Suona un po’ presuntuoso dire “l’avevamo detto”, eppure un pizzico di presunzione, quando è giustificata, non guasta. Sono mesi che – grazie all’impegno del collega Bruno Rossi – quello che, di fatto, è un imbroglio ai danni degli italiani: le compagnie di assicurazione in Italia gonfiano ad arte le tariffe delle polizze inserendo costi nella peggiore delle ipotesi inventati (ossia frutto di teorie statisticamente false) oppure, nella migliore delle ipotesi, reali ma che non dovrebbero essere riversati sulle spalle dei consumatori. Convinti di ciò, abbiamo – per esempio – affiancato e sostenuto (per quanto possa essere utile) le campagne di informazione e denuncia organizzate dall’Associazione Mò Bast. Ora abbiamo la prova che le nostre convinzioni sono fondate: le società assicurative italiane considerano “costi d’impresa” anche le multe di milioni di euro che ogni anno gli organismi di controllo infliggono a gran parte delle compagnie colpevoli di non rispettare le regole del mercato. Questo vuol dire che, trattandosi di costi d’impresa, quelle somme (decine di milioni di euro all’anno) diventano una componente occulta del costo delle polizze. In pratica più le assicurazioni si comportano male, più gli organi di controllo le condannano a pagare sanzioni e più aumentano le tariffe. Come è possibile? Ce lo spiega Bruno Rossi in questo articolo e in quello che seguirà la prossima settimana. (robor)

Noi di Golem, memori del dovere di “cani da guardia della democrazia”,  non ci stancheremo mai di denunciare alla pubblica opinione il gioco scorretto delle Compagnie assicurative sui  bilanci Rca.

Probabilmente non tutte lo fanno , ma in generale, come si evidenzia nell’intervista che pubblicheremo la prossima settimana, le Imprese assicurative, possono facilmente occupare quel pericoloso vuoto creato dalla cancellazione del reato di falso in bilancio, grazie alla legge promulgata “ad personam” dal Governo Berlusconi,  che ha permesso di continuare, per anni, nel gioco dei prezzi al massacro (+ 250% in meno di dieci anni) non solo utilizzando carte pulite come : aumento dei sinistri, costo delle piccole lesioni (colpo di frusta), truffe (quelle vere), ma anche utilizzando carte truccate come: l’inserimento delle sanzioni nei premi delle polizze, i costi delle truffe (mai denunciate, ma solo… “percepite”. Golem 5 luglio), il gonfiamento delle “riserve sinistri” (Golem 29 novembre) e soprattutto l’elusione dell’ “obbligo a contrarre” che, se non ha creato direttamente  i 4 milioni di auto fantasma non assicurate, certo lo ha facilitato  e probabilmente indotto questo gravissimo fenomeno.
Sentite in proposito cosa mi scrive un nostro lettore, uno dei 4 milioni senza assicurazione,  nella sua commovente e disperata autodenuncia:  
 
“La prego, faccia qualcosa. Sono 4 anni che sono senza polizza, ero in prima classe, mai fatto un sinistro. Al primo, da 500 euro l’anno, mi passarono a 2.000 . Un costo  insostenibile. Non riesco a trovare una Compagnia che mi assicuri più la mia auto. Purtroppo sono costretto a circolare senza assicurazione. Grazie. Lino (2014-01-05 11:05)”

L’Obbligo a contrarre? Non esiste più…
Tra i quattro milioni ci saranno anche i furbi, ma ci sono anche persone disperate come il nostro lettore. Come commentare allora una lettera del genere?  In un solo modo:  è ora che l’Ivass, l’Antitrust e il Governo…. si diano una svegliata punendo esemplarmente  gli atteggiamenti arroganti e, forse, persino  illegali  delle Compagnie laddove fosse ipotizzabile che l’aumento delle tariffe , come quella del nostro lettore, non sia dovuto all’unico sinistro, ma più probabilmente ad una occulta  infrazione  dell’Obbligo a contrarre. Se quell’aumento, infatti, non era stato indicato nella polizza è sicuramente un lampante caso di infrazione dell’obbligo. Su questo tema c’è anche , dall’anno scorso in attesa di giudizio,  un’interpellanza del movimento “MoBast!” alla Commissione europea.

