Un vero e proprio vademecum per gli operatori della giustizia e dell’informazione, chiamati a districarsi nell’individuazione del (mutevole) confine tra il diritto alla libera manifestazione del pensiero e quello alla tutela dell’altrui reputazione.

Il volume, oltre 1100 pagine, con rassegna di giurisprudenza e un’ampia bibliografia, dà conto delle varie tesi dottrinarie e dello stato della giurisprudenza non solo su tematiche tradizionali in materia di diffamazione (il “decalogo del giornalista”, la responsabilità del direttore ex art. 57 c.p., l’intervista e il ruolo dell’intervistatore, le differenze tra diffamazione a mezzo stampa e a mezzo televisione, le possibilità di exceptio veritatis e i suoi rapporti con il diritto di cronaca), ma affronta anche i delicati problemi che vengono posti dall’affermarsi nel mondo dell’informazione delle nuove tecnologie.

Fin dove può arrivare il diritto di critica in ambito politico e sindacale? E’ diffamazione ledere la reputazione di un soggetto la cui reputazione sia già gravemente compromessa? Fino a che punto è lecito criticare atti e provvedimenti giudiziari? Quali sono gli ambiti in cui può legittimamente operare il cosiddetto “diritto di satira”? Cosa insegna il caso di Charlie Hebdo e fin dove può spingersi la satira religiosa? A che punto è l’elaborazione del diritto all’oblio? Come si quantifica il danno da diffamazione? Conviene costituirsi parte civile in un processo penale per diffamazione? O è meglio adire direttamente il giudice civile? Quali sono le peculiarità della diffamazione attraverso Facebook, Twitter, Whatsapp, Trip Advisor e quali responsabilità hanno il webmaster, l’hosting provider o il curatore di un blog. E, ancora, che limiti ci sono per il nuovo giornalismo d’inchiesta e/o satirico di trasmissioni come “Striscia la notizia” e “Le iene”. A che punto sono i progetti di riforma della diffamazione? Che fine ha fatto, in particolare, il Ddl Costa? A questo e ad altri interrogativi, come pure a questioni di tipo squisitamente processualistico, il volume del giudice Pezzella, con la duplice sensibilità sull’argomento di chi oggi è un magistrato ma in passato è stato anche giornalista, tenta di dare delle risposte, non senza sottolineare come, talvolta, le stesse possano essere opinabili, se è vero che la giurisprudenza di merito e quella di legittimità, anche a distanza di pochi anni, sembrano offrire soluzioni diverse a fronte di casi assolutamente analoghi e che lo stesso legislatore appare impegnato un continuo sforzo di aggiornamento della normativa vigente ai mutamenti del costume e delle tecnologie cui sembra non riuscire a stare dietro.

Il volume è arricchito della più recente giurisprudenza nazionale (tra i tanti, il Caso Sallusti e la vicenda Google vs Vividown) ed europea (le sentenze della CEDU, nel caso Perna contro Italia e in quello Belpietro contro Italia, e quella della Corte di Giustizia europea, in quello Gonzales contro Google Spain, sul diritto all’oblio), oltre che dagli interventi del Garante della Privacy.

Si affrontano problemi che proprio in queste settimane approdano nelle aule giudiziarie, come quello dei lettori che commentano con post diffamatori gli articoli on line. E si analizzano le risposte fornite dalla giurisprudenza sui problemi che pone la messa in onda di fiction o di film verità ispirati a fatti di cronaca vera e la possibilità che si leda l’altrui reputazione anche con una foto, con un romanzo e, finanche, con un quadro.

Ampio spazio, infine, è dedicato ai profili civilistici del risarcimento del danno da diffamazione e alla sua quantificazione, sia che la richiesta avvenga attraverso la costituzione di parte civile nel processo penale che nella sede propria del giudizio civile.

Vincenzo Pezzella, La diffamazione – Edizioni Utet Giuridica, 2016, Pag. 1152 – euro 85
In vendita in tutte le librerie e su http://shop.wki.it/Utet_Giuridica/Libri/La_Diffamazione_s586209.aspx?utm

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