Secondo l’Organismo unitario dell’avvocatura, dopo la sentenza di incostituzionalità della consulta, sta partendo l’offensiva delle lobby delle camere di conciliazione che stanno presentando emendamenti per reintrodurre l’obbligatorietà.
 Maurizio de Tilla, presidente dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura (Oua) alla luce delle recenti notizie pubblicate da diversi giornali sull’annunciata presentazione di diversi emendamenti per rintrodurre l’obbligatorietà della media-conciliazione (il senatore Stefano de Lillo e l’onorevole Osvaldo Napoli del Pdl), recentemente bocciata con una sentenza della Consulta, ha dichiarato: «Invece di attendere il dispositivo della Corte Costituzionale, le lobby hanno già messo in campo il loro peso “politico”, dalla stampa apprendiamo che diversi parlamentari hanno già annunciato di voler presentare emendamenti per introdurre nuovamente l’obbligatorietà.
I poteri forti dietro la parola d’ordine del recupero di efficienza della giustizia in realtà vogliono tornare indietro: alla privatizzazione di un diritto, a un sistema costruito male, unico in Europa (con queste caratteristiche: obbligatorio e caro), costoso per i cittadini e che si è rivelato fallimentare negli esiti e per gli obiettivi prefissati, cioè la riduzione del contenzioso».

«È bene, inoltre, ricordare – aggiunge il presidente Oua – che dopo la bocciatura della nostra Consulta, si è ancora in attesa del pronunciamento della Corte di Giustizia europea e che in un parere della Commissione Europea di qualche mese fa proprio il nodo dei costi era messo in evidenza come grave criticità».

«L’avvocatura attende ora il dispositivo della sentenza – conclude de Tilla – ma ha già dato  responsabilmente la disponibilità a raccogliere l’invito del ministro Severino ad aprire un confronto per implementare la mediazione facoltativa, a patto che si rispettino precisi criteri di qualità negli organismi di conciliazione e per i mediatori e che non si comprimano i diritti dei cittadini con meccanismi costosi ed esclusivi. Se l’obiettivo è quello di ridurre i tempi dei processi e rendere efficiente la macchina giudiziaria siamo pronti a dialogare e a mettere in campo decine di proposte concrete, subito, senza speculazioni e interessi privati da salvaguardare. La giustizia è un diritto di tutti non un lusso per pochi privilegiati ”.

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