Organizzazione e programmi per vincere la sfida dell’eccellenza nella formazione degli aspiranti avvocati, ora che la legge professionale forense assegna agli Ordini il compito/opportunità di istituire proprie scuole forensi.
Oggi si è tenuta a Bari la Conferenza Nazionale delle Scuole forensi, appuntamento annuale promosso dalla Scuola superiore dell’Avvocatura- Fondazione del CNF.
L’edizione 2014 della Conferenza (“L’Avvocatura e i Giovani-La nuova formazione”) è stata dedicata all’analisi delle prospettive della formazione (prodromica all’esame ma anche in corso di professione) affidata agli ordini forensi alla luce della legge 247/2012.
Le Scuole forensi già operanti sul territorio sono 75 e la loro istituzione è stata finora su base spontaneistica.
Il loro tendenziale coordinamento è stato affidato al Coordinamento promosso dalla Scuola superiore
Ora la legge professionale, in un quadro di pluralismo dell’offerta formativa, affida agli Ordini forensi il compito di istituirle sulla base di un regolamento del Consiglio Nazionale Forense.
“Il CNF ha predisposto la bozza che è stata sottoposta alle osservazioni degli Ordini. La consultazione è terminata”, ha riferito alla platea di coordinatori e formatori delle Scuole il vicepresidente del CNF Ubaldo Perfetti. “Nella visione alla base della bozza di regolamento si è effettuato un bilanciamento tra le necessità di omogeneità dei programmi e della organizzazione e il rispetto dell’autonomia e decisione degli Ordini, sapienti interpreti delle problematiche professionali locali”. Altro tratto caratteristico della bozza è l’ampiezza delle competenze affidate alle Scuole: formazione per l’accesso-formazione continua-collaborazione nella formazione ai fini della specializzazione (sempre nell’ambito di un pluralismo sul fronte dei soggetti-anche forensi- ai quali la legge affida l’attività formativa).
In linea generale, ha aggiunto, “occorre comunque presidiare il principio che il tirocinio forense- proprio nell’ottica di una spiccata professionalizzazione-si svolga in via ordinaria presso gli studi legali”.
Per Perfetti, nella anche “proficua concorrenza che si svilupperà sulla formazione” le Scuole potranno imporsi con percorsi di eccellenza verso una figura di avvocato preparato eticamente- professionalmente e non solo tecnicamente”.
A questo tema si è ricollegato il vicepresidente della Scuola, Alarico Mariani Marini, per sottolineare la grande “valenza innovativa della legge verso una formazione professionalizzante in un quadro di rinnovata responsabilità sociale. La legge da una parte indica alcune materie obbligatorie innovative- linguaggio giuridico-argomentazione-casistica e dall’altra disegna un ruolo professionale in una dimensione “sociale” intesa come piena tutela dei diritti umani- delle persone più deboli- anche nell’esercizio del proprio specifico mandato. Con queste innovazioni la Scuole- attuali e le prossime che verranno- dovranno confrontarsi per disegnare programmi e metodi nuovi per produrre nuovi traguardi per la formazione”.

Stefano Borsacchi, coordinatore della commissione deontologica, da parte sua ha evidenziato come grazie all’opera della Scuola superiore i metodi e i contenuti della formazione forense siano state recepite nella legge e costituiscano già un patrimonio delle Scuole forensi che operano sul territorio. “ Permangono le criticità di un eventuale tirocinio obbligatorio presso gli uffici giudiziari laddove è opportuno privilegiare il canale formativo della pratica presso gli studi e dalla frequentazione delle scuole”, ha specificato.

Traendo le conclusioni della mattinata Perfetti ha sottolineato che quella delle scuole forensi rappresenta l’occasione per formare avvocati in linea con le esigenze della modernità secondo un modello che tenga conto non solo delle abilità e delle conoscenze ma anche dei valori della cui attuazione e difesa l’avvocato è interprete come professionista che fa del “sapere” il proprio valore. 

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