L’Organismo Unitario dell’Avvocatura (Oua) è stato convocato per martedì prossimo dal Ministero della Giustizia per discutere della revisione dei parametri dei compensi degli avvocati, il meccanismo sostitutivo delle abolite tariffe forensi.

L’Oua in questi mesi ha denunciato come la nuova disciplina abbia portato a un ribasso del 50% dei compensi legali nei processi e come questo provvedimento presenti diversi profili di illegittimità, come testimoniano i rinvii alla Corte Costituzionale del Tribunale di Cremona e del Giudice di Pace di Sciacca. Per l’organismo di rappresentanza politica dell’avvocatura è necessario rivedere tutto il sistema: «Un altro rinvio alla Consulta e cresce sempre di più il disagio e la preoccupazione tra gli avvocati per le conseguenze dei nuovi parametri – spiega Maurizio de Tilla, presidente Oua –. E’ importante invertire la rotta. In tal senso, in queste ultime settimane, abbiamo registrato una forte sensibilità del Ministro Severino rispetto a questa materia. Crediamo, quindi, che sia una buona notizia che alla vigilia del prossimo Congresso Nazionale Forense di Bari (22-24 novembre), si sia definitivamente aperto un dialogo con l’obiettivo di definire un intervento correttivo che recepisca le richieste dell’avvocatura e modifichi il regolamento e questi ingiusti parametri. Martedì verificheremo nel merito le possibili soluzioni».

 

Intanto si rafforzano le ragioni dell’Oua che contesta diversi profili di illegittimità nel regolamento sui parametri, tra gli altri aspetti anche per la retroattività. E in questa direzione vanno le decisioni sia di un magistrato del tribunale di Cremona, sia del Giudice di Pace di Sciacca. Quest’ultimo considera infondata l’applicazione retroattiva delle nuove tariffe professionali anche ai giudizi in corso e all’attività già svolta ed esaurita prima dell’entrata in vigore della nuova disciplina (vedi allegato). Ragione per cui rinvia il provvedimento alla Corte Costituzionale sospende il processo.

«Questa iniziativa del giudice di Pace di Sciacca – sottolinea il presidente dell’Oua – mette chiaramente in discussione la retroattività di parametri dei compensi su un giudizio già in corso e fa direttamente riferimento al rinvio alla Consulta del Magistrato del Tribunale di Cremona, che evidenziava come l’obiettivo del legislatore sembrava essere quello di “spingere gli avvocati a non accettare incarichi non remunerativi e così bloccare l’alluvionale afflusso di processi che intasano le aule di giustizia”. “Svilendo il lavoro degli avvocati”, sembra si voglia colpire l’accesso stesso al servizio giustizia per gli stessi cittadini. Questa decisione impone una riflessione e siamo lieti che il Ministero abbia dimostrato sensibilità in tal senso e convocato l’avvocatura per la prossima settimana».

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