Un’estorsione assicurativa
Quando non c’è l’elusione dell’Obbligo a contrarre, ci sono i ricatti. Questo è quello che mi scrive un altro lettore:
“Al rinnovo della mia polizza mi hanno estorto una polizza infortunio altrimenti il rinnovo era, per cosi dire, problematico . Comunque siamo arrivati alla frutta poi si lamentano se uno fa il disonesto se poi alla fine lo sappiamo bene che e un cane che si morde la coda, ma come si può sboccare sta situazione, secondo me, come fanno in molti cambiare residenza . Antonio (2014-01-07 ore 18:07)”

Ai nostri lettori …
A Lino
consigliamo di verificare se nella polizza era indicata la percentuale di aumento, se cioè , era stato contrattualizzato l’aumento del quadruplo del premio in presenza di un solo sinistro. Se così non fosse quell’aumento è da considerarsi nullo. La polizza andrà rifatta con un aumento corretto e la Compagnia andrà denunciata all’Ivass (e non solo) e un buon avvocato potrà anche ottenere il risarcimento di tutti i danni connessi alla mancata  copertura assicurativa.
Ad Antonio consigliamo di trovarsi un’altra Compagnia e, prima della scadenza dell’anno assicurativo, denunciare, con un reclamo all’Ivass,  la vecchia Compagnia (mandandocene una copia).

Denunciare le Compagnie per induzione all’evasione fiscale.
Non è più possibile, visti gli scarsi risultati, continuare con l’attuale sistema sanzionatorio (e il Presidente dell’Isvap, come vedrete, l’ha capito). Le Compagnie, e lo dimostrano le innumerevoli sanzioni  per gli stessi motivi e alle stesse Compagnie,  se ne infischiano di pagare quei “quattro soldi” anche perché quelle sanzioni, come ha ammesso la stessa Ivass nella nostra intervista (Golem 29 novembre), vengono sistematicamente scaricate sulle polizze (vedi documento correlato)  . Le sanzioni, con un nuovo regolamento, dovrebbero essere decuplicate col divieto (controllato e sanzionato) di scaricarle sulle tariffe o, come dice il presidente dell’Ivass, fatte alle persone.  

Ripristinare il reato di falso in bilancio.
E’ ora che il Governo faccia la sua parte rendendo obbligatorio il bilancio elettronico e, soprattutto,  ripristinando il reato di falso in bilancio così, le Compagnie scorrette, non sarebbero solo sanzionabili , ma denunciabili penalmente.
– E’ ora che le Compagnie siano costrette alla trasparenza obbligandole a dichiarare, come per ogni prodotto commerciale, le voci (caricamenti) che vanno a comporre la tariffa Rca, attualmente avvolte nel più fitto dei misteri.
– Sarebbe  bene che l’Ivass  faccia i controlli dei bilanci, non ogni dieci anni , ma ogni anno. 
– E’ ora che l’Antitrust e la Corte dei Conti , verifichino quanta parte e quanta responsabilità abbiano le Compagnie nel fenomeno dei 4 milioni di automobilisti non assicurati, provvedendo  a denunciare le Imprese per induzione all’evasione fiscale (quella delle imposte evase sui premi, circa 250 milioni, non pagate ogni anno) derivate dall’elusione dell’Obbligo a contrarre. Ma anche per i mancati benefici sulla riduzione dei premi dovuti al mancato incasso, da parte delle Compagnie, di quasi 2 milioni di euro che, spalmati sulle polizze di tutti gli assicurati, potrebbero comportare una riduzione intorno al 10% ! 
– E’ ora che la Magistratura napoletana porti a sentenza le 400 denunce penali presentate lo scorso anno da altrettanti automobilisti insieme a due associazioni di consumatori.

Le multe ai Manager e la vittoria di Golem !
Qualcosa e importante,  l’ha fatta SALVATORE ROSSI, Presidente dell’Ivass e direttore generale di Bankitalia che, nella sua prima relazione annuale, ha dichiarato che gli accertamenti ispettivi del settore assicurativo avranno per l’Ivass un ruolo centrale. Soprattutto,  ha dichiarato-” le multe passeranno dalle imprese alle persone fisiche, perché, altrimenti- parole testuali del presidente- “le Compagnie LE SCARICANO SULLE TARIFFE”. Rossi (ma io e lui non siamo parenti quindi… nessun nepotismo….) ha cioè  autorevolmente confermato quello che Golem, unica tra le testate nazionali,  denuncia da sempre.
BRAVO PRESIDENTE ! (sarà pure un caso , ma la dichiarazione del Presidente arriva subito dopo la nostra intervista all’Ivass).

Vuoi vedere che  quando l’A.D.  di una Compagnia sanzionata con 2 milioni di euro, si troverà a pagare la multa di tasca propria, le Compagnie la smetteranno di fare la cresta sulle tariffe…?   (fine prima parte)

La settimana prossima (sabato 25 gennaio) pubblichiamo la seconda parte di questo servizio con un’interessante intervista a… “Mister x”  del quale, per evidenti motivi, non possiamo svelare l’identità. Lui le Compagnie le conosce benissimo… dal di dentro.

Ecco perché le sanzioni alle Compagnie le pagano gli assicurati – stralcio della relazione del presidente Ivass

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