“Uno che faceva un censimento una volta cercò di interrogarmi. Mi mangiai il suo fegato, con un bel piatto di fave e un buon Chianti” dice Hannibal Lecter in una delle più memorabili scene del film Il silenzio degli innocenti. Invece il più pacato sir Conan Doyle nel suo romanzo Il segno dei quattro del 1890, con protagonista Sherlock Holmes, fa dire a uno dei personaggi “ Posso offrirle un bicchiere di Chianti, signorina Morstan?”. Americani e inglesi impazziscono per il Chianti ormai da secoli. E non solo per il vino, ma anche per la regione toscana in cui si produce, meta di viaggi e vacanze al punto di essere stata ribattezzata Chiantishire.

Quella del vino Chianti è una storia che affonda le proprie radici al tempo degli Etruschi e dei Romani, mentre bisogna aspettare fino al 1398 per avere un documento in cui appare il nome Chianti in riferimento al vino prodotto in zona. Da questo momento la fortuna del Chianti è inarrestabile e già nel Seicento le esportazioni del vino in Inghilterra sono la norma.
Ulteriore impulso si ebbe nell’Ottocento grazie al produttore e uomo politico Bettino Ricasoli, che codificò anche l’uvaggio del Chianti: Canaiolo, Sangiovese e una minima percentuale di due varietà a bacca bianca, Malvasia e Trebbiano. Poi, negli ultimi decenni, come è capitato in molti settori in Italia, per far fronte alle entusiastiche richieste del mercato, qualcuno ha pensato di fare il furbo: si è cominciato con i fiaschi impagliati, souvenir richiestissimi ma che contenevano un vino scadente, per finire con la guardia di Finanza che perquisiva cantine e sequestrava migliaia di ettolitri di vino che era tutto fuorché Chianti.
L’immagine del vino toscano ha subito un tracollo inarrestabile, in patria prima ancora che all’estero, e anche se oggi i segnali dell’export sono incoraggianti con un +10% di vendite nel 2012 e con Stati Uniti, Germania e Canada come mercati di riferimento, la situazione rimane ancora piuttosto critica. Nei supermercati e nelle enoteche convivono decine di bottiglie di Chianti, con una forbice di prezzo impressionante e con caratteristiche diversissime, che confondono il consumatore. Come orientarsi nella scelta? Intanto, cominciamo col dire che il Chianti storicamente è prodotto in una zona delimitata a nord dai dintorni di Firenze, a est dai monti del Chianti, a sud da Siena e a ovest dal Val di Pesa e dalla Val d’Elsa.
Questa zona è stata “ufficializzata” nel 1932 con un decreto ministeriale ed è qui che il vino prodotto si può fregiare della denominazione Chianti Classico. Inoltre, il disciplinare della Docg prevede che per essere Chianti Classico il vino deve essere prodotto per almeno l’80% da Sangiovese e per il restante 20% da altri vitigni a bacca rossa, come gli autoctoni Colorino, Ciliegiolo, Canaiolo, o da vitigni internazionali ammessi, come il Merlot o il Cabernet Sauvignon; oggi i vitigni a bacca bianca locali, raccomandati dal Ricasoli non sono più ammessi.

Oltre alla denominazione Chianti Classico, esistono sette sottozone di produzione, con diverse caratteristiche dovute a esposizione e tipo di terreno: Colli fiorentini, Montalbano, Rufina, Montespertoli, Colli Aretini, Colline Pisane e Colli Senesi. Una prima indicazione per chi non è esperto e deve scegliere una bottiglia è quella di orientarsi verso un Chianti Classico (che costerà mediamente di più), anche se esistono ottime etichette anche nelle altre sottozone, soprattutto Rufina, ed esistono addirittura favolosi vini “Chianti”, che però escono come Toscana Igt, quindi al di fuori delle regole del disciplinare di produzione (per aumentare la confusione del malcapitato acquirente).
Se desiderate un vino più importante orientatevi nella scelta di una Riserva, a cui il passaggio in legno dona sentori di spezie e una trama più elegante e vellutata (meglio però l’uso delle botti grandi rispetto alle barrique); infine, se è riportato in etichetta, fate caso al blend di uve che compongono il Chianti: se si tratta di Sangiovese in purezza sarà un vino eccezionale, ma avrà bisogno di più tempo per dare il meglio di sé. Se ci sono piccole aggiunte di Merlot e Cabernet i puristi arricceranno il naso per il mancato rispetto della territorialità, ma si tratta comunque di vini più facili e pronti in minor tempo.

Le principali caratteristiche organolettiche del Chianti sono un colore rosso rubino, sentori balsamici, di petali di fiori, ciliegie sotto spirito, tabacco liquirizia, pepe nero e cioccolato, gusto asciutto, fresco, sapido, minerale. Va servito a una temperatura di 18° in abbinamento a primi piatti con condimenti di carne, grigliate miste, arrosti, selvaggina e formaggi, primo su tutti il pecorino. Se decidete di acquistare una bottiglia di qualche anno fa, orientatevi sulle annate 2006, 2004, 2001 e 1999.

I produttori consigliati

Badia a Coltibuono
Chianti Classico Docg, Sangiovese e Canaiolo, venduto in loco a 13,30 euro.
Chianti Classico Docg Riserva, Sangiovese, Canaiolo, Ciliegiolo, Colorino, venduto in loco a 23 euro.
Chianti Cultus Boni Docg, Sangiovese, Colorino, Canaiolo e altre varietà, venduto in loco a 19,90 euro.
Da aprile a ottobre è possibile effettuare visite e degustazioni in cantina senza prenotazione. Per chi desiderasse pernottare, nello splendido complesso di Badia a Coltibuono ci sono camere e appartamenti a partire da 150 euro a notte.
Loc. Monti di Sotto, Gaiole in Chianti (SI), tel.0577.746110, www.coltibuono.com

Castello di Monsanto
Chianti Classico Docg, Sangiovese, Canaiolo e Colorino, venduto in loco a 13 euro.
Chianti Colli Senesi Docg Monrosso, Sangiovese, Canaiolo, Colorino e Merlot, venduto in loco a 8 euro.
Chianti Classico Docg Riserva, Sangiovese, Canaiolo e Colorino, venduto in loco a 20 euro.
Chianti Classico Docg Riserva Il Poggio, Sangiovese, Canaiolo e Colorino, venduto in loco a 37 euro.
Su prenotazione è possibile effettuare visite e degustazioni in azienda.
Via Monsanto 8, Barberino Val d’Elsa (FI), tel. 055.8059000, www.castellodimonsanto.it

Monte Bernardi
Chianti Classico Docg Retromarcia, Sangiovese, Merlot, Canaiolo nero, venduto in loco a 11,50 euro.
Chianti Classico Riserva Docg Monte Bernardi, Sangiovese, Canaiolo nero, venduto in loco a 17 euro.
Chianti Classico Riserva Docg Sa’etta, 100% Sangiovese, venduto in loco a 28 euro.
Su prenotazione da aprile a ottobre è possibile effettuare visite e degustazioni in azienda.
Via Chiantigiana km 33 V-VI, Panzano in Chianti (FI), tel. 055.852400, www.montebernardi.com

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