Negli ormai lontani anni ’70, l’allora Assessore alla Cultura, il mai abbastanza rimpianto Renato Nicolini, inventò l’Estate Romana. Erano gli anni del terrorismo e del terrore. La gente aveva paura ad uscire di casa.

Nicolini, complice il caldo estivo, la riportò nelle piazze con spettacoli, eventi, cultura. La cosa, oltre ad essere un fenomeno di grande rilevanza sociale, creò anche un importante indotto economico. In quel periodo nacque una manifestazione, nella meravigliosa cornice dei Giardini di Castel Sant’Angelo: Invito alla Lettura. Ingresso gratuito, tanti stand di libri, concerti, spettacoli, performances teatrali e presentazioni. Milioni di romani ci sono andati, anche solo per passeggiare e mangiarsi un gelato. E magari hanno comprato un libro o ascoltato una conferenza. Poi arrivarono gli anni di Berlusconi e del Tremonti che “con la cultura non si mangia!”. Bizzarra affermazione nel Paese del Colosseo, di Palazzo Pitti e del Golfo di Napoli. Ma tant’è.

L’Estate Romana, con il Sindaco fascista Alemanno, ora indagato per finanziamento illecito, divenne una sagra da strapaese, con tanto di discoteche, ubriachi molesti, risse ed accoltellamenti vari. Per alcuni anni a “Invito alla Lettura” non venne più concesso lo spazio e i Giardini di Castel Sant’Angelo rimasero vuoti, abbandonati al degrado, ai clochard, alle bottiglie vuote e alle siringhe usate. Quest’anno, finalmente, la manifestazione è tornata con il nuovo nome di “Letture d’Estate”. Tutto bene dunque. No, tutto male! E la vicenda di “Letture d’Estate” è un piccolo esempio dei motivi per cui, in questo Paese, non abbiamo più speranze. Rosanna Vano, “la Dottoressa”, come tutti la chiamano, da sempre ispiratrice della Manifestazione, è stata costretta a partecipare al bando comunale dell’Estate Romana, nonostante, come suo costume, non abbia chiesto alcun finanziamento pubblico, abbia pagato oltre 100mila euro di occupazione del suolo pubblico e altrettanti per l’uso della corrente elettrica. Ciò ha comportato che la Manifestazione abbia avuto l’ok dall’amministrazione capitolina solo il 23 giugno, per inaugurare in tutta fretta 5 giorni dopo. Nonostante questo i risultati sono stati miracolosi, ma certo nettamente inferiori a ciò che sarebbe potuto accadere se avesse avuto il tempo necessario per programmare spettacoli, eventi e presentazioni di libri.

E per fortuna che il Sindaco Marino aveva detto che la città ha bisogno dell’impresa privata e dei suoi investimenti. Burocrazia, lotte intestine dei vari partiti e idiozia generalizzata, impediscono letteralmente ai privati di lavorare e questo perché le regole le fanno persone che, in generale, non hanno mai lavorato in vita loro. Sato, Comuni e Regioni sono sempre più un intralcio, un nemico dei cittadini.  Questo non perché ci vorrebbe il far west auspicato da Berlusconi e dai suoi complici, ma perché, negli anni, abbiamo selezionato una classe politica sempre più inetta ed inefficiente. Quindi, se a qualcuno è tornata la voglia di leggersi la “Gerusalemme Liberata” del Tasso, occorre dire che è accaduto nonostante le Istituzioni e forse contro di esse!

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