Occorre capire il contesto. Berlusconi è stato cacciato dal Senato in applicazione della Legge Severino per una condanna  penale passata in giudicato. I parlamenti non  erano riusciti prima con   la legge elettorale  del 1957  per tenerlo lontano con il suo  enorme conflitto di interessi.   L’ex cav.  sommava proprietà di tv e giornali  in odio alla legge Mammì. Quale atroce vendetta poteva architettare l’espulso contro l’amato Paese?

 “Mi avete cacciato e io vi distruggo”. Un po’ come Sordi nell’Americano a  Roma.  Agli spaghetti “Mi avete provocato e ve magno” – . Non poteva utilizzare famigli e sodali di partiti ma gli avversari. Prima voleva abolirlo il vituperato senato , incenerirlo per la cacciata dal Palazzo Madama. Poi sentito Verdini e la Pulzella di Firenze ha deciso di creare un’assemblea che sta tra il senato sabaudo e un dopolavoro della Leopolda. Un capolavoro con la Boschi travestita da modella del Botticelli.   

Matteo Renzi del senato, durante le primarie, non parlò. Anzi a tutti diceva “Tenetemi prima che lo sfasci”, alludendo al Silvio pregiudicato.  Un altro personaggio della commedia all’italiana. Rimarrà l’ultimo atto del piccolo Padre  “Lavoratori?” I Vitelloni  inventati da Federico Fellini non sono altro che i nuovi giovani rampanti del  “fare”.

Nel senso shakesperiano: alla Macbeth : “Se tutto fosse fatto, una volta fatto, allora sarebbe bene che fosse fatto presto: se l’assassinio potesse arrestar nella rete le conseguenze, e con la cessazione di esse assicurare l’esito, sicché questo solo colpo fosse il principio e la fine del mio atto, qui, qui soltanto, su questo banco, su questa secca del tempo noi arrischieremmo, con un salto, la vita futura. Ma in casi come questo, noi abbiamo da subire un giudizio anche qui: giacché noi non facciamo che insegnare opre di sangue, le quali, appena insegnate, finiscono per punire il maestro. Questa giustizia dalla mano imparziale porge alle nostre labbra stesse la miscela del nostro calice avvelenato” (Atto I, scena VII).

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