La Siria e il vicino Libano non sono solo il teatro di scontri tra milizie e eserciti ma anche luoghi dove si intrecciano le vicende umane di persone diverse da loro. Sunniti si scontrano con sciiti, miliziani Hezbollah libanesi, sciiti iracheni e Pasdaran iraniani si trovano a combattere contro i salafiti giordani e tunisini del Fronte di Salvezza di al Qaeda o con i Fratelli musulmani siriani e i guerriglieri ceceni.

Anche nel vicino Libano, dove sono scoppiati di recente nuovi scontri legati proprio alla vicina crisi siriana, si trovano ad affrontarsi gruppi contrapporti, come gli sciiti Hezbollah e i salafiti dell’imam Ahmed al Assir a Sidone. In questo contesto ha destato scalpore tra gli arabi la storia di Fadel Shaker, una pop star della musica melodica araba che a partire dagli anni novanta ha spopolato tra i giovani, facendo innamorare milioni di ragazze con le sue canzoni (http://www.youtube.com/watch?v=v_akvbNZ8DY), e che oggi è diventato il paladino dei terroristi di al Qaeda.

Per 15 anni Shaker ha rappresentato il simbolo della musica romantica, vendendo milioni di copie dei suoi album. Ancora oggi, a 45 anni, Shaker è una icona della musica in Libano nonostante abbia scelto però di schierarsi apertamente con i sunniti e in particolare con gli estremisti islamici. Nel suo percorso personale l’artista è passato dal palcoscenico al campo di battaglia, passando per una moschea. E’ stata infratti la moschea di Abra, poco fuori Sidone, nel sud del Libano, dove ha incontrato lo sceicco al Assir a cambiarlo. Sembra infatti che l’anziano religioso salafita, seguace di al Qaeda e di Osama Bin Laden, sia riuscito a fargli il lavaggio del cervello convincendolo ad abbandonare il microfono e ad abbracciare il fucile. Shaker ha partecipato allo scontro a fuoco che ha visto protagonisti per una settimana a Sidone i miliziani islamici e quelli sciiti di Hezbollah e Amal. Durante questo conflitto a fuoco ha perso la vita suo fratello Mohammed, a casa del quale è stato trovato un arsenale di armi di al Qaeda (http://www.youtube.com/watch?v=uhYcTVvmv4E) e che si ritiene sia stato uno degli artefici della sua conversione al salafismo. La sua adesione al jihadismo militante è divenuta ufficiale con il mandato di cattura emanato dalle autorità libanesi. Dal 24 giugno il cantante è ufficialmente un latitante. Si dice che sia fuggito insieme al suo mentore, lo sceicco al Assir, verso la Siria per unirsi al Fronte di Salvezza di al Qaeda.

Ad allontanarlo dalla sua vita di pop star è stata proprio la guerra in Siria. Dal suo scoppio, nel marzo del 2011, Shaker è scomparso dalla scena musicale e non è apparso più in pubblico. E’ stato rivisto per la prima volta solo nel 2012, durante una manifestazione pubblica organizzata dallo sceicco al Assir imam della moschea Bilal, che si trova fuori Sidone, la stessa moschea dove nei giorni scorsi l’esercito libanese ha trovato un vero e proprio arsenale di armi. Il sit-in era stato indetto contro “i crimini commessi ai danni del popolo siriano dal regime di Bashar al Assad” nella piazza dei martiri di Beirut. In quell’occasione ha ripreso in mano un microfono non per cantare le sue canzoni romantiche ma per intonare i canti jihadisti. Da quel momento ha assunto il soprannome di “cantante salafita” in particolare da quando ha cantato in pubblico l’inno dal titolo: “Vengo per sfidare la morte”.

Questa sua conversione ha stupito non poco i suoi vecchi fan ed è stata condannata dal mondo degli artisti libanesi e arabi. Shaker in un primo momento ha tentato di difendersi, accompagnando la sua scelta politica di aiutare l’opposizione siriana con un impegno sociale in favore delle vittime della droga a Sidone impegnati in una terapia di recupero. Solo pochi mesi dopo, nel marzo 2012, Shaker ha scelto di riapparire in tv andando sul canale “al Rahma” dove ha annunciato la sua adesione al gruppo dell’imam al Assir “per cantare alcuni canti religiosi”. I recenti scontri a fuoco di Sidone, legati alla guerra in corso in Siria, hanno fatto emergere la sua adesione al terrorismo islamico. Ha infatti diffuso un video sui social network nel quale si diceva “orgoglioso” di aver ucciso 2 soldati dell’esercito libanese e di averne feriti altri quattro in uno scontro a fuoco. (http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=iY81M__tnLA). L’ex cantante appare in un filmato insieme ad altri salafiti e definisce i militari libanesi “dei maiali” invitando i giovani ad ucciderne altri. Solo ora molti ricordano che Shaker è nato 45 anni nel campo profughi palestinese di Ain al Halwa, noto per essere la sede delle milizie jihadiste vicine ad al Qaeda in Libano, e chiedono di ritirargli la cittadinanza palestinese conferitagli dallo stesso presidente Mahmoud Abbas.

Si ritiene che gli scontri scoppiati la scorsa settimana a Sidone, nel sud del Libano, che hanno costretto l’esercito ad intervenire e dove si contano decine di morti e feriti tra miliziani islamici e soldati, siano partiti proprio da una sua azione criminale. In un’intercettazione telefonica Shaker racconta di aver partecipato all’attacco compiuto contro l’abitazione di alcuni membri di Hezbollah della zona, per vendicare i sunniti siriani e per rubare soldi e gioielli che si trovavano al suo interno. La sua azione non è passata impunita. Pochi giorni dopo gli uomini di Hezbollah hanno dato fuoco alla sua villa nel sud del Libano (http://www.youtube.com/watch?v=3dUmjzsnnvE) ed hanno dato il via ad una guerra contro lo sceicco al Assir che ha costretto l’esercito libanese ad intervenire e a cacciarlo dalla sua moschea mettendo in fuga l’imam e il suo famoso seguace.

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