tutto e di più per aiutarmi ad affrontare la vita e per darmi le migliori cure e assistenza in tutti questi 28 anni, ma un desiderio ce l’ho.

Quale?, mi chiederai. Ora te lo espongo sperando che tu possa far sì che le istituzioni Italiane, il Governo e le ASL abbiano più attenzione e siano più di parola, promettendo a noi disabili di non prenderci più in giro. Noi persone portatrici di handicap siamo come tutti gli altri, sensibili, attente, intraprendenti e ambiziose. Io vorrei come “regalo” che la mia ASL di appartenenza restituisse alla mia famiglia il denaro speso per la mia rieducazione all’estero durante la  permanenza in Polonia per lo studio durante l’ Erasmus.

L’Asl 3 di Torino – Collegno a gennaio 2012 promise (con una lettera ufficiale) che le spese che avrei dovvuto sostenere per la mia terapia durante i 6 mesi di studio all’estero, ci sarebbero state rimborsate, dopo aver fornito la fattura quietanzata, cosa che abbiamo fatto ad agosto 2012, ma purtroppo ad oggi non ci è stato  comunicato nulla  dagli uffici. Silenzio totale.
Ognuno di noi, nelle proprie possibilità, fa di tutto per non pesare né sullo  stato, né sulle istituzioni e tantomeno sulle  famiglie. Anche noi vorremmo una Vita indipendente, serena costruttiva e sociale.  Troppo spesso tutto questo ci viene negato, sempre, o quasi sempre per mancanza di risorse economiche o per disattenzione nei nostri confronti.
Vista la crisi, giacché mio padre è pensionato, la mamma casalinga e mio fratello uno studente, mi sento quasi in colpa per quanto i miei spendono per le mie cure, anche perché da 28 anni mi curo privatamente dato che lo Stato italiano non mi ha mai garantito le cure rieducative.
Non calcolo più i soldi spesi per le mie terapie in privato. La situazione è paradossale e li paradosso sta nel fatto che il mio stato di disabilita non dipende né da malattie genetiche né da incidente, ma solo da negligenza medica durante il parto.
Concludo ringraziandoti nella speranza che tu, caro Babbo Natale, a differenza di altri, possa esaudire il mio desiderio, perché Tu in questi giorni di Festa ci dai la speranza e ci fai sognare.
Elisa

Alla lettera di Elisa vorremmo aggiungere solo una cosa: ce l’ha ricordata un nostro caro amico, collaboratore di Goleminformazione, Alessandro Gatto. Costituzione Francese Rivoluzionaria, articolo 33: La resistenza all’oppressione è la conseguenza degli altri diritti dell’uomo. Vi è oppressione contro il corpo sociale quando uno solo dei suoi membri è oppresso. Vi è oppressione contro ogni membro quando il corpo sociale è oppresso. Quando il governo viola i diritti del popolo, l’insurrezione è per il popolo, e per ogni parte di esso, il più sacro dei diritti e il più indispensabile dei doveri.

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