“In questi giorni abbiano dovuto rilevare ripetute espressioni pubbliche del Ministro della Giustizia non adeguate al suo ruolo istituzionale e gravemente lesive della dignità e dell’alta funzione che la Costituzione italiana assegna all’Avvocatura”.

Così ha rilevato il presidente del Consiglio nazionale forense Guido Alpa, che ha appena inviato al ministro della giustizia Annamaria Cancellieri una lettera per spiegare le ragioni per le quali l’Avvocatura, in tutte le rappresentanze istituzionali e politiche, ha deciso di non partecipare all’incontro previsto per oggi.
La decisione è stata assunta stamattina a seguito di una riunione nella sede del CNF alle quale hanno partecipato i presidenti degli Ordini distrettuali forensi, la Cassa forense e l’Oua.
“Con vivissima delusione abbiamo dovuto constatare come le assicurazioni dal Ministro fornite circa la collaborazione e il coinvolgimento dell’Avvocatura nei progetti di riforma della giustizia siano state completamente disattese”, scrive Alpa. “Anzi, l’Avvocatura è stata additata falsamente dal Ministro della Giustizia come ostacolo alla modernizzazione del Paese”.
Il presidente Alpa ha sottolineato che l’Avvocatura si è fatta carico di proporre in Parlamento, “che è ancora sovrano in una democrazia parlamentare come la nostra”, compiuti progetti di riforma della giustizia riguardanti:
-la disponibilità degli avvocati a concorrere in misura rilevante allo smaltimento dell’arretrato civile non solo in sede di appello ma anche in ogni altro grado della giurisdizione;
-la risoluzione delle controversie con forme diverse dal processo al fine di permettere a tutti l’accesso alla giustizia, oggi ostacolato anche dall’aumento esponenziale dei contributi unificati e dall’introduzione di istituti come la mediazione obbligatoria – anziché facoltativa – che hanno chiaramente fallito la loro missione traducendosi piuttosto in un inutile aggravio di costi per il cittadino;
-le camere arbitrali e di conciliazione istituite presso gli Ordini forensi;
-un progetto di riordino della geografia giudiziaria che realizzi un effettivo e dimostrabile risparmio di spesa ed un reale recupero di efficienza;
-un contributo dell’Avvocatura competente anche in materia di giustizia penale.
Tutte queste proposte sono state articolate in un dettagliato documento che è stato consegnato oggi in commissione giustizia alla Camera, dove il presidente Alpa è stato audito in merito al decreto legge “del fare”.

L’Oua, inoltre, conferma le 8 giornate di sciopero (8-16 luglio) con manifestazioni in tutto il Paese contro l’introduzione nuovamente di  un provvedimento di privatizzazione della giustizia quale è la media-conciliazione obbligatoria, un sistema unico in Europa (vedi scheda di seguito), fallimentare nella sua applicazione e dichiarato incostituzionale. Ma anche contro gli altri interventi, ritenuti insufficienti e inadeguati, primo tra tutti quello per lo smaltimento dell’arretrato.       
L’Oua domani consegnerà, invece, in Commissione Giustizia alla Camera un pacchetto di proposte alternative all’obbligatorietà della mediazione, tra queste il ricorso alla negoziazione assistita e alle camere arbitrali, nonché per risolvere in modo definitivo il problema dell’arretrato.

SCHEDA MEDIAZIONE OBBLIGATORIA
Il sistema come applicato nel passato ha avuto un riscontro numerico limitato: secondo i dati del Ministero della giustizia, rielaborati dal CNF, nel periodo marzo 2011-dicembre 2012, su 192.739 mediazione definitive, solo l’11,85% si è conclusa con un accordo (22.854); l’82,45% ( 158.907) sono fallite, di cui la stragrande maggioranza per mancata comparizione iniziale della parte (67%, pari a 29.713, ndr). Gli ultimi tre ministri hanno parlato addirittura di milioni di processi da intercettare con l’obbligatorietà. Ma con la nuova normativa hanno anche escluso gli incidenti, che è il segmento più corposo, quindi non si capisce come si dovrebbe raggiungere questo obiettivo.
Gli avvocati presenteranno come proposta alternativa: la negoziazione assistita, le camere arbitrali e la mediazione volontaria con incentivi fiscali per favorirne il successo.

IL NODO EUROPA
SCHEDA EUROPA DELLA COMMISSIONE PROCEDURA CIVILE E ADR DELL’OUA
In nessuno degli altri Paesi europei, ormai a distanza di cinque anni da quella direttiva, esiste un sistema di mediazione obbligatoria così generalizzato, essendo previste ipotesi molto marginali, in settori ben determinati e di scarsa rilevanza economica; infatti, come è stato di recente ricordato dal Vice Presidente del C.S.M, Michele Vietti, in una nota recentemente indirizzata all’avvocatura, in Europa la mediazione obbligatoria non esiste né in Inghilterra e  né in Francia, e riguarda controversie fra consumatori e grandi imprese (non diversamente dalle ipotesi di mediazione paritetica già prevista nel nostro Paese, ad es. controversie c. Enel, Edison, compagnie telefoniche, autostrade, assicurazioni, banche) ed è limitata a fasce di contenzioso estremamente modeste
• alle cause di vicinato ed immobiliari in Austria;
• a quelle in materie di viaggi e turismo o di mutui ipotecari in Danimarca;
• a quelle in materia assicurativa per le (sole) imprese in Estonia;
• a quelle in materia di pubblicità, pensioni, vendita diretta e servizi finanziari in Irlanda;
• ai casi di immatricolazione dei veicoli a motore e per i reclami alla Banca Centrale, in Germania, dove, peraltro, quei Land che l’hanno estesa, l’hanno limitata al contenzioso fino a €.750,00.

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