Le proposte del Guardasigilli
Il ministro Orlando ha innanzitutto smentito le voci di sue dimissioni, quindi ha definito l’avvocatura elemento cardine nella tenuta sociale del Paese: ” Se si sfalda – ha detto – i rischi di un aumento della tensione sono forti”. Quindi ha chiesto all’avvocatura di non arroccarsi sulle proprie posizioni ma di collaborare.
Sulla geografia giudiziaria il Guardasigilli ha annunciato qualche ritocco e un intervento più ampio basato sulla regola del tre, ossia almeno tre tribunali per Corte d’Appello. Sul decreto civile Orlando ha preannunciato l’intenzione di introdurre incentivi per gli arbitrati e conciliazioni, ma l’annuncio più gradito è stato sicuramente quello dell’assunzione di mille cancellieri entro la fine dell’anno e l’idea di salvare dal taglio del 3 % dal budget del ministero gli investimenti per il processo telematico. Il Guardasigilli ha infine promesso che, sempre entro la fine del 2014, verranno varati tutti i regolamenti attuativi dell’ordinamento forense.

Dal Consiglio nazionale forense
Tre “miglioramenti necessari” alla negoziazione assistita e al passaggio in arbitrato delle cause civili pendenti e promessa di massimo impegno dell’Avvocatura a far funzionare questi sistemi alternativi per accelerare la resa di giustizia ai cittadini.
Con l’invito all’unità dell’avvocatura ed il saluto al presidente Alpa impossibilitato a intervenire ai lavori, il vicepresidente del Consiglio Nazionale Forense, Ubaldo Perfetti, ha chiuso i lavori del XXXII Congresso forense.
“ Chiediamo con forza l’alternatività piena della negoziazione assistita con la mediazione e con gli altri filtri all’accesso, perché non possiamo permettere che le parti subiscano un’altra condizione per poter accedere al giudice.
Sarebbe inoltre opportuno prevedere incentivi fiscali per le parti che decidano di spostare la causa pendente dal tribunale ad un arbitro, perché chi si è già assunto l’oneroso costo del contributo unificato abbia un vantaggio concreto a tentare altre strade più celeri. L’avvocatura è in grado- come il ministro guardasigilli ha dato atto proprio oggi- di contributi fattivi e specifici.
Sulla riforma dell’avvocatura, che il Ministro ha dichiarato di volere portare a piena attuazione con i regolamenti ministeriali entro la fine dell’anno, il vicepresidente CNF – apprezzando l’intenzione del ministro – ha dato conto del fatto che il Consiglio ha approvato tutti i regolamenti di sua competenza ed il nuovo codice deontologico “Forte del suo nuovo Statuto, l’avvocatura può lavorare “per la società del cambiamento”. Il nuovo ordinamento forense ha sottratto definitivamente la professione alle logiche del mercato che hanno dominato la stagione della pseudo liberalizzazione delle professioni, ed è ora il tempo di guardare alla società e alla giustizia”.

Le Mozioni approvate
Avvocatura spaccata sul fronte della rappresentanza politica. Il Congresso di Venezia ha visto i delegati discutere a lungo sul meccanismo di elezione dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura. Da molti Venezia era stato invocato come il momento del cambiamento (“Abbiamo fondato l’Oua qui a Venezia e a Venezia dobbiamo rilanciarlo” aveva dichiarato dal palco Maurizio De Tilla, presidente dell’Associazione nazionale avvocati italiani) ma nessuna delle sei mozioni ha raggiunto il quorum di 461 voti. Tutto rinviato al futuro.
Deluse la presidente Aiga Nicoletta Giorgi, firmataria di una mozione quote e il segretario dell’Associazione nazionale forense Ester Perifano. Il congresso ha eletto quindi con il vecchio sistema i delegati che entro 30 giorni sceglieranno la nuova giunta.

Tra le mozioni approvate, quella sulla specializzazione dell’Associazione nazionale avvocati italiani che propone di eliminare i 50 incarichi annuali per essere avvocato specialista q dell’Associazione nazionale forense che chiede la formazione sul campo. 

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