Alcuni medici e infermieri, con il sostegno della chiesa locale e del comune di Pomigliano d’Arco, vogliono aprire il primo centro anti-suicidi dell’hinterland industriale napoletano.
L’obbiettivo del centro anti-suicidi è di aiutare chi è senza lavoro da anni, cassaintegrati, disoccupati, tutte persone dimenticate dalla politica e dal mondo del lavoro. Una società che ha accettato silenziosamente il fatto che a quarantacinque, cinquant’anni le aziende “non ti vogliono più”. Una generazione senza più dignità, che si vergogna poiché non più capace di sostenere i propri figli; spesso sono padri e madri sprofondati nel disagio psicologico più nero, che li può spingere fino al suicidio. Il polo industriale della Campania è, sotto questo punto di vista, uno dei posti più pericolosi del paese.Una iniziativa lodevole, che si dovrebbe realizzare al più presto, non solo in Campania, ma in tutte le regioni italiane. Per combattere la crisi occorre una società più solidale, chi perde il suo impiego, specie se padre di famiglia, madri separate ( e tanti altri) vanno sostenuti e reinseriti nel mondo del lavoro. Mettiamo le basi per una società più umana, che metta al centro la persona e non il profitto.

Fonte: Redattore Sociale 

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