Ci sono volute parecchie decine di anni, la soppressione dell’Isvap,  macchiata  dalla  vergogna della questione Ligresti-Fonsai, la nascita dell’Ivass e, soprattutto, la guida di un Presidente non più supino alle Imprese assicurative, perché si arrivasse a  fare un po’ di luce  nell’oscuro  mondo  delle assicurazioni.  

Ci voleva  un uomo che, diversamente da  tutti gli altri presidenti Isvap, non arrivasse dal mondo delle assicurazioni in particolare, dall’Ina o dalle Assicurazioni  Generali  che, onnipresenti, da sempre hanno fatto “il bello e il cattivo tempo” nel mondo delle polizze.  Generali è uno dei tre gruppi che  storicamente detengono il 70% del mercato assicurativo (adesso c’è anche l’Unipol). Generali le troviamo alla guida dell’Ania (la lobby delle imprese assicurative) , Generali le troviamo in Isvap, anche se Giannini, il presidente indagato per la questione Fon-Sai,  proveniva dall’Ina (acquistata da Generali), le Generali le potremmo facilmente trovare anche in Parlamento…. E’ allora evidente che le cose non potranno mai essere a favore dei consumatori. A meno che…..

Un Presidente… “Francescano”
presidente francescanoNon vi sembra che Salvatore Rossi  assomigli a Giovanni Storti  (del trio Aldo, Giovanni e Giacomo) ? Probabilmente  ha la stessa carica di simpatia, ma anche il carisma e la fermezza dell’alto dirigente dalle rapide  e democratiche decisioni, quasi un… Papa Francesco delle assicurazioni che, stando almeno ai primi segnali (l’Ivass e il suo Presidente sono nati il 2013),  potrebbe avere l’effetto di uno tsunami positivo che, come quello prodotto da “Francesco”  per il cattolicesimo , andrà  a favore  delle stesse Compagnie le quali , spintaneamente…obbligate alla trasparenza, non saranno più viste  come fumo negli occhi dai consumatori.  Staremo a vedere . Intanto incassiamoci il progetto del Presidente che vedrà (speriamo presto) le sanzioni non più alle imprese ma alle persone fisiche e che rappresenterebbe anche un atto di equità con gli intermediari vessati dall’enorme  sproporzione (come denunciato anche da SNA) tra le loro sanzioni e quelle delle Imprese.

Interventi legislativi.
Un’ultima annotazione (ma tornerò ancora su questi temi). Il Presidente dell’Isvap, nella sua importante relazione annuale  (Golem 10 gennaio) , invoca “interventi legislativi “ che  consentano “analogie sanzionatorie  con l’Arbitro Bancario Finanziario”.
C’è da augurarsi  che legislatori di…. buona fede (se ce ne sono) diano all’Ivass gli strumenti legali che chiede, ma… visto il recente pateracchio sulla Rca, del quale parleremo la prossima settimana,  molto probabilmente saremo costretti ad aspettare le nuove elezioni… 

Dopo l’intervista ad Ivass (Golem 29 novembre) che, a parte i controlli e le sanzioni di routine, ha ammesso (ma il suo Presidente è stato più esplicito) la materiale impossibilità di intervenire concretamente sulle scorrettezze delle imprese assicurative da noi denunciate, abbiamo voluto sentire anche il parere di “Mister X”  (del quale, per evidenti motivi, non possiamo svelare l’identità) che le Compagnie le conosce benissimo. L’intervista è un po’ lunga ma,  dato il personaggio e le cose che dice, vale la vostra pazienza.

Manager “furbetti del quartierino”
microfono domandaIntanto grazie per aver accettato di parlare con noi.  Cominciamo  dalla fine della nostra intervista all’Ivass. Lei è d’accordo con noi sul fatto che le Compagnie abbiano sempre gonfiato e gonfino tuttora i sinistri, o meglio le  riserve dei sinistri ?

Mister XPuò apparire esagerato, ma bisogna dire che è sempre stato uso comune intervenire manualmente sui “numeri” per far quadrare qualche bilancio. Purtroppo, però, mister xquesto comportamento, che fino a qualche decennio fa appariva molto modesto, ultimamente, e forse anche spinto dalla “voracità finanziaria” di alcuni manager che si sono lasciati trascinare da “inebriante disinvoltura”, ha assunto una forma molto grave che si ripercuote sui consumatori, mettendo addirittura a repentaglio l’assetto societario della Compagnia.

Controlli che non controllano
microfono domandaL’Ivass non ha voluto dircelo espressamente, ha parlato genericamente di “piano ispettivo pluriennale”. Ma è  vero , o no, che i controlli dei documenti dei bilanci vengono fatti ogni 10 anni?

