Con il termine “Six-Pack” si definisce il pacchetto di riforme approvato dal Parlamento Europeo ad ottobre 2011 ed entrato in vigore a partire dal 12 dicembre scorso. La normativa riguarda il rafforzamento della governance fiscale, in una logica di miglioramento dell’ormai obsoleto Patto di Stabilità e Crescita. L’obiettivo è di tenere a freno gli squilibri relativi alle politiche di bilancio, che nell’ultimo decennio hanno intrapreso un percorso poco sostenibile. La crisi debitoria dei paesi mediterranei ha dunque ridato vigore al tema della sostenibilità dei conti pubblici, da perseguire attraverso l’adozione di regole certe e valide per tutti.

La nuova strategia punta sostanzialmente ad inasprire le sanzioni in caso di mancato adeguamento ai parametri fondamentali, ovvero il deficit al 3% ed il debito al 60%, prevedendo percorsi di rientro a velocità predeterminata. Formalmente si tratta di una direttiva e cinque regolamenti, i quali entrano direttamente in vigore senza la necessità dell’approvazione formale del parlamento nazionale: tale scelta mette in evidenza la forza del nuovo accordo fiscale. Di seguito i contenuti principali:

1) I paesi con rapporto debito/PIL superiore al 60% devono ridurre la parte eccedente di 1/20 l’anno. Ad esempio, per l’Italia, questo significa ridurre il debito di circa il 3% ogni anno.

2) Sul piano delle sanzioni, l’applicazione potrà essere preventiva, agendo prima che il deficit eccessivo si realizzi. Queste potranno consistere nel trasferimento dello 0,1% del PIL in un deposito infruttifero (0,2% nel caso di statistiche fraudolente), oppure in limitazioni ai trasferimenti monetari, quali i finanziamenti concernenti la politica di Coesione.

3) L’aumento della spesa pubblica deve essere proporzionato alla crescita del PIL nel medio termine, oppure finanziato attraverso un incremento delle entrate (dunque delle tasse).

4) Le procedure di bilancio e la produzione di statistiche dovranno rispondere a requisiti tecnici standard, in modo da renderne possibile la comparazione tra Stati Membri.

5) Rispetto all’analisi dei conti pubblici, bisognerà tenere conto non solo dei deficit ma anche dei surplus, anch’essi capaci di generare squilibri all’interno dell’area.

6) In merito alla trasparenza, è necessario che gli istituti statistici e gli organi di vigilanza siano più indipendenti dai governi nazionali. A tal proposito, un rinnovato ruolo di vigilanza è assegnato alla Commissione. (luigi borrelli)

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