Finalmente i nodi sono arrivati al pettine. I nodi sono i carichi tariffari che le imprese assicurative hanno imposto per anni, senza spendere un centesimo per evitarlo, delle “truffe subite” . Un mantra il mio? Sì, certo. E’ ciò che ho sempre sostenuto (vedi Golem: 26 aprile, 10 maggio, 5 luglio). Un titolo tra i tanti: “Caro polizze ovvero le mani (delle Compagnie) nelle tasche degli italiani”.
Con questo non voglio negare che le truffe non esistano, dico solo che le Assicurazioni hanno ciurlato nel manico, alzando i prezzi delle polizze a spanna senza, cioè, una qualsiasi analisi tecnica (del resto chi controlla le tariffe?), scaricando sugli assicurati i costi derivati dai risarcimenti di sinistri falsi e da truffe sospette che, però, non hanno mai denunciato. Un’indagine demoscopica della Kpmg ha rilevato solo un 3% di frodi accertate contro un 15% di truffe percepite (sospettate) dalle imprese. Del resto è molto più comodo e meno costoso pagare i sinistri anche se sono truffe e poi scaricare tutto sulle tariffe. Questo, come hanno sottolineato Antitrust e Isvap, avrebbe dovuto delegittimare gli aumenti scaricati sulle polizze. Ma il Governo (qualsiasi Governo) non se n’è mai accorto… anzi se n’è sicuramente accorto, ma deve aver fatto come le tre famose scimmiette: non vedo, non sento, non parlo….
Di quanto le Assicurazioni-per anni- hanno gonfiato le tariffe?
Nessuno lo sa. Nessuno sa (ed invece lo si sarebbe dovuto sapere) quanti sinistri falsi siano stati pagati in, poniamo, dieci anni, dalle varie Compagnie (Golem 7 giugno, 27 luglio e 6 settembre). Fatto sta che le polizze, anno dopo anno, sono arrivate ad un prezzo triplo rispetto a quelle del resto d’Europa e hanno generato quella piaga dei quattro milioni di automobilisti senza polizza. Oggi, grazie al contrassegno elettronico, alle polizze elettroniche e alla scatola nera, tutte cose entrate col “Decreto Sviluppo” che, dicono le Imprese euforicamente, farà evitare tutte le truffe , le polizze potrebbero ottenere una riduzione del 10, 15% . Bene, ma è un po’ poco, visto i costi prodotti. In ogni caso, quegli sconti, alla fine, sono solo la restituzione dei prelievi fatti per anni dalle Compagnie nelle tasche dei consumatori.
Quindi scusatemi se non mi unisco all’euforia generale, al coro festoso per l’annunciata riduzione delle tariffe (l’Ania l’aveva annunciata anche per il Risarcimento Diretto e abbiamo visto com’è andata), per cui preferisco fare come S. Tommaso: toccare per credere. Se, e quando, le riduzioni arriveranno e se, soprattutto, saranno realmente proporzionate alla scomparsa delle truffe, se le Compagnie, nonostante tutto, non continueranno a pagare sinistri falsi (il lupo perde il pelo…), se le regole tariffarie potranno essere controllate da qualche Autority, se, infine, l’Italia perderà il pesante primato di Paese più caro d’Europa, allora, solo allora, festeggerò anch’io.
Un chip per stanare gli assicurati fantasma.
Come funziona il sistema? Sarà un microchip a denunciare chi non si è assicurato. Potrà essere anche montato sulla “scatola nera” e dialogherà con i “Tutor” dell’autostrada, gli “Autovelox“ di ultima generazione e le telecamere delle “Ztl” delle città, che leggono le targhe e che, oltre al controllo della velocità, potranno collegarsi al database dell’Ania (associazione delle Assicurazioni). I costi saranno a carico delle Compagnie. Del resto le imprese dovranno pur contribuire, una volta tanto, a ripulire il mercato. Lo Stato potrebbe recuperare qualcosa come due milioni di Euro (imposte delle polizze evase) dai non assicurati: il 7 per cento del parco circolante. Una cifra che sale al 12 per cento nelle province del Sud ( con la punta estrema di quasi il 30 per cento a Napoli), si attesta al 6,4 per cento nel Centro, mentre al Nord scende (si fa per dire) al 4,6 per cento.