Mister XDipende dall’ambito di intervento. I controlli possono anche essere frequenti ma, per esempio, per quanto riguarda le verifiche sui documenti fiscalmente e legalmente rilevanti come: i Libri Giornale, i Sezionali (emessi, storni, incassi, pagamenti) e i Bilanci,  non lo sono affatto. Mi risulta che fino a qualche anno fa venissero effettuate un paio di verifiche per decennio.

E…nell’intervallo…
Nell’intervallo vengono fatte ispezioni di altro genere (…sic).

Bilanci elettronici contro i furbi
microfono domanda
Pare che alcune Compagnie abbiano avviato il processo di dematerializzazione dei documenti, dei libri obbligatori e delle scritture contabili. Cosa s’intende esattamente per “dematerializzazione”?

Mister XIl concetto è molto semplice, di fatto è il trattamento che consente di eliminare la stampa fisica di registri bollati, a beneficio di una registrazione digitale. In altri termini: non conservo carta, ma registro su supporti informatici. Seppur semplice in termini operativi, occorre procedere secondo la normativa che ormai da anni consente questo trattamento.

microfono domandaMa è una cosa utile o sarà un’altra bega burocratica?

Mister XGiudichi lei. La Compagnia può effettuare queste registrazioni (sono centinaia di migliaia ogni anno)  senza stampare un solo foglio. Grande favore fatto all’ambiente! Da una ricerca svolta dal Ceris (CNR) qualche anno fa, risultava che i volumi prodotti dal comparto assicurativo, per quanto riguarda i registri fiscali bollati e i sezionali,  ammontassero a circa 40 milioni di pagine l’anno. Sì, ha capito benissimo: quaranta milioni! Si tratta di una produzione di carta inutile, tanto più che questi documenti non vivono un ciclo di vita “attiva”, perché subiscono da subito un immagazzinamento “statico” di polizze, sinistri, ecc. e non vengono mai consultati se non in rarissimi casi. Si tratta di moltissime pagine che in dieci anni (tempo medio di tenuta dei registri) producono un peso di circa 150 tonnellate di carta, che occupano più di  2.600 metri quadri. La dematerializzazione o “conservazione sostitutiva”, annulla  tutto questo.

microfono domandaDi che si tratta esattamente?

Mister XCon il digitale si eliminano un bel po’ di cose: prima di tutto  la stampa dei documenti, non più necessaria, cioè gli archivi fisici. Il documento viene gestito e conservato da apposite procedure informatiche. Si elimina la Ricerca dei documenti – la visione del documento è immediata con semplici ricerche a video, senza dover fare ricerche “fisiche” nei magazzini di deposito. Ela cosiddetta esibizione. Il documento è conservato a norma e, quindi, può essere immediatamente esibito agli organi di controllo che lo richiedono e si otterrebbe anche un bel risparmio .

microfono domandaAl di là dell’impatto ambientale ed economico qual è la differenza sostanziale tra cartaceo e digitale?

Mister XIn termini operativi la differenza è minima: una volta ottenuti i dati elaborati, invece di inviarli in stampa, si registrano su supporti informatici apponendo marca temporale e firma digitale, che insieme stabiliscono la validità giuridica delle registrazioni. In altri termini si garantisce che gli accadimenti o registrazioni contabili sono “cristallizzati ”in quella data precisa, dopo la quale non è più assolutamente possibile manipolarne i contenuti.

Un registro digitale  obbligatorio
Quindi, se ho capito bene, inserire i dati in un registro elettronico impedisce alle Compagnie di manipolare i bilanci… e di poter gonfiare  le riserve dei sinistri… microfono domandaL’Ivass sostiene che i due sistemi sono usati indifferentemente, ma  quante Compagnie, secondo lei, utilizzano il sistema digitale? 

Mister X-Sì, la “cristallizzazione” impedisce di manomettere i dati. La Compagnia deve produrre periodicamente i bollati e contemporaneamente sottoporli a conservazione. Da quello che mi risulta sono poche le Compagnie che hanno sottoposto a conservazione sostitutiva l’intera produzione dei documenti ammessi. Comprendo lo sforzo “democratico” dell’Istituto di Vigilanza, ma se il trattamento sostitutivo fosse OBBLIGATORIO, sarebbe molto meglio e si potrebbe dare una mano all’ambiente.

microfono domandaSi potrebbe sostenere che queste manipolazioni dei bilanci sono fatte da tutte le Compagnie?

