Circa il 50 per cento della popolazione femminile soffre di calvizie. Diverse le cause, diverse la forme di caduta de capelli in atto, uguali però i risultati e i contraccolpi sulla psicologia. Cosa fare? Quando intervenire? Il segreto, nella maggior parte dei casi, è nella diagnosi precoce e in un intervento rapido volto ad arrestare – e nei casi più gravi a invertire – l’avanzata della calvizie.

Perché anche le donne soffrono di calvizie?

È errato pensare, come potrebbe facilmente immaginarsi, che solo gli uomini soffrano di calvizie. Certo, è più difficile incontrare donne del tutto calve ma quelle che soffrono di forti diradamenti della capigliatura sono davvero numerose. Il fenomeno non è così raro come sembra. Alla base di questa patologia ci sono cause molteplici, come per gli uomini, il dna fa molto ma non tutto. Anzi, nelle donne le cause scatenanti sembrano moltiplicarsi e vanno dallo stress a patologie che interessano altri organi, come nel caso dell’ovaio policistico.

La diagnosi è la cura

La prima cosa da fare per intervenire con successo nel contrasto alla caduta dei capelli è un’accurata diagnosi della sua tipologia e soprattutto della sua causa. L’alopecia femminile può essere diagnosticata da un dermatologo o da un esperto dei capelli, ma non dimentichiamo che esistono centri specializzati, tra questi si distingue Hair Clinic, che offrono le competenze giuste per partire dalla diagnosi ed elaborare il miglior piano di intervento per i singoli soggetti. In molti casi, come ad esempio in presenza di carenze di ferro o di squilibri ormonali, è necessario intervenire su queste patologie invece che sulla caduta dei capelli, mera conseguenza. Ad esempio, l’ovaio multifollicolare va curato da un ginecologo e i risultati si rifletteranno direttamente sulla salute dei capelli che diventano specchio di una patologia, come in alcuni casi accade per le unghie.

Alopecia androgenetica femminile e telogen effluvium, cosa si nasconde dietro queste strane parole

Le donne soffrono nella maggior parte dei casi di alopecia androgenetica femminile e telogen effluvium. Sono le due manifestazioni della calvizie più comuni nella popolazione femminile. Da cosa sono date?  La prima, molto diffusa tra gli uomini perché legata a un ormone maschile, interessa buona parte delle donne che soffrono di calvizie. Si manifesta soprattutto con la menopausa, a causa degli squilibri ormonali che il fenomeno fisiologico comporta. In questa delicata fase della vita della donna, infatti, si riduce la produzione di ormoni estrogeni e in maniera del tutto proporzionale vanno ad aumentare gli ormoni maschili. Può accadere che si manifesti anche nel corso della pubertà. A scatenarla è, nella maggior parte dei casi, una dieta dimagrante poco equilibrata. Anche la gravidanza può scatenare, nella fase immediatamente successiva, la caduta dei capelli. È soprattutto lo stress e l’allattamento, con l’aumento della prolattina, a dare il via all’indebolimento e alla conseguente caduta dei capelli. Il telogen effluvium ha più o meno le stesse cause scatenanti. In questo caso non si tratta solo di ormoni.

Il telogen effluvium visto da vicino

Se l’alopecia androgenetica femminile interessa un’unica area della testa e si presenta circoscritta in una precisa zona del cuoio capelluto, il telogen effluvium, al contrario, interessa tutta la testa. Si tratta di una ampia caduta di capelli che porta alla comparsa di intere e vaste chiazze prive di capelli. Dopo la gravidanza, con la sospensione della produzione di estrogeni, il fenomeno è comune. I follicoli sono stati intensamente stimolati per nove mesi e poi la stimolazione si arresta con un improvviso indebolimento dei capelli e la conseguente caduta. Anche la menopausa rappresenta un periodo a grande rischio, così come l’allattamento che con l’aumento della prolattina favorisce conseguenze dirette sulla salute dei capelli.

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