Ma stanare non basta, bisogna bonificare la palude…
Il sistema, che in altri Paesi è già in vigore e ha portato a buoni risultati, come misura coercitiva va bene, però non basta. Se lo Stato (il ministro Zanonato) vuole adoperare il bastone… deve anche offrire la carota… Oltre che sanzionare gli automobilisti fantasma, deve impegnarsi a “bonificare” la palude nella quale si trovano invischiati gli automobilisti del sud d’Italia (e non solo loro) che stanno pagando ingiustamente tariffe esose, denunciate continuamente dal movimento napoletano “Mo Bast!” e dalla Confconsumatori della Campania, i quali hanno evidenziato come le Compagnie italiane abbiano saccheggiato il principio internazionale di equanimità della tariffa assicurativa basata sul rischio della circolazione delle auto e non sul territorio (una commissione dell’UE sta analizzando il comportamento dell’Italia proprio su questo).
Pirati della strada.
Il nuovo sistema, completato con la scatola nera, servirà anche per stanare i pirati della strada. Scappare senza prestare soccorso ai feriti che hanno travolto e spesso ucciso è il più bieco dei reati stradali. I pirati della strada sono individui contro i quali non è sufficiente la pena dell’omicidio involontario, classico degli incidenti automobilistici, perché questi salgono in auto ubriachi o in preda ai fumi di droghe, assunti volontariamente . Spero che per loro venga presto approvata una legge apposita sull’omicidio stradale a favore della quale si stanno raccogliendo firme (vedi tra i documenti correlati) . Qui è soprattutto la scatola nera ad essere risolutrice (e bene che gli automobilisti la smettano di aver paura del Grande Fratello e diventino virtuosi) , mentre il tagliando digitale serve a contrastare la falsificazione dei contrassegni. Solo a Genova i vigili urbani in questi giorni stanno cercando di individuare oltre 100 falsari.
Se il computer sbaglia...
La digitalizzazione e la computerizzazione del nuovo sistema, come per tutti i sistemi informatici, potrebbe sbagliare e l’errore della banca dati (da cui provengono le informazioni per stabilire se un veicolo è in regola o no) potrebbe creare situazioni difficili. Oltre alla pesante multa per evasione dell’obbligo assicurativo, l’automobilista potrebbe vedersi sequestrare il veicolo. In questo caso si potrà chiedere il risarcimento di tutti i danni alla Compagnia. Il Decreto Ministeriale, infatti, stabilisce che la responsabilità sui dati che saranno presenti nell’archivio delle polizze sarà delle Imprese assicurative, anche se l’inserimento delle informazioni nel database verrà effettuato dai loro agenti, i quali comunque, potrebbero non “chiamarsi fuori” . Il rischio di una responsabilità solidale con la propria Impresa, infatti, almeno nel caso di irregolarità esiste sempre.
In conclusione
Non c’è dubbio che, al di la delle polemiche e grazie al Governo (non all’Ania) un’altra bella pagina si è aggiunta al libro della nuova Rca che, dopo la scomparsa della disdetta, la libera consultazione della propria polizza nell’archivio della Compagnia, l’indipendenza degli agenti assicurativi, potrebbe realmente segnare la scomparsa delle truffe e con esse le ambiguità tariffarie delle Compagnie. Ma ci sono ancora molte cose da fare prima di chiudere quel libro. Una di queste è proprio il controllo sulle tariffe che non sono e non sono mai state trasparenti. Speriamo che il progetto sulla Rca che sta presentando in questi giorni la senatrice Vicari lo contempli.
Calendario degli impegni
Omidicio stradale – Proposta di legge