“Le sentenze del Tar che hanno dichiarato l’illegittimità del regolamento elettorale forense hanno portato al pettine i nodi che per mesi avevamo denunciato nelle sedi opportune, reclamando un ascolto che avrebbe molto probabilmente evitato la situazione di caos in cui versano adesso gli Ordini in tutta Italia. Inoltre, aspetto ancor più grave, hanno evidenziato le storture che sono derivate dall’assoluta mancanza di dialogo con le varie componenti dell’Avvocatura a causa di una loro partecipazione meramente formale, con assenza di effettivi momenti di analisi, e con un unico momento di confronto che si è consumato dinanzi al giudice amministrativo. I risultati sono fallimentari e impongono un cambio di rotta: per il futuro, al fine di risolvere l’emergenza che ha investito l’avvocatura, è necessaria l’adozione di  un metodo veramente partecipativo, che tenga conto delle specificità di tutti, perché gli avvocati hanno diritto ad un procedimento elettorale democratico e legittimo, così come hanno diritto ad uno statuto ordinamentale calato nella realtà attuale e non retaggio di tempi ormai passati”.

Così in una nota l’Associazione Nazionale Forense, in merito alla lettera che ha inviato oggi al Ministro della Giustizia Orlando e al  Presidente del CNF Mascherin per evidenziare la situazione di stallo in cui versano tutti i Consigli degli Ordini. 

“E’ surreale – continua l’ANF – che, anche grazie alla superficialità di chi avrebbe dovuto vigilare,  il Cnf e il Ministero della Giustizia in primis, rilevi esternamente una immagine dell’Avvocatura ripiegata su stessa, in difficoltà a risolvere i problemi propri, mentre il suo ruolo è quello di risolvere i problemi delle imprese, delle istituzioni e dei cittadini. Ruolo che gli avvocati, con grande senso di sacrificio, svolgono ogni giorno. E’ comunque ora il momento di guardare oltre e tentare seriamente di superare le criticità che hanno portato la situazione al punto in cui è adesso: occorre assumere un metodo operativo che eviti l’attuale e diffuso proliferare del contenzioso tra Ministero e CNF da un lato ed Ordini ed Associazioni dall’altro come ad oggi avvenuto quasi su ogni regolamento. E, soprattutto, coinvolgere effettivamente il mondo delle Associazioni nelle determinazioni che riguardano le regole della categoria”.

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