L’Africa l’ha trovata dietro la porta di casa. Giovanni Mistretta, un siciliano di sessant’anni originario di Menfi, voleva partire per dare aiuto ai più poveri.

missione_1Quando aveva quarant’anni e viveva forti lotte interiori Giovanni prende parte a un gruppo neocatecumenale e con i Padri Dehoniani si accingeva a partire per l’Africa. Poco prima della partenza sente parlare di un uomo, Fratel Biagio, che sta compiendo opere straordinarie a Palermo per aiutare le persone che vivono in strada. Incuriosito, va a Palermo per conoscere Fratel Biagio Conte e si reca alla Missione. Lì chiede di fare un’esperienza di servizio e dopo vari tentativi gli è permesso di fare un periodo di volontariato di dieci giorni. Giovanni si mette a disposizione, lui è un muratore e il lavoro è tanto, la Missione nasce dai ruderi e bisogna costruire tutto! Lavora fianco a fianco con tutti, sono i tempi in cui volontari e senza fissa dimora devono rimettere in sesto tante strutture abbandonate. A un certo punto uno dei fratelli ultimi, che si era affezionato a Giovanni, gli chiede a bruciapelo: “ Non ti piacerebbe rimanere per sempre con noi?” Parole che lo mettono in crisi, lui aveva pronte le valige per l’Africa e per consacrarsi con i Padri Dehoniani ma si ferma e decide di compiere un ritiro spirituale per scegliere (1994). Decide quindi di rimanere alla missione_2Missione di Palermo accanto a Fratel Biagio e ai poveri della città. I primi tempi dorme in tenda, non ci sono posti letti disponibili.

“Oggi sono veramente felice – esclama raggiante Fratel Giovanni Mistretta- perché ho fatto del mio lavoro un vero servizio. Anche prima mi occupavo di muratura, ma con l’unico pensiero dello stipendio; adesso con assoluta libertà, posso offrire tutte le mie fatiche a quel Dio tanto generoso che mi ha riservato questa splendida opportunità: essere utile a chi realmente vive nel bisogno”.

Fratel Giovanni mette tutti i giorni in pratica queste parole, lavora dalla mattina alla sera, è in ogni attività in muratura e giacché le Missioni sono tre e molto grandi c’è sempre da fare. Tutti i frati e sorelle che aiutano Fratel Biagio (ora sono cinque) hanno i sandali, invece lui ai piedi ha pesanti scarponi da lavoro. E’ sempre alle prese con mattoni, carriole, picconi, pale e alla fine della giornata è un “golem” di polvere bianca. E’ di poche parole, Fratel missione_3Giovanni, per lui parlano le sue braccia sempre in movimento per mettere mattone dopo mattone tutto quello che serve per edificare, tinteggiare etc. Quando c’è lui tutti triplicano le forze, è un esempio continuo, non si ferma mai, sembra indistruttibile. E’ una figura di riferimento, ed è anche un tappa-buchi, ora è in cucina, ora è in ufficio a dare coperte. Quando parla, è una persona molto simpatica e con tanta ironia, non te lo aspetti perché il suo aspetto incute un po’ di timore. Fratel Giovanni ha una lunga barba, indossa un saio verde ma ha pantaloni idonei a svolgere lavori pesanti. Colpiscono i suoi occhi profondi, dove si scorge il dolore dei poveri ma quel che si nota soprattutto è la gioia del servizio e la scelta di una vita piena.
Sito: www.pacepace.org

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