Mister X-
Ovviamente non esistono statistiche e, fatto salvo il caso eclatante della SAI di Ligresti , è piuttosto raro trovare sanzioni alle Imprese per  “bilanci truccati” anche perché non esiste più il reato di “falso in bilancio” perciò, tornando alla sua domanda, considerando che i costi possono essere scaricati sui bilanci e considerando che, come ha detto Rossi:  le sanzioni rappresentano dei costi, le truffe rappresentano dei costi, i sinistri rappresentano dei costi, è ragionevole pensare che, se non tutte, siano molte le Compagnie che scaricano tutti i costi nelle tariffe .

40 milioni di pagine da buttare (ogni anno)
microfono domandaE poi, a parte ogni altra considerazione, come abbiamo già detto, digitalizzare i bilanci farebbe risparmiare un bel po’ di carta …

Mister X – 40 milioni di pagine ! Un quantitativo enorme quanto inutile Questo trattamentodei dati dovrebbe essere obbligatorio. Il fenomeno deve essere visto nel suo insieme. Non c’è solo un risparmio di carta, ma anche dell’acqua per produrre quella carta. Il rapporto è 1:40 :  per fabbricare 1 kg di carta occorrono 40 litri d’acqua. Senza considerare gli spazi: capannoni edificati in aree che prima erano destinate a coltivazioni e che contengono documenti inutili .

2 miliardi di tasse evase
microfono domandaA proposito di risparmio, anzi di guadagno. Che ne dice del fatto che lo Stato non sta facendo niente per incassare le imposte sui premi dei  4 milioni di auto senza assicurazione? Sembra che sia complicatissimo stanare questi evasori….

Mister XE’ ormai connaturata “nell’italico comportamento” sia la scarsa inclinazione ai controlli da una parte, sia il mancato rispetto delle regole dall’altra. Purtroppo il fenomeno dei falsi contrassegni o della sfrontatezza di circolare senza la copertura assicurativa sta diventando un problema sociale sempre più rilevante, ma pare che a nessuno interessi.  In questi ultimi mesi mi è capitato di leggere, su diversi quotidiani e riviste del settore automobilistico, di interviste rilasciate da “luminari” del settore assicurativo e delle forze dell’ordine.  Idee bislacche quanto inopportune. Parlavano di utilizzare i Tutor (compresi quelli autostradali) per rilevare la targa per poi incrociarla con le banche dati. Così, se un automobilista viene “pizzicato” alla guida di un’auto non assicurata, gli si farebbe pervenire una lettera per informarlo che sta viaggiando in modo irregolare.

microfono domandaPerché quell’automobilista non lo sa…?

Mister XGià. Questo è frutto di scarso pragmatismo e della mancanza di volontà di intervenire in modo rapido e deciso. La situazione è tale da utilizzare un approccio immediato: individuare e fermare subito l’auto che circola irregolarmente.

microfono domandaOppure inviargli a casa la multa e il sequestro dell’auto…

Mister XProprio così. Partendo dal presupposto che tutte (..e dico tutte) le Compagnie che esercitano il ramo RCA devono trasmettere all’ANIA giornalmente tutti i flussi informatici inerenti le polizze emesse e che la Compagnia, a sua volta, deve (…e dico deve) inviare queste informazioni alla Motorizzazione, che pubblica, entro  pochi giorni, sul proprio sito –www.ilportaledell’automobilista.it– le informazioni sulle targhe assicurate, il controllo è completo ed immediato.

Ma forse ha costi elevati…
microfono domanda
Mister X
Costi elevati? Il servizio è pubblico, completamente gratuito e accessibile a tutti e senza doversi registrare al sito.  E’ sufficiente che le Forze dell’Ordine utilizzino una semplice “App” su un dispositivo mobile (uno Smart Phone va benissimo), che invia il numero di targa al portale della motorizzazione, per ottenere immediatamente il risultato on line, che recita: “il veicolo risulta assicurato” oppure “dato non disponibile” (potrebbe non essere assicurato).  Provi anche lei e  vedrà quanto sia facile e rapido.  Anche questo sarebbe un servizio “intelligente”, come molte App realizzate e messe a disposizione dalle Amministrazioni Pubbliche. Basti pensare alle famose “Smart city”, dove il concetto di città intelligente rende possibile risposte utili per i cittadini, come: Parcheggi, rifiuti, trasporti, sanità, musei, università e tante altre.

In conclusione
Non credo sia necessario aggiungere altro salvo ribadire che, la mancanza delle coperture assicurative è, tra le altre cose, un mancato incasso di quasi due miliardi annui di premi assicurativi (considerando un premio medio Rca 481€. Fonte McKinsey 2011)  che comportano una serie di conseguenze. Ma di questo ne parleremo  sabato prossimo.

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